“La riforma delle Province è un punto di non ritorno. Conviene guardare avanti, trattare a fondo con la Regione le deleghe della specificità montana e non fermarsi qui, proseguendo con coraggio verso fusione dei Comuni e semplificazione dell’assetto amministrativo”. È la sintesi di Cristina Galbusera, Presidente di Confindustria Sondrio, sul tema della nuova Provincia, a poche settimane dalla giornata elettorale del 28 settembre.
Dopo che la riforma Delrio è diventata legge dello Stato, bisogna prendere atto che la rilevanza istituzionale delle Province è andata incontro ad un forte ridimensionamento; questo processo subirà un’ulteriore accelerazione dopo il varo della riforma costituzionale, che sancirà la trasformazione definitiva delle Province nei cosiddetti “Enti di area vasta”.
Per Valtellina e Valchiavenna, caratterizzate da una marcata frammentazione geografica e istituzionale, non sono cambiamenti positivi: con 78 Comuni, il 75% dei quali al di sotto dei 3.000 abitanti, rimane vitale la presenza di un ente sovraordinato capace di fare sintesi delle istanze locali e coordinare gli sforzi del territorio sui tavoli di Roma e Milano. Proprio per questo non è da sottovalutare il riconoscimento della specificità montana esplicitamente previsto nella legge Delrio e ripreso, seppure in forma più velata, nel testo del nuovo dettato costituzionale. È importante puntare ad un ruolo il più possibile autorevole del nuovo Ente di area vasta, negoziando con Regione Lombardia l’affidamento di deleghe ampie e rilevanti; in questo senso è condivisibile la piattaforma elaborata dal Presidente uscente, Massimo Sertori, che rivendica per la nuova Provincia la titolarità delle competenze in alcune materie specifiche tra cui risultano di particolare rilievo il demanio idrico, la gestione del territorio, il turismo e i domini sciabili.
Alla luce del nuovo assetto, oggettivamente depotenziato, che il nuovo Ente dovrà assumere, è fondamentale che gli amministratori valtellinesi facciano di tutto per non penalizzare ulteriormente, con divisioni e personalismi, le chance di sviluppo della valle. Confindustria Sondrio, nell’astenersi dal sostenere cordate o candidati, raccomanda al territorio ed ai suoi rappresentanti uno sforzo di coesione che appare oggi più che mai necessario.
Nel piano di attività del futuro Ente di area vasta Confindustria auspica vivamente che si assegni un rilievo primario al sostegno del manifatturiero di qualità ed alle politiche per l’innovazione, l’espansione internazionale e lo sviluppo del capitale umano. Sono questi i punti chiave che potranno mantenere il nostro territorio competitivo nel medio-lungo periodo, polo di attrazione per imprese e professionisti.
Ma non basta. Per vivere da protagonisti i cambiamenti istituzionali in atto ed evitare di subirli, la provincia di Sondrio dovrà mostrarsi più coraggiosa nel semplificare l’assetto amministrativo locale, promuovendo con decisione le aggregazioni fra Comuni ed avviando una riflessione seria sul ruolo degli Enti di secondo livello. È auspicabile che l’avvento della nuova Provincia faccia partire un processo virtuoso in questa direzione.
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