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martedì 2 settembre 2014

LA LETTERA DEL VIGILE DEL FUOCO STRAPPATO ALLA MORTE

Carissimi tutti, nonostante il peggio non sia completamente passato mi sento in dovere di esprimere a tutti Voi una infinita gratitudine per lo smisurato affetto che mi avete testimoniato in questa circostanza per me tragica.
La repentinità e l’imprevedibilità degli eventi mi hanno tolto la lucidità di cui avrei avuto bisogno per esternare quanto ho dentro, ma dopo quanto mi hanno successivamente ricostruito tutti coloro i quali hanno partecipato al mio dramma personale, alcune cose sono e resteranno indelebili nella mia mente e nel mio cuore.
Prima fra tutte l’affetto e la stima emersi dal fiume di telefonate e di messaggi che hanno invaso il mio cellulare.
Un grazie dal profondo del cuore per questa commovente vicinanza di colleghi, amici e semplici conoscenti.
Un ulteriore ringraziamento mi preme far giungere in maniera viscerale a tutti coloro che hanno contribuito al mio “ritorno alla vita”.
Proprio così… tutti i testimoni oculari e tutto lo staff medico che mi ha soccorso mi hanno assicurato che avevo perso completamente i parametri vitali, insomma in parole povere per un po’ sono morto!!
Quindi mi viene doveroso fare una precisazione: pur includendo nei ringraziamenti quegli splendidi agenti della Polizia di Stato che erano sul posto e che hanno fatto del loro meglio viste le circostanze, i primi a correre in mio aiuto a piedi dalla caserma con il cuore in gola sono stati i Vigili del Fuoco con i quali avevo parlato fino a pochi attimi prima, allertati dei passanti di cui non conosco il nome.
Giuliano, Andrea, Paolo, Stefano, Massimo ed altri, so che devo a queste persone se ho avuto una minima possibilità di vita fino all’arrivo dell’ambulanza del 118 ed al defibrillatore del quale era dotata.
Mi hanno detto che quelle scariche hanno provocato le mie prime timide reazioni, il ritorno alla vita tra i volti atterriti dei “miei vigili” tutti intorno a me, ma soprattutto tra le lacrime di un angelo che il destino ha fatto trovare in quel posto in quel momento: ELENA.
Mi dicono anche che senza di lei non ce l’avrei fatta. Grazie Elena, grazie per tutta la vita, angelo mio, grazie immensi Pompieri amici miei.
Mi spiace per le inesattezze pubblicate dai miei amici della stampa, ma sembra che le cose siano andate proprio così.
Ad ogni buon fine la mia vita è stata per un po’nelle mani di tutti voi ,non lo dimenticherò mai.
Dal mio cuore seppure malconcio...
Paolo Colicchio

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