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giovedì 25 settembre 2014

SMETTIAMOLA DI TWITTARE CAZ... E ROTTAMIAMO SUL SERIO

Siamo al terzo governo consecutivo non eletto dai cittadini ma nominato dal Capo dello Stato. Certo il nostro attuale premier è forte del 41% alle Europee, ma la mia personale opinione è che fino ad oggi ( metà settembre 2014), a parte il provvedimento del Bonus di 80 euro in busta paga per determinate categorie di reddito, del quale pure io usufruisco, e contro il quale i soliti detrattori si sono subito espressi dichiarando che è "ininfluente,irrilevante o addiritura inutile'' , per il resto non si stia certo guadagnando la possibilità di riconferma in caso di future elezioni.
Quello attuale ci è stato annunciato, mesi fa, come il momento delle grandi riforme, del nuovo che avanza ma soprattutto della grande rottamazione del vecchio sistema logoro ed obsoleto. Insomma, grandi manifesti e grandi proclami. In tanti, come me, vi hanno creduto, anche solo come ultima spiaggia ma ora ci stanno ripensando o stanno perdendo la fiducia. Sì, certo è presto, i tempi necessari sono lunghi, come si dice, ma le promesse di cambiamenti immediati sono state talmente assillanti che la gente si aspettava qualcosa di più concreto nell'immediato.La realtà a mio avviso, è che patti, alleanze di comodo alla resa dei conti lascino il tempo che trovano, non portino da nessuna parte.
Più che di concrete innovazioni mi sembra che qui si parli solo di questioni a cui noi cittadini siamo completamente estranei, come Csm o Consulta; più che tentare di rimettere in sesto il Paese quì si stà facendo solo del gran twittare inutile. Dalle previsioni fantascientifiche di 100 giorni per le questioni più importanti, ora siamo arrivati ai 1000 giorni. Va bene che gli zeri non contano, ma intanto il tempo passa. I primi sette mesi se ne sono già andati a discutere della riforma del Senato che a mio avviso non era una così grande priorità e che in ogni caso è ancora molto in là dall'essere approvata.
Di nuove proposte,o meglio di "bozze di lavoro" come le chiamano, ministri, esperti politici, tecnici, ne studiano e ne partoriscono con scadenza oramai settimanale. Ne parlano tra di loro nei Talk Show, ne discutono con le "parti sociali", fanno viaggi in mezza Europa per illustrarle ai loro colleghi stranieri, ma quando queste arrivano in Parlamento misteriosamente si incagliano, come la Costa Concordia, e lì vi restano sospese in una spece di limbo. Dalla sanità alla pubblica amministrazione, dalla scuola all'università, dalla giustizia alla burocrazia qualsiasi settore si vada a toccare puntualmente si sollevano le "lobbies", si alzano e puntano i piedi. I medici o gli infermieri, i professori o i rettori, gli editori o gli stampatori di libri, gli avvocati o i notai. Tutti vorrebbero cambiare il corso delle cose ma in casa degli altri; guai a toccare il loro orto. E poi quando non ci sono le caste a mettersi di mezzo ci sono sempre i vari patti tra il giovane allievo ed il vecchio maestro, già condannato e a tutt'oggi sotto processo, a bloccare tutto.
Come per la riforma della Giustizia ( tribunali, processo civile o penale, autoriciclaggio, falso in bilancio) che è ferma al palo anche (ma non solo) per l'ostruzione di tanti che dovrebbero essere alleati di governo ma che remano contro in nome di puri interessi personali. Senza contare che nella stessa squadra di governo è presente più di un inquisito. Nel frattempo i tribunali sono sovraccarichi di procedimenti arretrati che mediamente richiedono anni per arrivare a soluzione, e le prigioni sono piene per metà di presunti colpevoli in attesa dei famosi tre gradi di giudizio e detenuti in condizioni che persino la Comunità Europea definisce indecenti per un paese civile. Ma ora finalmente abbiamo trovato un capro espiatorio; i veri colpevoli sono i giudici e i magistrati che fanno troppe ferie. Amen.
Ma non va tanto meglio nemmeno per la scuola; sulla digitalizzazione dei libri di testo sono anni che si discute ed anzi avrebbe dovuto già essere in vigore, ma probabilmente gli interessi di qualche editore e di qualche tipografia contano più delle spese che ogni anno devono sobbarcarsi i genitori o del peso materiale che ogni giorno devono sobbarcarsi i figli. In compenso i comuni o le direzioni scolastiche non possono spendere i soldi per sistemare i palazzi o le aule nè tanto meno per comprare la carta igienica o i computer per via della "Spending Review" o del patto di stabilità; ci sono piu' di 150.000 insegnanti precari da regolarizzare e che il Premier ha promesso che dovrebbero "essere integrati" entro fine mese, ma nel frattempo si riescono a scovare piu' di 200 milioni per finanziare le missioni militari in giro per il mondo o mandare i parà sui confini tra Russia ed Ucraina come se servissero a qualcosa. E stendiamo un velo pietoso sulla vicenda degli F35. Sono troppi ,ne bastano la metà, no, ci vogliono tutti, costano troppo, non sono sicuri ma ci servono. Tanto lo sanno tutti che se gli americani ci dicono che dobbiamo comprarli noi li compriamo. Forse ci verranno buoni per andare a recuperarci le armi che stiamo cercando da dare ai kurdi.
Se si parla della riforma del mondo del lavoro, il famoso Jobs Act, il Premier ha le idee chiare, dice che vedrebbe bene il sistema tedesco. Bene, d'accordo. In Germania esiste un sussidio di disoccupazione per chi resta senza lavoro, ma a patto che dimostri settimanalmente di cercare un nuovo posto e di non rifiutare eventuali offerte; e poi non esiste la cassa integrazione che al contrario qua da noi viene sfruttata spudoratamente da anni anche per mantenere in vita aziende ormai decotte, comunque per tutelare posti di lavoro piu' che lavoratori.
In Germania circa 15 anni fà il governo socialista di Schroeder varò una riforma del lavoro veramente impopolare, "lacrime e sangue" come si usa dire, per rilanciare l'economia. Tagli anche consistenti agli stipendi e licenziamenti di personale in esubero , mini jobs, meno tutele e piu'flessibilità. Certo lui ed il suo governo si giocarono la rielezione ma piu' di una volta egli dichiarò "io sono quì per fare gli interessi dei cittadini tedeschi, non i miei". Bè dopo tanti anni mi sembra che i fatti gli stiano dando ragione. Ma qua da noi una soluzione del genere mi pare molto in là dal potersi realizzare. Troppi privilegi che salterebbero, troppe tutele da cancellare, come ad esempio il famigerato Articolo 18 su cui le opinioni dei grandi "esperti" spaziano veramente da un capo all'altro. Mi sembra già di assistere alle lotte a Porta a Porta o a Ballarò tra ministri, esperti e sindacati , fiumi di parole, insulti, minacce di scioperi da parte di qualche sindacato. Ed infatti le prime avvisaglie oggi (18 settembre) già si annusano. Comunque per ora tutto ristagna in parlamento in attesa di ispirazioni.
Per ciò che riguarda la riforma della legge elettorale devo ammettere che piu' che una commedia a mè sembra una farsa. I punti di vista sono molteplici e le preferenze vanno dal sistema spagnolo al metodo anglosassone al presidenzialismo alla francese: non ho ancora compreso se in base al momento storico o alle fasi lunari o a cos'altro ancora. Nel frattempo, mentre ci si pensa, si è indecisi se tornare al Mattarellum, che è meglio del Porcellum, ma c'è pure l'Italicum che non è male. Sbarramenti al 4% al 5%, premi di maggioranza al 25% liste bloccate, ma chi ci capisce piu' qualcosa? A mè piu' che nomi di leggi elettorali danno l'idea di nomi di ristoranti o di macellerie o magari di treni. Ci manca solo la supercazzola con scappellamento a destra o a sinistra, per non scontentare nessuno. Per ora comunque le liste dei candidati le stabiliscono ancora i partiti.
Già tutto questo così come panorama non mi sembra male, ma possiamo anche aggiungervi una tassazione che ormai ha raggiunto livelli veramente feroci e che dissangua cittadini e imprese come una sanguisuga, ed una burocrazia che è come un muro invalicabile messo lì apposta per dissuadere chiunque abbia una pur minima idea di realizzare qualche cosa di concreto. Per aprire una qualsiasi atività nel nostro paese, ma anche solo, anche per scavare un buco nel giardino di casa, ci vogliono chili di documenti, migliaia di Euro, carte da bollo, ore di tempo perso e mesi o anni in attesa di risposte.Come si può sperare che qualcuno investa soldi in questo Paese quando prima di riuscire a risolvere una banale causa civile si fà a tempo ad invecchiare o a fallire? Noi, checchè se ne dica, siamo la seconda potenza economica e la terza potenza industriale in Europa, il nostro Made in Italy è rinomato in tutto il mondo, siamo bravi a fare tante cose che altri non sanno fare, ma purtroppo non ci crediamo sul serio, o tante volte non ci permettono di poterlo fare o altre volte siamo ingannati da false immagini.
E quella che dovrebbe essere la vera opposizione che fà? Comunica sul blog ma non può andare nei programmi a spiegare alla gente le vere intenzioni perchè c'è la Fatwa del capo. Forse è arrivato il momento di smetterla di twittare cazzate e cominciare a rottamare sul serio...
Rossi Mauro 59
Tirano

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