Fra i quasi 100 “possibili esuberi” del personale attualmente impegnato nella ex Provincia di Sondrio, il WWF intende richiamare l'attenzione su un gruppo particolare di una ventina di dipendenti, forse meno, che, secondo l'Associazione, rivestono uno speciale ruolo sul territorio: le Guardie Provinciali.
Senza voler compilare classifiche nel perorare la causa di uno o dell'altro, bisogna riconoscere che parrebbe più semplice la cosiddetta “ricollocazione” del personale “di ufficio” che potrebbe trovare posto all'interno di altri Enti pubblici bisognosi di personale “fresco”, dopo le limitazioni ed i tagli governativi di questi anni.
Viceversa sembrano di più difficile risoluzione le problematiche legate alle superstiti Guardie Provinciali; superstiti di un corposo gruppo professionale che contava 40 effettivi, all'inizio degli anni '80 e che oggi non raggiunge la ventina. Sono state comunque in grado di svolgere un fondamentale ruolo di presidio territoriale e di polizia ambientale scorazzando in lungo ed in largo su un territorio vasto e di controllo difficoltoso come quello della nostra provincia.
Già Guardie Venatorie, dalla loro istituzione hanno soprattutto cercato di dare un senso al “mitico” art. 1- Lg 157/92: “La fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato ed è tutelata nell'interesse della comunità nazionale e internazionale”. Un articolo di legge fra i più apprezzati e citati dagli ecologisti schierati a contrastare pratiche venatorie insostenibili.
Grazie anche all'operato delle Guardie, organizzate e coordinate in un gruppetto provinciale, l'attività della caccia ha potuto svolgersi nel rispetto delle normative vigenti, sono stati perseguiti e repressi atti di illegalità venatoria legati al diffuso malcostume del bracconaggio, al rilascio illegale di selvaggina. Insomma, con tutti i limiti di azione dovuti al sempre più ristretto numero di agenti in servizio , le Guardie Provinciali, quasi da sole, hanno rappresentato il principale argine alla depredazione e al saccheggio della fauna selvatica che essendo di proprietà dello Stato, in quota parte, è un po' anche di tutti noi.
Oggi in tutta Italia, fra le 2600 e 2800 Guardie (a seconda delle Fonti) aspettano di sapere che ne sarà della loro sorte lavorativa; le voci sono varie ed incontrollate, alcune ipotizzano il loro “scioglimento” nel Corpo Forestale dello Stato che però, secondo altre voci, sarebbe a sua volta in via di “squagliamento” e di accorpamento in altro Corpo di Polizia. Uno degli ulteriori pericoli è che vengano buttate all'ammasso capacità professionali pluriennali, approfondite conoscenze del territorio, della flora e della fauna, frutto di anni di attività, spesi per lo più “sul campo” e di centinaia di missioni attuate in tutta la Provincia.
In sostanza, non si tratta solo di salvaguardare dei posti di lavoro, ma di non smantellare un patrimonio di conoscenze e competenze, al servizio di tutti noi cittadini. Non è infatti pensabile che l'assegnazione singola o a gruppetti delle Guardie, a Comunità Montane, piuttosto che a Unione/Consorzi di comuni, mantenga inalterate le capacità operative e di contrasto all'illegalità che garantisce il Corpo come è attualmente organizzato.
Perchè questo non succeda, il WWF chiede al Presidente della “nuova Provincia” che il ruolo delle Guardie venga definito, confermato, rafforzato, messo nero su bianco nello Statuto dell'ente che sostituirà la vecchia provincia.
Una garanzia per noi cittadini e per la nostra FAUNA SELVATICA.
Vaninetti William
presidente WWF Valtellina Valchiavenna
presidente WWF Valtellina Valchiavenna
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