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giovedì 4 dicembre 2014

"LA BUROCRAZIA E LE TASSE STANNO DECIMANDO I PUBBLICI ESERCIZI"

«Nel solo primo semestre del 2014 in Italia hanno chiuso 5mila pubblici esercizi, una fetta pari all’1% del totale. Sulle difficoltà delle nostre imprese ha pesato e continua a pesare la crisi in atto, che ha tra i suoi indicatori più allarmanti la disoccupazione al 12,6% (il 40% a livello giovanile), 6 milioni di italiani in condizione di povertà e un crollo del 10% del potere d’acquisto delle famiglie negli ultimi 7 anni».
Lino Enrico Stoppani, al suo terzo mandato consecutivo quale presidente nazionale della Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi), nella giornata di ieri, martedì 2 dicembre, è stato ospite d’eccezione dell’assemblea dell’Associazione Pubblici Esercizi della provincia di Sondrio, attiva all’interno dell’Unione Cts e presieduta da Piero Ghisla (anch’egli di recente confermato nel consiglio nazionale Fipe).
Ad accompagnare Stoppani nella trasferta in Valtellina, il direttore generale Fipe Marcello Fiore, che si è soffermato sugli aspetti più tecnici e burocratici, fornendo preziosi chiarimenti agli operatori, in merito ai quali è intervenuto anche il funzionario dell’Unione Mauro Romeri. Davvero sterminata la carrellata degli adempimenti, vecchi e nuovi, a cui i pubblici esercizi devono sottostare, e fondamentale, come hanno sottolineato i rappresentati Fipe e dell’Unione, il ruolo delle organizzazioni di rappresentanza nel supportare gli operatori e nell’aiutarli a districarsi in questa selva di incombenze burocratiche e leggi, spesso complesse e di difficile interpretazione.
Solo per fare qualche esempio, un tema scottante è il proliferare di feste, sagre e manifestazioni, una vera e propria criticità per il nostro territorio. «Regione Lombardia – ha ricordato Romeri – sta legiferando per regolamentare la materia, ma lo sta facendo con il progetto di legge n. 172, che, a giudizio dell’Unione, è troppo blando e rischia di vanificare nei fatti l’obiettivo di introdurre un serio ed efficace principio di regolamentazione».
Ma arriviamo ai provvedimenti burocratici di più stringente attualità, come l’obbligo formativo in merito alle ludopatie, appena introdotto a carico degli operatori dei pubblici esercizi che detengono gli apparecchi da gioco. Le nuove disposizioni rappresentano in realtà solo un palliativo per contribuire a risolvere questo fenomeno sociale, rispetto al quale le istituzioni pubbliche hanno un atteggiamento contraddittorio: infatti, da un lato, continuano ad alimentarlo, dall’altro, lo criminalizzano per ‘lavarsi’ la coscienza.
La categoria deve fare altresì i conti con numerosi adempimenti in materia di igiene e sicurezza alimentare, comprese le nuove disposizioni sull’etichettatura degli allergeni previste dal regolamento Ue 1169/2011, disposizioni che entreranno in vigore a partire dal 13 dicembre di quest’anno a carico non solo dei pubblici esercizi quali bar e ristoranti, ma anche di tutti gli operatori del settore alimentare in genere.
Infine, non poteva mancare un cenno alla Legge 161/2014 che, entrata in vigore il 25 novembre scorso, introduce nuovi obblighi per i pubblici esercizi in materia di olio di oliva vergine ed extravergine messo a disposizione della clientela. In sostanza, la nuova norma impone che gli oli di oliva vergini devono essere presentati al cliente in contenitori regolarmente etichettati e forniti di un idoneo dispositivo di chiusura in modo che il contenuto non possa essere modificato senza che la confezione sia aperta o alterata.
Per ogni ulteriore informazione o chiarimento su questi temi, l’Unione è a completa disposizione degli operatori (referenti: Maurizio Canova e Mauro Romeri, tel. 0342-533311).

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