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sabato 6 dicembre 2014

LA CLOACA MASSIMA: ROMA

Quello che sto per scrivere sarà certamente un l’articolo che toccherà i cuori degli italiani onesti. Perciò prego questi ultimi di leggermi sino alla fine anche se lo scritto sarà un po’ lungo.
La Rai, di tanto in tanto, mette in onda programmi meritevoli di lode. Alcuni giorni or sono, sul primo canale e in due puntate, abbiamo visto un filmato dal titolo “Qualunque cosa accada”. E’ stata riproposta la vita di un vero uomo, di un uomo onesto rimasto vittima di sicari provenienti dal nord America. L’uomo era Giorgio Ambrosoli, il mandante del delitto Michele Sindona. Per due serate siamo stati attratti, seguendo il teleschermo, da avvenimenti che hanno dell’incredibile.
Fatti mostruosi accaduti in ambienti malavitosi. Fatti che hanno coinvolto, essendo colpevoli, banchieri, politici, alti responsabili della Curia romana. Qui non voglio entrare nel merito, in quanto avvenuto dopo l’ingrato incarico dato da Ciampi a Giorgio Ambrosoli : liquidatore della Banca Privata Italiana. Desidero invece riportare quanto personalmente ho vissuto negli anni caldi del ’68 a Milano e precisamente dal 1970 al 1975. Ricordo che Ciampi ha dato l’incarico ad Ambrosoli nel 1974. Quindi parlo degli anni roventi delle Brigate rosse. Chi scrive, geometra con la voglia di proseguire negli studi, nel 1970, quarantenne, si è iscritto al Politecnico di Milano, alla facoltà di Architettura. Il Preside di facoltà era quel Paolo Portoghesi, socialista, che ha progettato la Moschea a Roma. Insegnava Storia dell’Architettura. Le sue lezioni, che si svolgevano nel fabbricato denominato “trifoglio”, duravano ore, nessuno fiatava per merito del fascino e delle capacità del professore. Portoghesi vanta numerosi libri dedicati al Barocco romano ed in particolare ai due artefici di Piazza Navona: Bernini e Borromini. L’architetto-professore è rimasto un solo anno a Milano.
Dalla città meneghina se ne è andato indignato perché i figli di papà del Movimento Studentesco, quelli della lotta armata, gli avevano tolto la possibilità di svolgere, con obbiettività, il suo lavoro. Delle sue lezioni magistrali conservo ancora una ventina di dispense. Amici lettori, permettetemi di segnalare alcuni fatti di quegli anni. Era da poco uscito il giornale di Montanelli dal titolo “Il Giornale” e chi scrive frequentava la facoltà con detto quotidiano sotto il braccio. Da incosciente, direi. Infatti quel foglio era odiato dai sessantottini perché il fondatore era un certo Montanelli. Indro fu “gambizzato”, con un colpo di pistola, da quegli sbandati sinistroidi e dai figli di papà che giungevano al Poli non con i mezzi pubblici, ma con le macchine e le moto fuori serie comperate dai loro genitori.
Genitori che i figli ingrati denigravano in facoltà. Nel 1972 i rossi avevano ucciso, a Milano, il Commissario Calabresi. Appresa la notizia ho percorso a piedi il lungo tratto che separava la Facoltà dalla residenza del Commissario. Ho varcato la soglia dell’abitazione dell’uomo vigliaccamente assassinato, ho pregato davanti alla salma. Il mandante dell’assassinio ancora oggi nega le sue colpe ed ha il coraggio di scrivere su compiacenti giornali. Sindona invece, pur essendo condannato come Sofri, si è avvelenato poco dopo l’arresto.
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Certamente sia il Presidente del Consiglio dei Ministri del 1979, anno della morte di Ambrosoli, che gli alti prelati della Chiesa non hanno dato esempi positivi di comportamento. Quindi già allora Roma era paragonabile alla Cloaca Massima di antica memoria, Cloaca che ancora oggi emana putridi odori. Infatti gli ultimi scandali politici risalgono a pochi giorni fa. A Roma quando esplode la malavita non bada a contenere la quantità dei misfatti. Non singoli delinquenti, ma una trentina alla volta, vedono aprirsi le patrie galere. Fa tenerezza il digiunatore Pannella quando consiglia al Governo l’uscita dalle carceri per certi delinquenti. Il politico di vecchia data mira a far migliorare la vita ai reclusi rimasti. Illuso!!! I cento graziati saranno subito sostituiti da cento politici che dai palazzi del Parlamento si dovranno trasferire alle prigioni. Povera Patria abitata da disonesti e alla ricerca della perduta verginità.
Giancarlo Bettini

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