Una baita in montagna completamente in legno, una casa di contadini a pochi metri, noi ragazzi dai villani dipendenti per l’acquisto del latte, alimento quest’ultimo alla base della nostra crescita. Ricordo la nonna che ci allevava perché la mamma, a fondo valle, lavorava e poteva trascorrere poco tempo con noi. Il latte era alla base della nostra alimentazione e ci veniva portato sulla tavola mattina, mezzogiorno e sera. Ero felice, libero di organizzare la giornata con altri giovani. La fionda era la nostra arma e, di tanto in tanto, qualche volatile veniva centrato tra i rami dei pini. Partecipavamo, la domenica, alla S.Messa nella chiesetta del piccolo borgo. Un anziano parroco, dai candidi capelli, aveva il compito di radunarci sulla soglia del sacro luogo dopo l’ultimo suono della campanella. Lassù, a quota 1700, trascorrevo alcuni mesi durante la vacanze estive. Non esistevano pericoli particolari, facili ostacoli alla nostra vivacità. Gli “utili idioti” dell’Unione Europea non erano ancora nati quindi la presenza degli orsi per i nostri genitori era solamente un ricordo.
L’OGGI (UNA SETTANTINA DI ANNI DOPO I MIEI ANNI VERDI)
Sulla stampa, in questi giorni, si sta scrivendo molto sulla salvaguardia della montagna. “Il bosco avanza e invade i pascoli”, “La montagna muore”, “I maggenghi tendono ad essere abbandonati”. Questi alcuni titoli dei giornali locali e nazionali. Orbene, se un’azione fessa poteva essere fatta per l’abbandono della montagna, questa non poteva che essere frutto delle teste bacate che siedono all’Unione Europea. Sono stati reintrodotti, anche da noi nel nord Italia, gli orsi ed i risultati li abbiamo visti: alveari distrutti, asini, mucche, pecore uccise, qualche essere umano in lotta fisica con i plantigradi. Nella prossima primavera 2015 ci aspettiamo altre novità e sarà nostro compito mettere la nostra gente al corrente. Cosa suggeriscono gli animalisti a coloro che hanno i maggenghi? “Recintate questi ultimi e le spese vi saranno pagate”. Pazzie!!! Ora ci chiediamo quali vantaggi porta la reintroduzione dell’orso nell’arco alpino.
Sulla stampa, in questi giorni, si sta scrivendo molto sulla salvaguardia della montagna. “Il bosco avanza e invade i pascoli”, “La montagna muore”, “I maggenghi tendono ad essere abbandonati”. Questi alcuni titoli dei giornali locali e nazionali. Orbene, se un’azione fessa poteva essere fatta per l’abbandono della montagna, questa non poteva che essere frutto delle teste bacate che siedono all’Unione Europea. Sono stati reintrodotti, anche da noi nel nord Italia, gli orsi ed i risultati li abbiamo visti: alveari distrutti, asini, mucche, pecore uccise, qualche essere umano in lotta fisica con i plantigradi. Nella prossima primavera 2015 ci aspettiamo altre novità e sarà nostro compito mettere la nostra gente al corrente. Cosa suggeriscono gli animalisti a coloro che hanno i maggenghi? “Recintate questi ultimi e le spese vi saranno pagate”. Pazzie!!! Ora ci chiediamo quali vantaggi porta la reintroduzione dell’orso nell’arco alpino.
Gli svantaggi li abbiamo toccati con mano. Qualche animalista sostiene che i turisti saranno attratti dalla novità. Ci par di vedere un turista sdraiato per non farsi notare, in osservazione con il cannocchiale . Un giovane orso davanti, ad una certa distanza, che pascola. La mamma del giovane orso alle spalle del turista. Il gitante, dal rumore, si accorge del tutto. Quale la sua reazione? Quella naturale di riempire gli indumenti intimi con gli escrementi dei pasti precedenti. Se fosse tutto qui quel turista può definirsi fortunato. Se fossi Forattini potrei continuare per fare sorridere i lettori. Ma la pensata dei politici potrebbe avere conseguenze gravi. Non vorrei riportare una futura morte di un essere umano a causa della pensata europea. Ho già scritto che in tal caso, tramite legale, denuncerò l’intera Unione Europea. Sino a pochi anni or sono nessuna iniziativa seria era stata presa per aiutare la sopravvivenza della montagna. Il Corpo Forestale, qui da noi, aveva il compito di segnare, con pittura rossa, gli alberi di alto fusto da tagliare. La montagna non interessava agli uomini di governo. Sappiamo che quando si taglia un bosco, per decenni, i nuovi alberi non potranno dare frutti economici. Quindi l’attivarsi non era pane per i denti dei politici. Per invogliare oggi i giovani al dedicarsi all’agricoltura montana bisogna garantire loro la sopravvivenza economica. Questo è un dovere sacrosanto per un governo degno di essere chiamato tale.
IL DOMANI (CHE CI AUGURIAMO)
Siamo, come italiani e come europei, in un periodo difficile. Non ci rendiamo conto del futuro che ci aspetta. A Roma ci potranno ritenere, noi bipedi della Provincia di Sondrio, degli egoisti. Per quale motivo? Perché desideriamo l’indipendenza dalla Capitale. Desideriamo avere quello che hanno le Regioni vicine, il Trentino e l’Alto Adige. Con l’avvento di Maroni quale Governatore della Regione Lombardia, con quanto ha in animo, qualche speranza per il futuro l’abbiamo. Vediamo, come si usa dire in questi tristi anni, una luce in fondo al tunnel. Maroni non ci promette una indipendenza totale, un totale distacco dal resto della Lombardia. Anche perché, da persona accorta, sa che Roma non ce lo permetterebbe. Ci promette però un trattamento speciale, una certa autonomia.
Siamo, come italiani e come europei, in un periodo difficile. Non ci rendiamo conto del futuro che ci aspetta. A Roma ci potranno ritenere, noi bipedi della Provincia di Sondrio, degli egoisti. Per quale motivo? Perché desideriamo l’indipendenza dalla Capitale. Desideriamo avere quello che hanno le Regioni vicine, il Trentino e l’Alto Adige. Con l’avvento di Maroni quale Governatore della Regione Lombardia, con quanto ha in animo, qualche speranza per il futuro l’abbiamo. Vediamo, come si usa dire in questi tristi anni, una luce in fondo al tunnel. Maroni non ci promette una indipendenza totale, un totale distacco dal resto della Lombardia. Anche perché, da persona accorta, sa che Roma non ce lo permetterebbe. Ci promette però un trattamento speciale, una certa autonomia.
E’ arcinoto che le nostre valli sono state prosciugate con la costruzione delle centrali idroelettriche, che per detto scempio il BIM di Sondrio riceve annualmente un non adeguato compenso. I valtellinesi ed i Valchiavennaschi per il futuro chiedono il governo di dette acque. E’ fatto arcinoto che per la realizzazione di una parte della superstrada 38, la Colico-Lovero gli Enti locali valtellinesi hanno dovuto contribuire aiutando l’Anas a far quadrare i bilanci. Probabilmente questo aiuto è unico in Italia. Una Provincia che dà suoi denari per la costruzione di una strada dello Stato. Aggiungo che nelle nostre valli, come in quelle del Trentino, non trova asilo certa malavita romana. Thomas Mann, l’autore del famoso libro “La montagna incantata”, ha ambientato tutto sulle Alpi svizzere, a Davos. Montagne incantate quelle elvetiche, montagne incantate anche le nostre. Giorgio Torelli, scrittore nostro, diversi anni fa, in una Conferenza tenuta presso la Banca Popolare di Sondrio aveva sollecitato i giovani ad agire. Aveva detto loro di svegliarsi, di intraprendere. Quella lezione di vita è ancora attuale. La globalizzazione ha portato i nostri figli, i nostri nipoti ad invecchiare davanti a quell’aggeggio schifoso “computerizzato”. Preferirei che i nostri giovani, come nei miei anni verdi, ritornassero alle passeggiate con gli amici, alla diversa visione della natura. Con l’aiuto di collaudate guide!!!
Giancarlo Bettini
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