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mercoledì 25 febbraio 2015

"CIAMÀ L’ÉRBA", ANCHE A TEGLIO SI SOLLECITA IL RISVEGLIO DELLA NATURA

Domenica 1 marzo 2015 a Teglio continua l’antica tradizione del “CIAMÀ L’ÉRBA”. Organizzato dalla Parrocchia di Teglio e dal Gruppo Folcloristico “Gent De Paes” nel pomeriggio le vie di Teglio saranno allietate dal “concerto” dei campanacci. Alle ore 15.30 il ritrovo dei due gruppi (il primo nel parcheggio di via Roma di fronte all’Hotel Miravalle ed il secondo in via Tudori davanti all’ex bar Torre). Alle ore 16.00 i due gruppi si uniranno nel piazzale della scuola per poi proseguire lungo le vie del paese fino ad arrivare al Salone dell’Oratorio di Teglio dove è previsto il “Marindin” proprio come voleva la tradizione.

Cenni storici

Tra la fine del mese di febbraio e l’inizio del mese di marzo a Teglio (come in altre zone alpine) era antica tradizione sollecitare il risveglio della natura con campanelle, campanacci e corna da pecoraio. Un rito molto importante per gli agricoltori che speravano sempre in una stagione favorevole per l’ottima produzione di fieno e di frutti della terra da cui dipendeva tutta l’economia contadina. Infatti, la sicurezza di poter sfamare la famiglia ed eventualmente migliorare la ricchezza della stalla era in stretto rapporto con il fieno prodotto.
L’impegno di questo antico rito era affidato ai ragazzi e ai giovani adolescenti i quali, negli ultimi giorni di febbraio e nei primi di marzo, nel pomeriggio , andavano nei prati a “CIAMÀ L’ÉRBA” divertendosi a scampanare e a trovare armonie grezze e suggestive. (Ad esempio il modo di suonare a Teglio, mettendo alla cintura il campanaccio, è diverso il modo di suonare della contrada di San Rocco, che impugna con le mani due campanacci. Comunque entrambi si dispongono a cerchio).
Il prato, sentendo il suono solitamente prodotto dal brucare delle mucche munite dei campanacci, avrebbe capito che il rigido inverno era superato e che l’erba poteva iniziare il suo ciclo vegetativo. I ragazzi del paese rendevano quindi un servizio prezioso alla comunità anticipando il più possibile il risveglio della primavera. Per questo motivo, nel tardo pomeriggio, soprattutto verso la fine della settimana, andavano nelle contrade a ripetere il “concerto” dei campanacci per annunciare di aver assolto il loro dovere e perciò richiedere la meritata ricompensa gridando nei pressi delle case: “LIMÓSNA AI SAMPUGNĚ”. Tutti i paesani, a seconda delle possibilità, offrivano qualcosa: vino, farina, salsicce, pane di segale… I giovani utilizzavano le offerte per una allegra serata insieme, animata da canti e burle.
Più recentemente (con ogni probabilità dopo la fine della seconda guerra mondiale) la cena dei “SAMPUGNĚ” era a base di “MACARUN” (maccheroni) forse ritenuti un piatto insolito per chi aveva già in casa farina di saraceno. All’inizio degli anni ’80 (1980) il giovane gruppo folcloristico di Teglio “GENT DE PAES” del Centro Tellino di Cultura (C.T.C) riscoprì la tradizione “CIAMÀ L’ÉRBA” ormai abbandonata così come quella del “GABINAT”.
Per una ventina d’anni, grazie al gruppo folcloristico, queste tradizioni, unitamente al costume tellino, ebbero nuova vita ed attenzione da parte del paese.

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