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domenica 15 febbraio 2015

CRISI DEL LEGNAME, AZIENDE TIRANESI IN ALLARME

Come abbiamo avuto modo di analizzare nei giorni scorsi, il mercato dei legnami della Valtellina, e di Tirano, ha subito un grosso contraccolpo a causa dell'aumento della forza del franco nei confronti dell'euro. Se da una parte questo significa una diminuzione degli introiti economici e di posti di lavoro in Valposchiavo, dall'altra, ovviamente, ci sono le aziende acquirenti, dislocate prevalentemente in Valtellina, e nel tiranese, in difficoltà.
Queste ultime acquistano circa l'85% del legname in Svizzera (circa 133 000 metri cubi di tondo segato), e di questo circa il 10-15% (circa 17 000 metri cubi) proviene dalla Valposchiavo. Ora si trovano in forte difficoltà a causa dell'aumento dei prezzi: “Tutto deve essere rinegoziato – spiega Paolo Ninatti, amministratore unico dell'Industria Legnami Tirano - i contratti, i rapporti ecc.".
Sul fronte svizzero, l'incontro della settimana scorsa tenutosi a Poschiavo, ha confermato la volontà di continuare a tagliare il legname per le esportazioni. "Al momento – continua Ninatti – ci sono tante parole, ma pochi fatti. Attualmente continuiamo a comprare dalla Confederazione elvetica, ma bisognerà vedere nel breve periodo le quantità disponibili sul mercato”.
“Anche noi siamo in seria difficoltà – ammette Laura Ghilotti, proprietaria insieme ai familiari della Segheria Ghilotti di Tirano – perché i tempi di risposta dei vicini svizzeri potrebbero essere troppo lunghi rispetto alle nostre necessità. Ma allo stato attuale non abbiamo alternative perché il prezzo che incide di più nell'acquisto del legno è il trasporto: quindi, più il mercato è vicino meglio è. Dobbiamo adeguarci anche se questo vuol dire chiedere la cassa integrazione per alcuni dei nostri dipendenti”.
“Per la Valtellina – spiega il sindacalista CISL Emanuele Merazzi – le alternative sono di due tipi:
  1. se si trova un accordo sul prezzo tra i commercianti valtellinesi e svizzeri allora si va avanti sulla strada tracciata in questi anni;
  2. in alternativa, probabilmente, le aziende della provincia di Sondrio dovranno puntare sulla filiera bosco-legno, anche se per attuare questo processo ci vorrà molto tempo e tanta burocrazia”.

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