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giovedì 12 marzo 2015

PADRE RAED, DIRETTORE DELLA CARITAS DI GERUSALEMME, IN VALTELLINA

Lunedì 16 marzo alle ore 20.30 presso la sala Vitali del Credito Valtellinese di Sondrio si terrà un incontro con Padre Raed Abusalhia, già parroco di Taybeh in Cisgiordania e direttore generale della Caritas di Gerusalemme: occasione rara per ascoltare notizie sui cristiani di Terrasanta e su esempi di resilienza del popolo palestinese. Titolo della serata "L'ulivo e la lampada", simbolico e significativo.
Promuovono l'incontro l'Associazione Oltre il Mare, Il Centro di Documentazione Rigoberta Menchù e La Bottega della Solidarietà, con l'adesione della Caritas Provinciale di Sondrio. Martedì 17 marzo l'incontro sarà replicato a Morbegno presso il Cenacolo Marchesini in via Cappuccini (vicino alla chiesa di San Giovanni) alle ore 20.30. Promotori: Punto Pace Morbegno, Il Centro di Documentazione Rigoberta Menchù e Oltre il Mare, con l'adesione della Caritas Provinciale di Sondrio.
"Partecipare a queste conferenze è un modo concreto di essere solidali con i cristiani di Terra Santa, con i palestinesi; per informarci e per far conoscere questo sacerdote, coraggioso e generoso, impegnato in opere di promozione sociale tra la sua gente e per la pace in Palestina", dichiara il presidente del Centro di Documentazione Rigoberta Menchù, Luigi Fioravanti.
Padre Raed Abusalhia è parroco di Taybeh, l’unico e ultimo villaggio interamente cristiano della Palestina. Attorno a Taybeh ci sono trentamila alberi d’olivo. Da qui l'idea di far diventare l'olio una fonte di reddito cosicché la gente del villaggio non dovesse più lasciare il luogo nativo in cerca di lavoro altrove. Padre Raed ha cominciato a distribuire l'olio in Europa attraverso il commercio equo e solidale.
"Volevamo infine trasformare il prodotto in un messaggio di pace - spiega il parrocco in un intervista rilasciata a don Nandino Capovilla di Pax Christi (e che trovate allegata nella sua versione integrale) - Ho studiato molto la nonviolenza e ho scoperto che tutte le religioni parlano di pace e predicano l’amore, ma il loro problema è che spesso non sanno viverlo. In nome di Dio hanno fatto e giustificato guerre e massacri. Ci siamo convinti che dobbiamo utilizzare l’ultima arma a nostra disposizione per chiedere la grazia della pace: la preghiera. Abbiamo proposto di mettere una lampada della pace che fabbrichiamo qui a Taybeh a forma di colomba in ogni chiesa del mondo. A due condizioni: la prima è di pregare per la pace in Terra Santa, la seconda di usare l’olio della Terra Santa per illuminarla.
Per trasformare la lampada, l’olio e la luce in un messaggio di pace e solidarietà. Mentre chi governa spende miliardi per distruggere il mondo, noi qui al villaggio produciamo lampade, diamo lavoro a decine di persone che cosi prendono un salario mensile fisso, spediamo, ogni anno, venticinquemila lampade in ogni paese. La nostra strategia è di mettere centomila lampade in centomila mila chiese in 5 anni nei 5 continenti… Se lo facciamo, se tutti pregheremo per la pace, il Signore dovrà ascoltarci: non avrà più scelta".

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