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venerdì 20 marzo 2015

PROVERA A DONBASS PER AIUTARE I PROFUGHI UCRAINI DI ORIGINE RUSSA

Ci sono profughi presenti costantemente sui mass media che raccolgono consensi, altri che vengono dimenticati, come gli ucraini di origine russa che popolano la zona del Donbass, nell’Est del Paese, devastata dalla guerra, che non possono contare sugli aiuti internazionali. Sulle necessità di queste persone la Copam, l’organizzazione non governativa fondata dall’europarlamentare Fiorello Provera 18 anni fa, ha costruito un progetto denominato “Sulla linea del fuoco” attraverso il quale portare cibo e medicine.
Reduce da un viaggio nel Donbass, 1250 chilometri e 18 ore di auto da Mosca, Provera ha presentato il progetto insieme a Giuliano Pradella, medico di lunga esperienza, con lui in altre missioni effettuate in diversi Paesi dell’Europa dell’Est e dell’Africa tra la fine degli anni Novanta e i primi anni Duemila. Un ritorno all’antica passione, la cooperazione internazionale, per l’ex presidente della Provincia di Sondrio Provera che può mettere a frutto le relazioni internazionali intessute durante i suoi cinque anni da vice presidente della commissione Affari esteri del Parlamento europeo.
A Lugansk ha parlato con la gente per capire quali sono le reali necessità, toccando con mano una realtà drammatica: denutrizione diffusa per la mancanza di molti generi alimentari, carenze nel settore sanitario. «Soltanto recandomi nella zona di persona ho potuto comprendere ciò che serve a queste persone - spiega Provera -. Ora abbiamo le idee chiare su come intervenire: innanzitutto portare da mangiare e curare perché mancano i medici e scarseggiano i farmaci». Nella definizione delle priorità in ambito sanitario è sostenuto da Pradella: «Per la Copam, come già in passato, metto a disposizione le mie competenze e la mia esperienza, sia nella gestione dell’emergenza che nell’organizzazione dei servizi ospedalieri. Nel Donbass pensiamo di allestire dei presidi mobili sanitari per poter raggiungere il maggior numero di persone possibile».
Un’iniziativa slegata dai governi e dai partiti che raccoglie aiuti non statali e che vuole essere neutrale per garantire la massima efficienza: «Queste sono le nostre prerogative - conclude Provera -. Abbiamo creato una rete di osservatori locali nella zona ed entro poche settimane porteremo aiuti a una popolazione che non può più aspettare poiché vive una condizione di profonda sofferenza».
L’impegno della Copam, acronimo di Cooperazione per l’aiuto al mondo, continua: dopo l’Albania, la Somalia, la Romania, il Kenia, la ex Yugoslavia, la Bulgaria, l’Eritrea e l’Azerbaijan, ora tocca all’Ucraina e ai profughi di una guerra dimenticata.

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