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giovedì 26 marzo 2015

QUASI SERIE (11): UN RAMOSCELLO DI ULIVO, A CONDIZIONE...

“Laudato si, mi Signore per sor’acqua, la quale è multo utile et umile et pretiosa et casta”
Dal libro “L’ingenuo Polentone Controcorrente” dato alle stampe nel lontano 2005, a pagina 113, scrivevo:
“Di tanto in tanto rileggiamo la sentenza emessa, al Tribunale di Sondrio, dalla dottoressa Anna Maria Rossi. Con l’amico Frizziero eravamo finiti al Palazzo di Giustizia, trascinati da un esposto del Direttore dell’AEM di Milano Augusto Sacchi, nel novembre 1991. A Sacchi non era piaciuto il nostro pezzo che castigava il comportamento dell’azienda meneghina. Oggi desideriamo riportare alcuni passaggi della citata sentenza, frutto della sensibilità di una donna Giudice. Quella donna non è più in Valtellina, ma sempre la ricordiamo. Ci dicono che ha chiesto di ritornare alla natia Emilia. Le giungano il nostro augurio di ogni bene sul lavoro, la nostra riconoscenza.”
Dalla sentenza sopra citata riporto alcuni passaggi:
“In primo luogo va richiamato, a sfondo della presente vicenda il diritto di critica e di cronaca che connota l’attività del giornalista e costituisce una imprescindibile manifestazione del pensiero, garantito dall’art. 21 della Costituzione. Tale diritto corrisponde all’interesse pubblico all’informazione e consente di raggiungere, sulle pagine della stampa, toni critici e polemici che non sarebbero consentiti in altre sedi, proprio perché nel contradditorio che così viene a sorgere in ordine ai temi che presentano profili di interesse comune, meglio realizza la funzione di informazione, di orientamento e di moralizzazione della vita sociale, che sono proprie della cronaca, nella sua più vasta accezione. Premesse queste brevi considerazioni valide in via di principio, si osserva che gli insediamenti idroelettrici in Valtellina sono da anni al centro del dibattito che vede contrapporsi da una parte gli interessi privati e pubblici relativi alla produzione di energia, dall’altra la tutela dell’ambiente e dei suoi equilibri. Ora, nell’articolo in esame il Polentone svolge alcune valutazioni, sicuramente critiche, ma comunque contenute nei limiti del civile dibattito, in ordine alla condotta dell’AEM che, a parer suo, dà luogo ad uno scellerato sfruttamento delle risorse idriche della valle senza dare spazio alle richieste locali volte ad ottenere un minimo deflusso costante di acque nei letti dei torrenti. Si tratta , per quanto sopra detto, di argomento di sicuro interesse per la collettività.”
La vertenza è terminata con l’assoluzione di Alberto Frizziero e mia. Sono convinto che nessun valtellinese avrebbe saputo comprendere quanto ha compreso la dottoressa Anna Maria Rossi. A distanza di anni, siamo nel 2015, ringrazio ancora quel Giudice. Forse avrà raggiunto i gradi più alti della Magistratura. Sarebbe un riconoscimento meritato. Del Direttore dell’AEM ing. Augusto Sacchi, nostro accusatore, ho saputo che è stato colpito dal virus di Tangentopoli.
Per quale motivo ho ripreso oggi quel fatto di tanti anni fa? Perché domenica 22 marzo si è celebrata la giornata mondiale dell’acqua. Papa Francesco, all’Angelus, ha ripreso alcuni passi dal Cantico delle Creature del santo di Assisi. Il giorno precedente, sabato, su “Centro Valle” mi ha colpito una foto dell’amico Sandro Sozzani e il titolo dell’articolo: “Concessioni idroelettriche, troppe questioni devono essere ancora chiarite”. Alcune grosse concessioni idroelettriche stanno per scadere ed una certa società altoatesina, l’Eisackwerk sembra prossima alla presentazione della domanda di partecipazione. Sozzani mi conosce, conosce il mio carattere e sa che lo ritengo una delle poche persone che quando promette qualcosa lo mantiene. Mi auguro che le nostre acque non vengano ulteriormente sottratte da qualche morto di fame. Ricordo quando in Alto Adige, in val Passiria, un certo Klotz ha fatto saltare dei tralicci. Mi auguro che domani non avvenga l’inversione dei luoghi delle esplosioni. Che nessuno tocchi ancora le nostre acque!
Giancarlo Bettini

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