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martedì 4 maggio 2010

FIABA: "LE FARFALLINE ROSSE"

Invito per i genitori alla lettura di una fiaba per bambini. Il racconto si inserisce nei festeggiamenti del "Centenario del Trenino Rosso del Bernina".

FIABA: "LE FARFALLINE ROSSE"

I cuoricini dei bambini di Valtellina e Valposchiavo trasformati in farfalline rosse

La fiaba del Trenino Rosso del Bernina

Un giorno di tanti e tanti anni fa, quando ero bambino, passeggiando con la mia nonna Virginia presso la Basilica di Madonna di Tirano, sentìi un lungo fischio e un rumore assordante. Mi guardai intorno ma non vidi nulla, sentìi però il terreno tremare sotto i miei piedi. Quando il rumore si fece più sordo e possente vidi sbucare tra la fila d’alberi e una grande casa un lungo serpentone rosso e fischiante. Con occhi grossi come quelli di un gufo nel cuore della notte guardai il serpentone che mi passò davanti fischiando di nuovo. Mia nonna mi afferrò subito la manina per trattenermi mentre io con il ditino teso le chiesi spaventato “ nòna, nòna cos’è ? “. Lei mi rispose divertita “ l’è ‘ l trènu ! E’ il trenino rosso del Bernina !” .
Era la prima volta che vedevo un treno. Domandai alla nonna perché strisciasse per terra come le lumache che avevo visto a Ronco e perché facesse così rumore e fischiasse; lei con una carezza mi prese in braccio e mi disse ” Car raisìn, il treno non striscia per terra come una lumaca; guarda bene e vedrai che ha le ruote e corre sui binari di ferro; è rumoroso e fischia per farsi sentire dalla gente che così lascia libera la sua strada”. Io, sempre con il ditino teso, dissi alla nonna “ che bèl ‘l trènu, nòna , voglio salire sul treno ! ”. Mia nonna a stento mi trattenne tra le braccia finchè il treno scomparve tra le case lungo la stradone che porta al confine, poi mi posò per terra e accarezzandomi mi disse ; “ Car Eziu, per ‘ndà cun ‘l trénìn Rùs del Bernina ci vogliono tanti soldini “ .
Povera nonna. Lei veramente i soldi non li aveva e per tenermi tranquillo e contento mi raccontò questa storia che, alcuni dicono, sia vera.
“Tanti e tanti anni fa, quando ancora c’era tuo nonno Giacomo, a mezzogiorno, quando si sentivano i rintocchi del grande orologio del campanile della basilica di Madonna di Tirano, si vedeva passare un gruppo di farfalle rosse che volteggiava intorno alla Basilica e poi proseguiva aleggiando su e giù lungo il viale fino a Tirano, poi si fermava tra i fiori dei prati della stazione delle Ferrovie italiane perché allora non c’era ancora il trenino Rosso del Bernina.
Le farfalle volteggiavano allegre tutto il pomeriggio, ma all’ imbrunire lo stormo di farfalle rosse si alzava, ripercorreva il bel viale e dopo avere fatto un giro intorno alla Basilica andava a riposarsi nei freschi prati di Poschiavo; così le farfalle facevano per tutta l’estate. La gente si chiedeva perché tutte quelle belle farfalle rosse, tutti i santi giorni, facevano la spola Poschiavo – Tirano. Un giorno finalmente tuo nonno Giacomo, che faceva il facchino alla stazione del Bernina ed era amico di tutti, anche delle farfalle rosse, lo scoprì.
Una grossa farfalla rossa, forse la più bella di tutte e forse anche la più pettegola e birichina, gli si appoggiò sull’orecchio sinistro e spifferò tutto a nonno Giacomo e disse “ Noi farfalle rosse siamo i cuori dei bambini buoni di Tirano e di Poschiavo; la fata di Miralago ci ha trasformati in farfalle perché tra di noi bambini c’è grande amicizia e amiamo immensamente le nostre due belle valli.
I bambini poschiavini amano la Valtellina perché essa dona tanti buoni prodotti da mangiare e buon vino, i bambini valtellinesi amano la valle di Poschiavo perché è un valle da fiaba dove i monti innevati, i verdi prati e il cielo cristallino si specchiano nel lago come in Paradiso. Ecco perché noi farfalle rosse ci troviamo ogni giorno per giocare insieme volteggiando tra le due valli e nel nostro giocoso viaggio, per un momento, ci fermiamo alla Basilica girandole intorno per dire una preghierina di ringraziamento al Signore per l’immensa bellezza che ci ha donato. Tutti sanno che il Signore vede e sente tutto; così un bel giorno decise di premiare le farfalle rosse, che erano poi i cuoricini buoni dei bambini e di trasformarle in belle, luminose confortevoli carrozze rosse di un treno da sogno per far in modo che ogni giorno per anni e anni e nei secoli futuri le carrozze rosse trasportassero tanta gente per ammirare lo spettacolo della natura. Fu così che il Signore creò il Trenino Rosso del Bernina e, ancora oggi, quando giunge presso il Santuario della Madonna di Tirano rallenta la sua corsa quasi sino a fermarsi e fischia lungamente in segno di ringraziamento alla Madonna di Tirano; poi quando arriva nel borgo di Brusio sul ponte circolare in pietra aleggia come una farfalla tra i prati verdeggianti a ricordo dei cuoricini buoni dei bambini di Valtellina e Valposchiavo.”
E’ passato tanto tempo da allora e anch’io sono diventato nonno; ora penso veramente che la storia che mi raccontò mia nonna sia vera perché ho visto tanti e tanti bambini salire allegri e felici sul trenino Rosso del Bernina alla stazione di Tirano e, al loro ritorno, i loro occhi brillavano di gioia e le loro palpebre battevano gioiose come le ali delle farfalline rosse.

Nònu Eziu

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