Il mondo ha vissuto un 2009 difficile, un annus horribilis che si è caratterizzato per le criticità nel settore creditizio, per il calo dei consumi, per la diminuzione della produzione industriale, per i problemi sul fronte occupazionale e per le ripercussioni negative sull’export. Un’aria pesante che ha investito anche la provincia di Sondrio, ma in maniera meno invasiva, frenata dall’eterogeneità del nostro sistema economico composto di piccole e micro imprese impegnate in settori diversi e contrastata dall’azione delle istituzioni e delle banche locali. La sola Camera di Commercio di Sondrio ha investito nel 2009 oltre due milioni di euro, un record per la sua storia, in attività di promozione economica, di cui quasi trecentomila in iniziative specifiche di accesso al credito. Gli istituti di credito locali, cresciuti nel territorio e con il territorio, si sono dimostrati sensibili alle difficoltà evitando la temuta stretta creditizia che in altre realtà ha messo in ginocchio le imprese. E fondamentale si è confermato il ruolo di ammortizzatore sociale svolto dalle imprese che hanno contenuto gli effetti della crisi occupazionale. Complessivamente, le imprese attive, 15.487 alla fine del 2009, sono diminuite di 113 unità. Nella nostra provincia il calo della produzione industriale è stato il più basso a livello lombardo (-3,9%) e il numero di ore di cassa integrazione, anche se è aumentato del 212%, quindi triplicato rispetto all’anno precedente, è rimasto contenuto rispetto al monte ore lavorate.
Una conferma delle potenzialità del nostro territorio è giunta dal settore primario, anticiclico, che, grazie alla spinta dei prodotti tipici a marchio europeo, si è mantenuto sui livelli degli anni scorsi. Diverso il caso del manifatturiero che ha risentito in maniera più evidente della crisi ( -12,87% imprese attive nell’industria manifatturiera rispetto all’anno precedente), così come il commercio (-2,22% imprese attive rispetto al 2008) che ha patito la contrazione dei consumi. Performance decisamente migliore per il turismo (+1% arrivi e +0,9% presenze), favorito da condizioni meteorologiche che hanno garantito neve in inverno e alte temperature in estate. La provincia di Sondrio si è confermata ultima in Lombardia per i livelli di import (circa 417 milioni di euro) ed export (507 milioni di euro): la scarsa propensione verso l’estero delle nostre imprese le ha in parte protette dalle conseguenze negative della crisi ma, nella prospettiva di una ripresa, rischia di precludere loro la possibilità di sfruttare l’effetto traino delle esportazioni. Su questa dinamica influisce negativamente la ridotta dimensione aziendale che è anche la principale causa, insieme alla bassa patrimonializzazione, dell’insufficiente valorizzazione del capitale umano e dello scarso appeal del territorio su questo fronte.
L’analisi dei dati congiunturali relativi al 2009 conferma quali inossidabili punti di forza dell’economia provinciale la flessibilità imprenditoriale, la diversificazione settoriale, la disponibilità di risorse energetiche, la forte coesione istituzionale, il solido sistema di banche locali. Tra i settori spiccano il turismo, l’alimentare strettamente connesso al territorio con i suoi prodotti tipici, i comparti del legno e lapideo e il metalmeccanico che guarda all’export. Punti di debolezza appaiono invece le infrastrutture viarie, ferroviarie e telematiche, le ridotte dimensioni aziendali, la scarsa propensione all’innovazione e all’internazionalizzazione, la difficoltà nell’inserimento dei laureati, il ricambio generazionale e gli elevati costi di produzione.
In questo contesto delineato dai numeri e arricchito dall’analisi, evidenziati punti di forza e punti di debolezza, la relazione sull’andamento economico del 2009” predisposta dalla Camera di Commercio, viene arricchita da un ampio riferimento allo “Statuto Comunitario per la Valtellina”, dovuto alla elaborazione del professor Alberto Quadrio Curzio, che trova i propri principi fondanti nella solidarietà, nella sussidiarietà e nello sviluppo sostenibile. Il richiamo allo Statuto Comunitario arricchisce il contenuto valutativo della relazione, ponendosi come una lente d’ingrandimento o punto di osservazione attraverso il quale individuare possibili direttrici su cui basare lo sviluppo.
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