“Duplice lo scopo dell’incontro - spiega Ugo Parolo – in prima battuta ci presentiamo al Presidente Napolitano come Uncem per chiedere il rispetto dell’articolo 44 della Costituzione in cui è contenuto il concetto di “tutela della montagna”. Di fronte alle risorse già estremamente ridotte e alle difficoltà dei territori montani è necessaria una presa di posizione del garante della Carta costituzionale al fine di evitare nuovi tagli dei trasferimenti dallo Stato”.
Parolo si soffermerà con il Presidente Napolitano anche per affrontare il tema delle concessioni idriche consegnando una missiva condivisa da tutte le rappresentanze e le Istituzioni della Provincia di Sondrio. La lettera (infondo alla pagina) è sottoscritta da tutti i sindaci della Provincia di Sondrio, dai presidenti delle Comunità montane, dai Parchi dello Stelvio e delle Orobie, dalle Organizzazioni sindacali, dalle Associazioni di categoria, dalla Camera di Commercio, dal Bacino imbrifero montano, da Legambiente, dall’Unione pesca sportiva, dall’Intergruppo acqua della Provincia di Sondrio e da altre rappresentanze territoriali. Analoga missiva, firmata dai sindaci delle Province di Belluno e Verbano Cusio Ossola, sarà consegnata creando un legame simbolico forte tra le tre province interamente montane.
“Nella lettera che consegnerò al Presidente – aggiunge Parolo – viene illustrato lo stato attuale dello sfruttamento dell’acqua a fini idroelettrici e si manifesta la necessità, ora che le concessioni sono in scadenza, di rivedere totalmente il PATTO con il territorio. Viene chiesto al Presidente di farsi garante affinché vengano riconosciuti alla nostra terra una quota equa dei proventi. In Lombardia il mercato dell’energia idroelettrica è quantificato in circa un miliardo di euro all’anno e solo una quota tra il 3 e il 4 % viene riconosciuto al territorio attraverso i canoni e i sovracanoni. Tutte le istituzioni e le associazioni senza divisione alcuna chiedono che una quota significativa di questa ricchezza torni ai cittadini”.
La questione acqua è stata anche al centro del Consiglio regionale che ha approvato l’ordine del giorno presentato dalla Lega Nord, con relatore il consigliere Parolo, grazie al quale la Giunta Formigoni si è impegnata a sottoscrivere intese con il territorio per definire le regole sulla riassegnazione delle concessioni idroelettriche.
LA LETTERA RIVOLTA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Oggetto: scadenza concessioni idroelettriche. Conseguenze su territori montani
Prot. N.
Sondrio, 22 giugno 2010
Signor Presidente,
Dopo oltre Sessant’anni, scadono a partire dal 31 dicembre 2010 le concessioni idroelettriche per la gestione delle dighe. Le decisioni che saranno assunte nei prossimi mesi segneranno in modo indelebile non solo il nostro destino, ma anche quello delle future generazioni.
Crediamo di non esagerare nel sostenere che, con il rinnovo delle concessioni idroelettriche, la montagna giochi la partita del secolo.
La maggior parte dei grandi invasi artificiali è stata realizzata dagli anni trenta agli anni sessanta.
La realizzazione degli impianti costituì oggettivamente anche un’occasione di sviluppo per i territori montani: furono realizzate infrastrutture e si crearono molti posti di lavoro.
Da allora nulla è stato più riconosciuto ai territori di montagna e alle sue genti, che tanti sacrifici, disagi e pericoli hanno subito e subiscono per la presenza di dighe, centrali, tralicci ed elettrodotti.
Ai nostri territori viene “elargito” un canone concessorio che può essere stimato intorno al 3/4% del valore di mercato dell’energia prodotta.
Ora abbiamo l’occasione di riscrivere il PATTO. Ora riteniamo sia giunto il momento di dare la possibilità alla gente di montagna di concorrere direttamente alla gestione della risorsa idrica.
In un quadro solidaristico siamo orgogliosi di contribuire al fabbisogno energetico nazionale e intendiamo continuare a farlo, ma siamo anche convinti che reclamare un equo riconoscimento economico e un giusto coinvolgimento gestionale, altro non sia che chiedere il rispetto dell’art. 44 della nostra Carta Costituzionale.
Le scriviamo, tramite UNCEM, dalla Valtellina e dalla Valchiavenna, che da sole garantiscono il 50% dell’energia idroelettrica lombarda e oltre il 13% di quella nazionale, ma è come se le scrivessero tutte le valli e le montagne, da nord a sud, che ospitano i 450 grandi impianti idroelettrici presenti sul nostro territorio.
UNCEM ha organizzato una giornata di mobilitazione e sensibilizzazione nazionale per il giorno 26 giugno, che abbiamo denominato “Diga Day” e che vedrà la partecipazione, in molte regioni d’Italia, dal Friuli-Venezia-Giulia alla Sardegna, di cittadini e istituzioni locali presso gli impianti idroelettrici.
Il giorno successivo, domenica 27, l’epicentro delle manifestazioni sarà la provincia di Sondrio, con una mobilitazione generale sostenuta e promossa dal Comitato Istituzionale Acque, presieduto dal Presidente della Provincia Massimo Sertori, e composto da tutti e 78 i Sindaci di Valtellina e Valchiavenna, dalle associazioni sindacali e di categoria e dalla Camera di Commercio, a cui si aggiungeranno le delegazioni provenienti dalle altre province e regioni.
La “Giornata dell’Acqua” sarà caratterizzata dalla presenza pacifica e festosa della gente di montagna, ma allo stesso tempo determinata a far valere i propri diritti, lungo gli argini dell’Adda sino a formare una catena umana.
E’ un segnale forte di richiesta di attenzione, è il segnale inequivocabile che la gente di montagna è consapevole di essere di fronte ad una scelta epocale.
Spetta alle Istituzioni interpretare in maniera corretta le aspettative e dare risposte adeguate.
Signor Presidente,
nella manovra finanziaria correttiva deliberata dal Governo al comma 6 dell’art. 15 è previsto addirittura un canone aggiuntivo sulle concessioni idroelettriche a totale vantaggio dello Stato.
Scelta che non solo tradisce le aspettative del territorio, ma che addirittura appare in contrasto con l’approvazione definitiva del Decreto Legislativo sul federalismo demaniale, che ha trasferito la proprietà del demanio idrico alle Regioni.
Le chiediamo, quale garante della Carta Costituzionale, di vigilare affinché le istanze che le abbiamo rivolto possano trovare equa soddisfazione.
La più grande diga italiana è dedicata simbolicamente a Luigi Einaudi, primo Presidente della Repubblica Italiana, che come Lei sa, era originario di una vallata alpina piemontese e che tanto ha fatto per i territori più marginali.
Anche per questo siamo fiduciosi che il Presidente della Repubblica saprà sempre dare dignitosa rappresentanza alla Montagna.
Certi della Sua sensibilità a questi temi, Le porgiamo i nostri più cordiali saluti e Le formuliamo i migliori auguri di buon lavoro.
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