“ ‘l piscialùnch” era lo scutüm di un uomo non tiranese. Si chiamava così perché aveva una caratterista alquanto fenomenale; quella di poter fare durare la pipì per il tempo di un intero discorso di un Duce e ne avanzava ancora. Non c’era bisogno di conoscere il suo nome proprio, né il cognome della sua famiglia per sapere qualcosa della sua vicenda umana, anzi un nome e un cognome non ci avrebbero detto nulla. Il suo soprannome di "piscialùnch “ lo individuava tra mille persone del paese per la sua portentosa caratteristica idraulica.
In effetti, i nomi di persona, secondo la linguistica , possono considerarsi dei puri semplici suoni senza referenti specifici e quindi senza un particolare significato. Se io emetto il suono " mucca “ tutti capiscono che mi riferisco a quell’animale mansueto e utile all’uomo, poi se io dico "Stèla” , al di fuori di un particolare contesto , nessuno sa di chi è la mucca che possiede questo nome. Di mucche chiamate "Stèla “ ce ne possono essere decine in un paese . Soltanto se il nome proprio diventa nome comune, per antonomasia, esso acquista un significato preciso e qualifica il soggetto. Ora se dico: ” la vàca “Stèla” del Méngu l’è ‘ndacia giù a röda ‘n dei pràa ilò a Runch “ “ ( la mucca Stèla del Méngu è rotolata nei prati di Ronco ) la mucca è perfettamente individuata tra le tante di tante famiglie. Il soprannome, dunque, qualifica l’animale in modo inconfondibile; così vale anche per le persone. In un paese si tollera che ci siano dieci, venti, individui che si chiamano Rossi, ma è quasi impossibile trovare un soprannome che indichi due persone diverse nella stessa comunità dei Rossi. Orbene in una piccola comunità, in un paese di qualche migliaia di abitanti, il soprannome era, una volta, l'unico “ indicatore “ per individuare le persone; tant’ è che molti ricercatori che si occupano di soprannomi, prima o poi, si sentono dire: "Nel nostro borgo il soprannome si antepone al nome e cognome " nel senso che la gente si denota quasi esclusivamente attraverso i soprannomi. In questi ultimi cinquanta anni la realtà sociale e culturale ha, però, modificato e trasformato in modo più o meno evidente questa situazione.
La scolarizzazione di massa, la burocratizzazione della vita sociale hanno quasi cancellato nelle nuove generazioni, in particolare tra gli acculturati, la supremazia del soprannome sul cognome. Sovente solo gli anziani ricorrono al soprannome soprattutto per aiutare l’individuazione della persona e della famiglia . "Chi tée sée “ ( chi sei ?) domando ad un giovane di Tirano a me sconosciuto. Lui risponde " Luigi M. .", ma per me la risposta, è insufficiente. Domando di nuovo : " Te sée fiöl de chi ? “ ( sei figlio di chi ? ) ". In genere se è di origine tiranese mi risponde: " sòo fiöl del P …“ ( sono figlio del P … ). Ecco ! Nella mia memoria subito appare la trama antica della famiglie di Tirano e lo riconosco tramite i suoi parenti. Insomma per me “ ‘l scutüm “ diventa un mezzo di riconoscimento per le occasioni di incontro e se il “ soprannome “ a volte è un poco ridicolo per i nostri tempi moderni perde l’ eventuale connotazione semmai fosse negativa. Come sono nati e come nascono e vivono i soprannomi?.
Uno dei più grandi antropologi di questo secolo, Claude Lévi-Strauss, riteneva che se si potesse sapere l’origine, la nascita dei soprannomi , molti problemi sulle origini del pensiero e del linguaggio umani sarebbero risolti. Noi, in genere , possediamo solo informazioni "orali e mitiche" sulla loro origine . Analizzando i soprannomi si possono trarre deduzioni dal fatto che ogni persona durante l’arco della sua esistenza può essere “chiamata” con diversi nomi, perché ad ogni periodo della sua vita egli è una persona "diversa" da quella di prima e da quella che sarà dopo con vizi e virtù e con caratteristiche fisiche che lo contraddistinguono nel sistema famigliare e in quello sociale. Il nome serve individuare l’individuo nel sistema , mentre il cognome lo classifica a livello burocratico e il soprannome serve a “ specificarlo “ nella comunità. Anche al giorno d’oggi talvolta sorge la necessità di aggiungere al cognome il soprannome su documenti ufficiali, negli annunci mortuari, ecc. là dove il patrimonio dei cognomi è piuttosto ristretto e le parentele si infittiscono.
L’origine dei soprannomi non ha tempi ed è difficile e a volte impossibile conoscere come si siano formati. Molte volte la nascita di un soprannome è di una banalità sconcertante, persino ridicola e di mestiere e rimanda la mente alla ricerca ad accostamenti di immagini paradossali ed arbitrari. E così, moltissimi soprannomi raccolti nei paesi restano inspiegabili, incomprensibili, perché nati in un contesto storico, sociale e culturale ormai passato. Ci si può forse accontentare di avere dei repertori in ogni paese e, forse, sarebbe buona cosa che i giovani andassero a riscoprire il loro “ scutüm “ per accostarlo al loro nome e cognome anagrafico quale esso sia, poiché rimane pur sempre un legame alle nostre radici sociali, economiche e religiose.
Ezio Maifrè “ Méngu “
Nessun commento:
Posta un commento