Detto in dialetto "restèl" o "rastèl" il rastrello era uno degli attrezzi agricoli usati durante la fienagione per raccogliere il fieno già essicato, nel momento del caricamento sul carro o il trattore... (Di Giac)
Oppure anche per "voltare" il fieno non ancora completamente essicato. Quando si caricava il fieno sul carro, al momento della legatura con le funi, si "rastelava" il fieno posticcio sui fianchi del carro o del rimorchio del trattore per evitare di perderlo durante il percorso che portava al fienile.
Questo attrezzo raramente si fabbricava in casa, si comprava di solito a primavera nei mercati o nelle fiere oppure nei negozi di ferramenta o attrezzatura agricola. Nel secolo scorso due ditte artigiane si dividevano il mercato nella nostra zona: erano la Foppoli di Mazzo di Valtellina e la Perlotti di Edolo.
Quest'ultima ha cessato l'attività all'inizio degli anni '90. I Foppoli invece fanno ancora qualcosa, ma ormai l'attività principale della loro industria artigianale è rivolta a altri settori della lavorazione del legno.
Nella fabbricazione dei rastrelli si usavano diversi tipi di legno: i "denti" o rebbi erano in corniolo, "curnal" o qualche volta in maggiociondolo, "éghen"; il lungo manico era di nocciolo selvatico, "còler". Da notare che il legno del corniolo è durissimo e difficilmente si spezza.
Nella fabbricazione del rastrello, naturalmente "entravano" anche le piccole astuzie che solo l'artigiano conosceva: costituivano il risultato dell'esperienza accumulata in molti anni di lavoro.
Indubbiamente oggi il rastrello di legno è ampiamente rimpiazzato, nei lavori di fienagione, dal ranghinatore o da grandi rastrelli metallici che semplificano il lavoro dei contadini.
Un detto per concludere:"Quando el Masciucc el porta el capèl, làga la fòlsc e ciàpa el restèl"
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