Sono un tiranese che ama la sua città, la conca e le montagne che la circondano, ma v’è una forza misteriosa al pari d’ una calamita che mi attira quando ho bisogno di pace e serenità, quando sento il desiderio di riscoprire antichi valori. La calamita che mi avvolge con il suo invisibile flusso magnetico è la Val Poschiavo.
A volte mi chiedo il perché e quale virtù abbia la Valle di Poschiavo per entrare nel cuore in momenti particolari di solitudine, di ricerca di una armonia interiore.
Forse è il ricordo e il desiderio di una pace e di una tranquillità persa nel vivere caotico in una Valle dove anche l’attraversamento delle strade è diventato un problema e un pericolo per l’intenso traffico. Forse è l’angoscia di certe giornate dove un velo spettrale di polvere e smog copre il fondo valle facendo scorgere a malapena il cielo azzurro tra le cime dei monti, oppure è l’affanno per il grigiastro velo che toglie il respiro e soprattutto ci priva di una visione che , fino a pochi decenni fa, ci gratificava l’animo per il cielo terso e i monti innevati.
In questi casi volgiamo lo sguardo verso la Val Poschiavo solitamente tersa dalla brezza che discende dai monti del Bernina; appena oltre confine Viano e Cavaione ci invitano a teatro in un cielo di cristallo. Forse è questo il flusso misterioso che ci avvolge e che ci attira e al quale pochi resistono per un passeggiata serena verso la Val Poschiavo...
Da Tirano si transita innanzi alla maestosa Basilica della Madonna di Tirano degna di grande ammirazione. Purtroppo la nostra attenzione è distolta da un flusso ininterrotto di automobili e di autotreni che, come serpenti, si snodano intorno alla “ rotonda “ in pietra assalendola con le ruote, mentre le viole che la rendono gradevole, sono scosse come da tempesta di vento.
Lo sgomento si affievolisce quando si varca il confine di Piattamala, poi scompare quando si giunge a Brusio e si nota il curioso viadotto elicoidale del trenino rosso del Bernina. Il borgo di Miralago è la porta che apre il nostro animo alla quiete cercata; lì molti abbandonano la loro auto per percorrere in santa pace il sentiero che circoscrive il lago.
Mi scusino gli amici Poschiavini, ma il lago di Poschiavo è un prezioso gioiello che appartiene, almeno affettivamente, anche ai Tiranesi perché chi osserva la Valle da molte zone del lago vede i maggenghi e le baite del Tiranese talmente vicini da essere parte del paesaggio.
Il sentiero intorno al lago ci induce al silenzio, alla meditazione e persino alla preghiera; chi lo percorre sentirà nell’aria aleggiare suoni che si spengono nell’eco tra le valli circostanti , sentirà profumi sparsi da invisibile mano, vedrà le acque del lago riflettere i monti tra il tremulo sfavillio di stelle di sole dell’acqua increspata dalla brezza. Le panchine poste nelle splendide posizioni sul lago sono le stazioni di una dolce via alla meditazione che porta al delizioso borgo di Le Prese.
Da qui la bellezza della natura ci spinge a percorrere i viottoli tra prati e campi verso i borghi di Pagnoncini, Annunziata, Prada, Li Curt, La Rasega sino a giungere a Poschiavo. Fin qui siamo stati invasi dalla bellezza della natura: a Poschiavo la bellezza storica del Borgo ci stupisce.
Mi è caro sentire parlare il dialetto Pus’ciavìn che ricorda le nostre radici comuni, mi è caro leggere il nome delle vie come ad esempio “via da li sberleffi “, “ via del pedriöl” , “via da mez“ che ricordano caratteristiche del passato e ancora più cara e preziosa è la quiete che si respira nella storica piazzetta del borgo tra il parlare sommesso e rispettoso della gente che si gode in santa pace un gelato senza mangiarsi polvere e alzare la voce per sentirsi.
Armonia, bellezza e tradizione, queste sono le linee di forza magnetiche della calamita che ci attrae verso la Val Poschiavo; sono linee di forza che tutti noi dobbiamo tenere preziose per il bene del nostro territorio, per la nostra salute fisica e intellettuale.
A bon sa vedé
e.m.
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