Il settore dell’autotrasporto valtellinese sta attraversando un momento di grande difficoltà. A fare il punto della situazione la Fai (Federazione Autotrasportatori Italiani)/Conftrasporto della provincia di Sondrio, attiva all’interno dell’Unione del Commercio del Turismo e dei Servizi e presieduta da Matteo Lorenzo De Campo, nel suo recente direttivo. Tanti e tutti di stretta attualità gli argomenti affrontati nel corso della riunione: oltre alla situazione provinciale del comparto e ai numerosi problemi legati alle croniche carenze della viabilità locale, l’istituzione di un tavolo dell’autotrasporto provinciale prevista a settembre, il protocollo di intesa del Governo con una serie di misure riguardanti il settore e le novità introdotte dal nuovo codice della strada.
“Nella nostra provincia – dichiara il presidente della Fai della provincia di Sondrio Matteo Lorenzo De Campo – stiamo assistendo a una graduale diminuzione delle imprese dell’autotrasporto. Gli ultimi dati disponibili ci dicono chiaramente che le cessazioni superano di gran lunga gli inizi di attività. Nel periodo da gennaio 2009 a luglio 2010 le cancellazioni sono state ben 58 a fronte di sole 16 iscrizioni, con un saldo negativo di 42 aziende in un anno e mezzo”.
Senza indulgere a toni allarmistici, la categoria non nasconde la sua preoccupazione. “La situazione – conferma De Campo – è critica e a incidere sull’andamento delle aziende vi sono molteplici fattori, tra cui l’eccesso di burocrazia, il continuo aumento dei costi di gestione, la concorrenza sleale da parte di vettori stranieri che seguono regole e tassazioni completamente diverse rispetto alle nostre e molto più agevoli, specie nei paesi dell’Est europeo. A ciò si aggiunge l’annoso problema tutto valtellinese della carenza di infrastrutture viarie e di servizi per gli autotrasportatori, come le piazzole per effettuare la sosta in tutta sicurezza, che penalizza fortemente le nostre aziende e rischia di mandarle fuori mercato”.
“Considerato il nostro contesto e le sue criticità, gli autotrasportatori Fai della provincia di Sondrio – aggiunge De Campo – sono pertanto favorevoli a prendere in considerazione ipotesi complementari alla SS. 38 e alternative alla stessa in caso di necessità, quali il traforo del Mortirolo ed eventualmente quello della Mesolcina”. In particolare, secondo De Campo il traforo del Mortirolo non rappresenta certo la soluzione a tutti i problemi né la priorità nel potenziamento delle nostre infrastrutture viarie (che rimane giustamente quella della nuova SS. 38), ma consentirebbe alla provincia di Sondrio di disporre di uno sbocco in più, che per i mezzi pesanti provenienti dall’Alta Valle si tradurrebbe, tra l’altro, in significativo abbattimento dei tempi di percorrenza nei collegamenti con il Bresciano.
Pieno sostegno alla categoria arriva dal presidente dell’Unione Cts della provincia di Sondrio Marino Del Curto, che a nome dell’associazione manifesta la sua vicinanza al settore in questo momento così critico. “Gli autotrasportatori Fai – dichiara il presidente Del Curto – costituiscono uno dei pilastri della nostra vita associativa in quanto rivestono un ruolo importante all’interno del variegato mondo del commercio, del turismo e dei servizi che l’Unione Cts rappresenta. Non solo, l’autotrasporto nel suo complesso svolge una funzione strategica per tutta l’economia della nostra provincia, che, come tutti sappiamo, è totalmente dipendente dal trasporto merci su gomma non avendo in alternativa la possibilità di ricorrere all’utilizzo della ferrovia. Siamo perciò molto preoccupati – continua Del Curto – e desideriamo manifestare tutto il nostro sostegno e la nostra vicinanza alla categoria degli autotrasportatori, che più di altre sta risentendo della situazione congiunturale negativa, e di cui comprendiamo le grandi difficoltà. Siamo convinti che un settore così importante per la nostra Valle – conclude Del Curto –, necessiti di un’attenzione particolare, per questo invitiamo tutti i soggetti interessati al mondo dell’autotrasporto a riunirsi quanto prima intorno a un tavolo per trovare delle soluzioni, come già proposto alla Camera di Commercio”.
Del Curto prende posizione accanto agli autotrasportatori anche sull’ipotesi del traforo del Mortirolo. “Crediamo molto in questo progetto – afferma – non solo per favorire il mondo dell’autotrasporto che sarebbe il primo a beneficiarne, ma anche per lo sviluppo del nostro turismo e, più in generale, per migliorare l’accessibilità della nostra provincia con un vantaggio significativo per tutti”. Sull’ipotesi Mortirolo il presidente Del Curto lancia un messaggio forte alle istituzioni: “è necessario convocare al più presto un tavolo di confronto per valutare fino in fondo la fattibilità del progetto, questo per non creare eventuali inutili aspettative o illusioni”.
Il protocollo d’intesa con il Governo – Dopo mesi di trattative si profila una soluzione per la lunga vertenza dell’autotrasporto. Il 17 giugno scorso tutte le associazioni di categoria interessate, con la sola eccezione di Confindustria, hanno infatti siglato un protocollo d’intesa con il Governo per migliorare la disciplina dei servizi di autotrasporto merci per conto terzi, protocollo ora in fase di approvazione (il provvedimento è inserito nel decreto Tirrenia al vaglio del Parlamento). Il documento contiene una nota introduttiva in cui viene ribadito l’obiettivo di favorire comportamenti rispettosi delle norme a tutela della sicurezza sociale e della circolazione, per puntare a politiche che rendano sempre più competitiva l’offerta trasportistica del nostro paese. L’accordo contiene altresì un pacchetto di proposte normative che puntano alla valorizzazione degli accordi di settore tra vettore e committenti, e incidono sulla copertura dei costi minimi di esercizio, sulla possibilità di azione diretta del vettore effettivo nei confronti di tutti coloro che hanno ordinato il trasporto, sui tempi di pagamento, sui tempi di carico e scarico della merce, sulla regolarità contributiva dei vettori all’atto della stipula dei contratti, sulla migliore definizione della corresponsabilità dei soggetti della filiera del trasporto e sulla disciplina dei pallets (bancali).
Il nuovo codice della strada – Il settore dell’autotrasporto è quello maggiormente interessato alle novità significative introdotte dalla legge 120 del 29 luglio 2010. Nel passare in rassegna le disposizioni di maggiore rilevanza per la categoria, il direttivo Fai ha espresso il suo plauso per la tolleranza zero nei confronti del consumo di alcol e droghe che ispira il provvedimento, giudicando altresì positivamente le misure dirette alla prevenzione e alla repressione della guida in stato di ebbrezza o sotto l’influsso di stupefacenti da parte dei conducenti professionisti. Una disposizione, quest’ultima che va nella direzione della tutela delle imprese di autotrasporto datrici di lavoro dal rischio di assumere o dover mantenere in organico degli autisti consumatori di alcol o droghe. Giudicate significative anche le misure assunte per combattere la presenza in Italia di vettori stranieri irregolari, misure che prevedono tra l’altro il pagamento immediato delle contravvenzioni da parte dei trasgressori, come già avviene in altri paesi.
La viabilità valtellinese – Si fa un gran parlare di guida in sicurezza, ma la nostra provincia deve fare i conti con la cronica mancanza di infrastrutture. Tanto per fare un esempio tra i più eclatanti, la nostra Valle non dispone di piazzole dove i mezzi pesanti possano effettuare la sosta in tutta sicurezza, come previsto dalla legge. Sempre più spesso accade che gli autotrasportatori giungano a Cosio con le ore di guida finite (il limite massimo è di 9 ore) e non sappiano dove sostare per effettuare il riposo. Ma i problemi logistici, come ben noto, non sono gli unici. C’è la grande questione della viabilità provinciale che, totalmente inadeguata, costringe gli autotrasportatori a una bassa velocità di percorrenza, velocità ridotta ulteriormente da rotonde, incroci, nessuna miglioria al sistema viario. Infatti, la SS. 38, oltre a essere sempre trafficata in quanto è l’unica via che attraversa il fondovalle - con i rischi di isolamento che questo comporta poiché, in caso di lavori e incidenti a bloccarsi sarebbe l’intero sistema viario valtellinese -, è un percorso a ostacoli scandito da innumerevoli accessi laterali, dagli attraversamenti di Tirano e Morbegno, con i relativi semafori, e oggi da un numero sproporzionato di rotonde che costringono a ulteriori rallentamenti (e che, tra l’altro, potrebbero rappresentare un problema in caso di trasporti eccezionali). L’ultima in ordine di realizzazione è la rotonda di Castione in prossimità della quale gli autotrasportatori, ma anche i normali utilizzatori della strada, devono letteralmente fermarsi per poi ripartire, il tutto per consentire l’accesso a un’area privata. A complicare la situazione della viabilità e ad accrescere le preoccupazioni degli autotrasportatori intervengono anche i lavori in corso sulla Superstrada 36, con particolare riferimento ai cantieri in prossimità di Varenna ma soprattutto al rifacimento delle gallerie di Monte Piazzo che richiederanno due anni di lavoro con disagi per gli operatori economici e, più in generale, per tutti i viaggiatori.
Il tavolo dell’autotrasporto provinciale – Considerato il momento di particolare difficoltà per il settore, nei mesi scorsi Fai Conftrasporto e Confartigianato trasporti, le due organizzazioni sindacali rappresentative della categoria in provincia, hanno chiesto l’istituzione di un Tavolo dell’autotrasporto in Camera di Commercio a cui parteciperanno tutti gli attori e i soggetti interessati al comparto. Il Tavolo verrà insediato a settembre.
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