Era calato il silenzio! Una dolce calma avvolgeva il paesaggio.
E' quel silenzio che ti invade il cuore, che ti dà un' estasi dolce e ti avvolge come un mantello e ti accarezza come la mamma. Quella sera, guardando le stelle cadenti, mia nonna Virginia mi raccontò la storia di Miriam:
Miriam era una dolce e bellissima bambina. Era una bambina semplice, portava gli scarponi senza calze perché le calze costavano troppo e i suoi genitori erano poveri. I suoi occhi e il suo sorriso erano dolci e teneri come il nascere del sole sul Mortirolo.
D'estate abitava con i genitori in località Canali. Lì avevano una piccola baita con una cucina e una stalla dove vi era il bestiame. All'alba di ogni giorno papà Gino scendeva a lavorare a Tirano e alla sera, terminato il lavoro, con il suo immancabile zaino risaliva la mulattiera.
Ogni sera, giunto alla Volta dèl Pèrsech faceva un lungo gorgheggio, così come fanno i contadini nel Tirolo. Era il segnale per mia nonna che preparava la gazzosa fresca sul grande bancone che troverete ancora adesso nel piazzale sotto i tigli di Ronco.
Gino, prima di arrivare in baita, faceva ancora il solito gorgheggio; Miriam capiva e a piedi nudi e a grandi salti raggiungeva papà. Con un balzo gli si aggrappava la collo come una scimmietta.
A Gino svaniva d'incanto la fatica, poi insieme raggiungevano la stalla e con mamma Rìna accudiva il bestiame. Quella sera nella stalla di Gino da due ore risuonava il lugubre lamento della mucca Stèla che muggiva per il dolore: era prossima a diventare mamma di un bel vitellino. Papà Ginu e mamma Rìna accarezzavano il grosso ventre per lenire il dolore di Stèla. Erano preoccupati, non sapevano cosa fare!
Ecco Miriam sbucare tra le ombre della stalla e gridare "Papà, mamma, vado a Tirano a chiamare il veterinario". “Miriam, non puoi! E' buio e ti perderai, avrai anche paura”, disse papà Gino. “Non darti pena papà, vado e torno” disse Miriam.
Miriam mise gli scarponi e in un baleno fu sulla mulattiera per Tirano.
La notte era stellata ma il buio delle piante dava un sinistro aspetto alla strada. Ombre e luci sembravano muovere i sassi della mulattiera. Miriam ebbe paura ma continuò la sua corsa verso Tirano. Giunta a Ronco, si fermò sul piazzale. Era la notte di S. Lorenzo. Miriam, guardò la valle illuminata e chiese aiuto al Signore guardando il cielo stellato. Svuff! Vide una bellissima stella cadente passare sopra la testa e spegnersi sulla cima del monte Masuccio. Si ricordò di quello che i vecchi tramandavano allora ai nipoti. Espresse un desiderio e sussurrò: "Signore, Dio delle stelle, devo correre a Tirano per salvare la mia mucca Stèla ma ho paura , aiutami tu." Ed ecco che dal cielo si videro scendere mille stelle cadenti. Non si spensero ma volteggiarono leggere nel cielo e si trasformarono in mille lucciole che si posarono intorno a Miriam.
Ella riprese la sua corsa sulla mulattiera tra le lucciole che formavano una aureola di luce intorno al suo corpo. Era la lanterna del Signore. Terminata la sua corsa e giunta al Castelàsc, Miriam alzò le mani per ringraziare il Signore. Tutte le lucciole si posarono sul palmo delle mani e si spensero lentamente nel buio della notte svanendo nel nulla.
Fu così che Miriam poté salvare la sua mucca Stèla, accompagnando il veterinario ai Canài (Canali) la notte stessa. La mucca Stéla ebbe un vitellino che chiamarono Lurenzin.
Méngu
Nessun commento:
Posta un commento