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martedì 17 agosto 2010

"UNA SCUOLA DA FAR PAURA"

18 agosto 2010 - Riflessioni di un insegnante tiranese sulla condizione della scuola primaria dopo la riforma Gelmini: "Passati inosservati tagli determinanti alle risorse umane ed economiche".


A poche settimane dall’inizio dell’anno scolastico mi è capitato di leggere unarticolo apparso sul portale Cisl scuola di Sondrio di cui riporto alcuni passi e riflessioni affinché sempre più persone siano a conoscenza della situazione delle nostre scuole.

Si registra oggi una situazione preoccupante nella distribuzione delle risorse a disposizione dei Dirigenti della Provincia da parte dell’Ufficio scolastico. "Se da un lato sono state risolte alcune (non tutte) situazioni di difficoltà nella scuola secondaria di I e II grado, dall’altro sono stati ulteriormente ridimensionati pesantemente gli organici della scuola primaria, già tagliati nei mesi scorsi in fase di predisposizione dell’organico di diritto (quello previsionale). E’ la prima volta, a memoria d’uomo, che si incide così pesantemente – in senso negativo – nell’adeguamento dell’organico “previsionale” a quello”reale”: meno 16 posti in un solo grado di scuola (meno 3 erano quelli previsti).
Senza parlare del sostegno dove, a fronte di un aumento degli alunni diversamente abili (+ 31) rispetto all’anno in corso, si registrerà - nell’anno scolastico 2010-2011 - una riduzione di 29 posti (da suddividersi nei vari ordini e gradi di scuola): (si può quindi calcolare – 60 posti)
Meno posti “comuni” e meno posti di sostegno".

In particolare le scuole primarie del comune di Tirano pagano il peso della riforma con cinque insegnanti di classe in meno in due anni e con una situazione davvero critica nel sostegno. Solo 3 infatti i posti assegnati in deroga per far fronte alla situazione reale fatta di molto più di 3 bambini con disabilità che secondo quanto certificato dall’AOVV necessitano di sostegno nell’attività didattica e non per tutto o parte del tempo scuola.

"Ne risentirà tutta l’utenza, ma in modo particolare gli alunni più “deboli”, i quali avrebbero bisogno di maggiori risorse per vedere loro garantito un reale diritto allo studio".

La situazione critica dal punto di vista delle risorse umane si accompagna ad una condizione altrettanto difficile da un punto di vista economico finanziario. Sempre meno soldi giungono nelle nostre scuole e ciò necessariamente avrà conseguenze sul piano dell’offerta formativa; la mancanza di fondi, probabilmente, non permetterà di garantire la realizzazione di progetti e interventi di esperti e con l’andare del tempo si tornerà a quel vecchio modello di scuola in cui si impara a scrivere, a leggere e far di conto dimenticando quanto il mondo vada veloce, quanti stimoli ricevano oggi le nuove generazioni e quanto sia sempre più difficile per la scuola “agganciare” gli interessi dei ragazzi: certo una scuola che assomiglia a quella degli anni cinquanta non pare possa migliorare la situazione!

Infine in un momento di crisi economica e lavorativa, di mancanza di posti di lavoro 60 posti in meno non sono pochi nella nostra piccola realtà locale: saranno 60 precari in più, nemmeno troppo giovani se si scorgono le date di nascita degli aspiranti insegnanti inseriti nelle graduatorie.
Alla fine del mese, davanti all’USP ex Provveditorato, si assisterà di nuovo a quella specie di “mercato del bestiame” in cui decine e decine di insegnanti carichi di titoli, specializzazioni, anni di servizio sperano in un posto di lavoro, almeno fino a giugno, magari non a 50 km dalla famiglia. Pur di lavorare saranno disposti a scoprire due o al massimo tre giorni prima di cominciare quali saranno le loro sedi di servizio per quest’anno: nuovi bambini, nuovi colleghi, alla faccia dell’importanza della continuità nel lavoro didattico. E poi i fannulloni sarebbero questi insegnanti!

"Ma non è finita!
Il piano triennale di ridimensionamento predisposto dal Governo prevede nuovi tagli il prossimo anno"
.
La situazione è più che preoccupante ed è così se non peggio in tutta Italia, ma nessuno ne parla e così pochi sanno o fanno finta di non sapere.
Eppure nelle scuole si formano i cittadini di domani perché i genitori non dicono niente? Perché nessuno si ribella a questo sfascio della scuola primaria italiana che fino a due anni fa era una delle migliori d’Europa?

Lettera firmata

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