Una nota società di indici azionari, MSCI Morgan Stanley Composite Index, definisce come emergenti i seguenti paesi: Cina, India, Indonesia, Korea, Malesia, Filippine, Taiwan, Tailandia, Brasile, Cile, Colombia, Messico, Perù, Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia, Russia, Turchia, Egitto, Marocco, Sud Africa. Cosa accomuna questi paesi? Dei tassi di crescita molto elevati.
Mentre le economie sviluppate fanno fatica ad imboccare la strada della ripresa economica, molti paesi emergenti si possono già considerare fuori dalla crisi e presentano tassi di crescita a due cifre. Tra gli emergenti troviamo ad esempio i paesi che costituiscono il rinomato BRIC, cioé Brasile, Russia, India, Cina.
Nel 2010 questi paesi hanno avuto rendimenti azionari tra il 15 ed il 30%. Se guardiamo al grafico riportato qui sotto vediamo che questi paesi hanno risentito della crisi, con il rendimento medio a tre anni basso o negativo. Ma, a differenza dei paesi sviluppati hanno già ampiamente recuperato le perdite della crisi se il confronto viene fatto su un periodo di 5 o dieci anni, dove i rendimenti medi oscillano tra il 10 ed il 20%.
Rendimenti lordi su base annua in €. Fonte: http://www.mscibarra.com/ - Rielaborazioni IntornoTirano
Durerà? Difficile dirlo. Sicuramente i paesi emergenti offrono una opportunità interessante per chi ha orizzonti temporali lunghi (oltre i 5 anni) e propensione al rischio molto alta. Se pensate di guadagnare di sicuro in poco tempo comprando il BRIC è meglio lasciar perdere. Se invece state cercando un investimento molto rischioso (perdite anche oltre il 50% in un anno!) con buone opportunità di guadagno nel tempo (rendimento medio a 10 anni tra il 5 ed il 15%) il BRIC potrebbe essere una buona idea.
Come sempre, cercate un fondo comune d’investimento o un ETF con costi di entrata ed uscita bassi e con costi di gestione altrettanto bassi. Le perfomance sono incerte, i costi invece sono certissimi!
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