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venerdì 28 gennaio 2011

PD: "APRIAMO UN REALE CONFRONTO ALL'INTERNO DEL COMITATO ISTITUZIONALE ACQUE"

28 gennaio 2011 - Lettera aperta del PD provinciale e regionale (Costanzo e Ciapponi) al Presidente dell'Amministrazione Provinciale di Sondrio e ai componenti del Comitato Istituzionale Acque.

Egr. Presidente,
innanzitutto desideriamo ringraziarla per l’invito e per avere finalmente riunito il Comitato Istituzionale Acque. Sulla legge regionale per il rinnovo delle concessioni idroelettriche molto si è già letto e scritto. Grandi trionfi storici sono stati annunciati e ingenti risorse sono state promesse.
C’è chi ha voluto strumentalizzare, per consenso politico, un’iniziativa di tutto il Comitato Istituzionale promettendo sino a 100 milioni di euro all’anno. Il tempo, come sempre, sarà galantuomo.

Noi vorremmo usare toni più pacati e sobri definendo questa legge un punto di partenza e non di arrivo. Il gruppo del Partito Democratico ha votato all’unanimità il testo in Consiglio regionale ma non ha nascosto che avrebbe preferito una norma diversa.
Una legge che, in una logica di un vero federalismo dei territori, trasferisse anche le competenze del demanio idrico alla Provincia di Sondrio, per potere esercitare quel potere contrattuale che invece è rimasto in mano a Formigoni.

L’applicazione della legge sarà difficile e complicata e potrebbe essere oggetto di contenziosi normativi sulle competenze attribuite dalla norma alla Regione. Non è una cosa che auspichiamo, è una preoccupazione che circola in Regione nell’assessorato competente.
Basta leggere la sentenza n. 1/2008 della Corte Costituzionale per rendersi conto che vi potrebbero essere delle complicazioni normative.

È trascorso oltre un anno da quando, il 14 dicembre 2009, veniva costituito e presentato il Comitato Istituzionale Acque ed è giunto il momento di fare una seria riflessione sul suo funzionamento, sull’assenza di convocazioni e discussioni che lo ha caratterizzato e sul ruolo che dovrà avere in futuro.
Un Comitato Istituzionale è tale se si riunisce, se discute, se affronta il tema per cui si è costituito: la tutela dei fiumi e dei torrenti locali e il rinnovo delle grandi concessioni idroelettriche. Molto si è lavorato sulla percezione d’immagine d’unità istituzionale, ma il Comitato non ha svolto quel ruolo di confronto e discussione che dovrebbe avere.
Avremmo, assieme ad altri, voluto discutere di questi temi perché pensiamo che il confronto rafforzi la democrazia e aiuti le istituzioni a maturare le scelte migliori per i cittadini.
Capiamo che vi siano stati momenti in cui la riservatezza nel definire le mediazioni politiche, in particolare tra la Lega e il PDL, ha prevalso rispetto a momenti di confronto nel Comitato.

Ora che la legge è approvata bisogna cambiare il metodo di lavoro del Comitato.
Noi crediamo che sui temi dell’acqua, a partire dall’applicazione della legge regionale per il rinnovo delle concessioni idroelettriche, il comitato istituzionale dovrà svolgere un ruolo determinante.
Per farlo serve cambiare passo nella sua gestione, a partire da una maggiore frequenza delle riunioni e dalla costituzione di quel comitato esecutivo ristretto che ha preannunciato nella riunione di ieri. Per evitare equivoci sarebbe opportuno chiarire non solo la composizione ma, anche, il ruolo che il comitato esecutivo dovrà avere.

La legge sul rinnovo delle concessioni idroelettriche pone il territorio di fronte a nuove sfide. La prima è l’intesa prevista con l’Amministrazione provinciale per il trasferimento dei proventi derivanti dal canone aggiuntivo, a seguito della prosecuzione temporanea delle concessioni. La norma fa riferimento ad una misura “non inferiore al 50% delle somme introitate finalizzate a concorrere al finanziamento di misure e interventi di miglioramento ambientale dei territori interessati”. Noi crediamo che questa cifra, avendo sul territorio le ripercussioni negative della pervasività degli impianti, debba essere maggiore.
L’altra sfida è la percentuale, non inferiore al 30%, di partecipazione alla società patrimoniale “da parte degli enti locali e/o loro forme di aggregazione”. La stessa individuazione dei beni e dei valori che dovranno rientrare nella società patrimoniale aprono un confronto difficile con le aziende idroelettriche. Per ultimo, ma non certamente per importanza, vi è la sfida maggiore e più complicata, la compartecipazione a società miste pubbliche e private nella gestione delle centrali.
Crediamo che il Comitato istituzionale e l’esecutivo ristretto, debbano affrontare subito questi temi e quindi bisogna cambiare passo.

Il ruolo di tifosi lo lasciamo ad altri, a chi vuole strumentalizzare politicamente il lavoro del comitato. A noi interessa un comitato che discuta e si confronti sull’applicazione della legge.
L’auspicio che lei voglia cogliere positivamente e costruttivamente il nostro invito ad un maggiore ruolo di confronto all’interno del comitato istituzionale.
Se invece il Comitato continuerà ad essere utilizzato come strumento di autocelebrazione mediatica riterremo chiusa questa esperienza.


Angelo Costanzo - Consigliere Regionale del Partito Democratico
Giacomo Ciapponi - Capogruppo Partito Democratico Consiglio provinciale

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