La Corte Costituzionale ha ammesso due quesiti referendari tendenti a salvaguardare l’acqua quale bene comune. Dunque (salvo elezioni anticipate)questa primavera i cittadini potranno liberamente esprimersi su come dovrà essere gestita l’acqua e bloccare le fameliche ubriacature liberiste di chi non vede l’ora di fare profitti anche sull’acqua.
Nella nostra provincia il percorso che ha portato alla fusione per inglobamento di più soggetti nella nuova SECAM prevedeva che entro il 31.12.2011 si procedesse alla privatizzazione di almeno un 40% dell’azienda stessa, in ossequio ai dictat di quel famigerato decreto Ronchi che appunto il Referendum mette in discussione.
Dopo che la Consulta con la sua sentenza del 12 gennaio ha dato su questo tema la parola ai cittadini, qualsiasi provvedimento nella direzione delle privatizzazioni sarebbe lesivo della democrazia.
Bisogna evitare che, se i referendum dovessero vincere , di trovarci con la beffa di una Secam già privatizzata e con le difficoltà se non con l’impossibilità di una sua ri-publicizzazione. Per questo Rifondazione Comunista chiede a Provincia e Comuni che compongono Secam di soprassedere a qualsivoglia atto che predisponga l’ingresso di privati nella società.
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