La notizia è apparsa ieri sul sito web del Corriere della Sera: "Flop del treno della montagna. I pendolari: «Un'altra beffa». «Viaggia vuoto e noi siamo stipati come sardine in scatola»". L'articolo, firmato da Luigina Giliberti, ha messo in luce il dato più eclatante intorno al nuovo treno turistico:
- su 160 posti disponibili ne sono stati occupati finora mediamente 12.
Giuseppe Biesuz, amministratore delegato di Trenitalia LeNord, non ha nascosto l'insuccesso: "Il treno della montagna è un flop. L’idea è stata sicuramente positiva, ma il business è un fallimento. Sono molto deluso. Occorrerà ripensare daccapo marketing e strategia comunicativa, se vorremo riproporre in futuro l’iniziativa".
Quello che nell'articolo viene sottolineato, oltre al flop clamoroso dell'iniziativa, è la reazione dei pendolari che ogni viaggio sono costretti a fare i conti con dei disservizi; e questo, a fronte di un treno nuovo e comodo che viaggia vuoto, ha il sapore di una presa in giro.
L'insuccesso del treno della montagna è probabilmente dovuto a tre fattori:
- scarsa (inesistente?) promozione/pubblicità;
- la scomodità di chi deve raggiungere le piste da sci con gli attrezzi appresso e che deve continuamente cambiare mezzo (il viaggio verso la stazione, il viaggio in treno; discesa dal treno e risalita su pullman; discesa dal pullman e arrivo in albergo);
- l'antipatia che suscita nei confronti dei "normali" pendolari (in questo senso urgerebbe un miglioramento del servizio ferroviario complessivo).
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