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venerdì 25 febbraio 2011

"LE NOSTRE VIE": LA PIAZZA SUOR CAROLINA MACCHI E SUOR ORESTA BESSONE

Questa settimana la rubrica ci porta nella soleggiata frazione di Baruffini dove tempo fa la piazza principale è stata dedicata a due suore che durante la prima metà del 900 si prodigarono in maniera esemplare nell’insegnamento e nel sostegno della popolazione... (Di Sergio Mazza)

Ancor oggi il ricordo di suor Carolina Macchi e di suor Oresta Bessone è vivo nella popolazione di Baruffini in quanto, nonostante sia passato quasi un secolo, le famiglie tramandano di padre in figlio le vicende legate alle due religiose,si tratta di ricordi semplici, umili ma che per i “Barfiì”sono parte integrante della storia della frazione.

Nel mondo si contano molti religiosi che con la loro opera hanno favorito lo sviluppo di tante popolazioni portando civiltà e istruzione; molti di questi personaggi sono saliti agli onori degli altari e della cronaca, altri invece hanno operato in una sorta di anonimato. Tuttavia, con il loro perseverante e silenzioso lavoro hanno contribuito a portare un valido aiuto laddove c’era bisogno.

Sfogliando il testo di Carla Soltoggio Moretta intitolato “Cento anni di vita a Tirano” si scopre che dalle “Cronache” delle Suore Salesiane alcune religiose sono divenute un punto di riferimento importantissimo per la popolazione locale e soprattutto, da quel diario, spiccano due nomi importanti ovvero quelli di suor Carolina Macchi e suor Oresta Bessone che dai primi del 900 divennero un importante punto di riferimento per la gente di Baruffini.

La casa delle Salesiane a Baruffini venne aperta il 7 novembre 1910, per due anni rimase dipendente dalla struttura di Tirano e nel 1912 divenne autonoma con la presenza di non meno di tre suore che si dividevano i compiti insegnando ai bambini dell’asilo e della scuola e prestando aiuto alla popolazione.
Sotto la guida della prima direttrice, suor Antonia Scatolin, le attività della casa salesiana progredirono soprattutto dopo l’arrivo di suor Oresta Bessone (1912) e di suor Carolina Macchi (1913) le quali sin dai primi momenti si impegnarono profondamente a sostegno della popolazione e della gioventù.

Nel 1915 suor Carolina assunse la direzione della casa di Baruffini, in poco tempo oltre all’asilo e alla scuola potenziò le attività dell’oratorio festivo, istituì corsi serali e festivi dove insegnava alle giovani oratoriane nozioni di sartoria, cucina e quant’altro potesse servire per intraprendere un normale percorso di vita.
Nello stesso tempo coinvolse i genitori in questo cammino di istruzione, proponendo loro quello che oggi è chiamato percorso didattico, e la sua opera intensa e mirata ben presto trovò il favore delle famiglie che capirono l’importanza del lavoro di suor Carolina la quale nella sua ingegnosa e laboriosa semplicità si stava ricavando un posto importante nell’animo della gente della frazione.

piazza Baruffini

Purtroppo le condizioni di salute della religiosa nell’agosto del 1923 andarono peggiorando, dall’undici al 15 di agosto la suora non si alzò nemmeno dal letto e visto l’aggravarsi delle suo condizioni si decise di trasportarla a Tirano. La mattina del 16 partirono dalla casa tiranese un infermiere, un portantino e suor Carolina Castelli ; il tempo era inclemente: pioveva a dirotto ma si decise comunque di affrontare il viaggio, una volta giunti a Baruffini la suora venne adagiata sulla lettiga e fortunatamente durante il ritorno la pioggia cesso di cadere.

Sicuramente la buona suora lasciando la frazione rivolse un ultimo sguardo a quelle case a quella struttura che ospitava i bambini dell’asilo e i ragazzini della scuola,sicuramente dentro di se sapeva che non avrebbe più fatto ritorno ed avrà pronunciato tra se e se quella frase che usava in molte occasioni: “Sia fatta in eterno la volontà di Dio!”.
Durante la discesa a valle che durò più di un’ora, la religiosa, pur soffrendo, non pronunciò alcun lamento; la sue condizioni con il passare delle ore andarono peggiorando e il prevosto Ambrosini le amministrò l’olio Santo ed il 17 agosto la morte ebbe il sopravvento riportando l’anima della serva del Signore alla porta di Pietro.Seguirono i funerali e la sepoltura nel cimitero cittadino come vollero le consorelle anche se è lecito credere che la popolazione di Baruffini volesse far riposare la suora nel cimitero della frazione.

Nel 1939 le spoglie di suor Carolina dovettero essere riesumate per lasciare libero il posto e fu in quella mesta occasione che le persone di Baruffini vollero nel loro cimitero le spoglie della loro amata suora, e così fu: al suo arrivo,il parroco celebrò le esequie in forma privata e la gente si strinse commossa al cimitero quasi a voler dire un ultimo grazie a quella suora.

Oltre all’operato di suor Macchi non va dimenticato l’instancabile lavoro di suor Oresta che negli anni divenne una sorta di istituzione per gli abitanti della frazione: la suora arrivò a Baruffini il 18 ottobre 1912, fu dapprima cuoca, poi animatrice dell’oratorio,insegnante nel laboratorio serale,economa e portinaia.
Ma suor Oresta non rimase ancorata alla casa delle suore e con i ragazzi ma divenne una persona insostituibile per le famiglie; infatti, nel 1928, la suora si diplomò in infermeria ed è proprio il caso di dire che fece esperienza sul campo e tra quella gente che aveva sempre bisogno.
Non essendoci un medico fisso nella frazione suor Oresta fu in grado con grande senso del dovere di prestare in ogni momento le cure più urgenti salvando spesso vite umane,i commenti in questo caso lasciano spazio ai numeri poiché le cifre degli interventi da lei effettuati negli anni presi in esame sembrano parlare da soli testimoniando il gran lavoro della suora ecco dunque alcuni esempi:

  • anno 1930: effettuati 1820 interventi di soccorso
  • anno 1936: effettuati 835 interventi di soccorso
  • anno 1937: effettuati effettuate 1840 tra soccorsi d’urgenza e medicazioni
  • anno 1937: suor Oresta ha fatto 60 visite a domicilio e altri interventi di varia natura medica
  • anno 1938:la suora ha effettuato 1422 medicazioni in ambulatorio e 185 visite a malati che non potevano raggiungere l’ambulatorio.

Suor Oresta era dunque l’infermiera, a volte il medico coraggioso ed in altri casi la farmacista ed in mezzo a quella miseria in cui viveva la gente della frazione sapeva sempre trovare una parola di conforto e sapeva dare un consiglio; insomma, dava una mano preziosa anzi insostituibile.

Nel 1951 a causa della malattia fu costretta a lasciare la sua gente per recarsi a Triuggio, fece ritorno a Baruffini per brevi periodi di riposo in due occasioni e la popolazione si recò spesso a trovarla nella casa di Triuggio. Morì il 19 settembre 1970 ed anche in quell’occasione quel popolo che l’aveva apprezzata e stimata da viva si recò in massa con don Gino Menghi ai funerali.
Il ricordo della grande suora è dunque ancora vivo nell’anima degli abitanti del popolo e personalmente posso testimoniare quella che la mia “ava”mi disse a proposito della religiosa:

“Le suore per Baruffini sono state importanti hanno educato istruito,ma quella suor Oresta è stata per noi come la manna dal cielo. Era instancabile, giorno e notte, pioggia e neve, correva laddove c’era bisogno, portava le cure, assisteva i malati, le partorienti e gli anziani, si è fatta una grande esperienza che ha saputo mettere a nostra disposizione e per questa sua operosità le saremo eternamente grati”.

Sergio Mazza

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