Il resto sono fesserie: lo smog che sale, la crisi economica che continua, il mondo arabo in rivolta, e ogni giorno la storia di Ruby vista da destra o da sinistra, da sopra o da sotto. Ma c’è sempre qualcosa in cui rifugiarsi: ecco un indirizzo sicuro dove passare una buona serata al ristorantesenza svenarsi e degustando cibi sani e cucinati correttamente da un giovane e promettente cuoco del profondo Sud d’Italia.
E’ il Mago di Sagnino (Como), ristorante a cavallo del confine con la Svizzera, una location di stile ricavata da vecchi fienili e stalle, una riattazione perfetta, (le volte a mattoni e pietra illuminate con gusto sono di rara bellezza) una “mise en place” spuria ed elegante al tempo; e alla sera, leggero, un pianoforte a mezza coda dove l’ ottimo pianista Carlos consegna note blasonate.
Antipasti leggeri e sfiziosi, semplici (ottimo il rotolino di grana padano ripieno di mousse di robiola e pomodorini ciliegia canditi) ) serviti con un buon bicchiere di Bellavista franciacortino; a seguire tutto il sole del Sud negli spaghetti alla chitarra rigorosamente al dente (pasta Latini da Osimo, linea senatore Cappelli, profumo speziato e gusto intenso da antico grano duro marchigiano) con il pescato del giorno, un fritto misto di mare leggerissimo, brillanti insalate freschissime di contorno, e il ritorno dei volatili di cortile (pollastre, anatra, oca) cotti a diverse temperature, piacevolezza per le papille.
Immenso un petto d’anatra con fave di cacao, mela caramellata al marsala e orzo al burro. Per chi ama carne di manzo, “Stroganoff” da manuale. Ma anche altro, non segnato in lista, di quanto il mercato del fresco consegna e cucinato al momento. Con dessert rigorosamente fatti in casa ed una buona bottiglia di vino, il conto per due non supera centoventi euro, vini della casa suggeriti.
Da provare e, per futura memoria, ecco il nome dello chef: Arcangelo Gioia da Ceglie Messapica (Brindisi, Puglia) ne sentirete parlare (www.ilmagodisagnino.it).
Attilio Scott
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