«Quando eravamo figli noi i figli non contavano un cazzo, ora che siamo genitori non contano un cazzo i genitori…a ruota». A parlare è uno degli amici di Marcello, architetto cinquantenne, che, come tanti della sua generazione,non sa come comportarsi di fronte ai figli adolescenti. Marcello è un uomo di successo, al passo coi tempi, sposato con Marina, psicanalista disadattata, ma madre “eco-solidale”. E poi c’è Rosa, la figlia diciassettenne, brava in greco. Per il cinquantesimo compleanno di Marcello si trasferiscono tutti nella casa in campagna, insieme ad amici e relativi figli. Per l’occasione Rosa decide di invitare il suo nuovo fidanzato, Armando. Il suo arrivo nella casa di campagna scombina gli equilibri precari della famiglia, costringe a porsidomande esistenziali sul proprio ruolo di uomini, mariti, genitori.
Armando è un settantenne che, a differenza di tutti gli altri personaggi, non cerca di nascondere gli anni che porta, ma ha la tipica saggezza di chi conosce il mondo. La sua presenza non fa riflettere solo i genitori di Rosa, ma tutti gli amici presenti, una generazione spesso troppo frivola e superficiale per gli anni che ha. I figli adolescenti hanno ragione a pretendere dei genitori seri, maturi, saggi. Vogliono un punto di riferimento e di equilibrio, non “friends” con cui andare in palestra o farsi le canne.
“La bellezza del somaro” è una commedia, incentrata sul rapporto tra generazioni: genitori che cercano di essere “forever young”, adolescenti che vogliono essere adulti. In questa grande crisi generazionale è Armando il punto di riferimento, l’unico personaggio coerente con la propria età e il proprio ruolo. È grazie al suo intervento sulla scena che nasce lo spunto per ricomporre gli equilibri saltati. Il film sembra la trasposizione di una commedia teatrale: la scena si svolge tutta nella casa di campagna dei coniugi Sinibaldi, i personaggi sono delle maschere, ad eccezione del vecchio Armando. Ognuno deve ritrovare il proprio posto e anche un po’ se stesso: i genitori devono fare i genitori, i figli devono vivere la loro adolescenza.
Nonostante “la bellezza del somaro” sia una commedia che vuole essere piacevole, vuole far ridere, non si limita a temi superficiali e banali. La bravura del regista, e attore, Sergio Castellitto sta nel riuscire a trattare un tema importante in modo divertente. Il nodo della questione è il rapporto fra generazioni, il tabù in questione non è più la differenza di razza o l’omosessualità, ma l’età.
Il film racconta un pezzo d’Italia, l’Italia della borghesia romana e delle crisi di mezza età. È un film attuale che parte da una storia verosimile per mettere in discussione il ruolo di genitori e figli. I cinquantenni di oggi non sono più quelli di trent’anni fa: sono dinamici, sportivi, brillanti, giovani. Forse troppo. I giovani hanno bisogno di mentori, i vecchi di ascolto. Non c’è tempo per fingere di essere quello che, ormai da anni, non si è più. È il tempo in cui bisogna esserci come uomini e come padri, rivendicando un ruolo portante nella famiglia e nella società.
Camilla Pitino
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