Ha richiamato l’apporto della città alla messa in salvo degli ebrei perseguitati: nomi come Vera Neufeld, Branco Gavrin, Vera Pick; nomi che per Tirano sono importanti per la storia e per il ricordo, com’è importante il nome di Mario Canessa “Giusto fra le nazioni” e recentemente nominato Cittadino Onorario di Tirano.
Mario Canessa, uomo dai gesti eroici e generosi messi in atto nei giorni più bui della persecuzione raziale, uomo di grande valore morale e civile, che oggi gode del giusto riconoscimento per quanto da uomo valoroso ha compiuto.
Ma di questo 25 aprile una cosa voglio evidenziare, senza nulla togliere alla buona riuscita della manifestazione. Ero in chiesa alla Messa delle 10.00: appena prima dell’inizio della celebrazione è entrato dal portone della navata principale un vecchio reduce col cappello d’Alpino in testa e il Tricolore al collo; era sorretto nella sua vecchiaia da un altro alpino.
Il passo era lento, ma determinato a raggiungere il suo posto poco lontano dalle massime autorità: se lo merita quel nonno un posto d’onore; l’ho seguito co lo sguardo. In chiesa era raccolto, avvolto da un alone quasi impenetrabile. Era immerso nei ricordi tristi e drammatici, era coinvolto e partecipe nel senso più vero e profondo della ricorrenza 25 aprile. Chissà dov’era in quella data così importante per il destino della nostra Italia?
Forse fuori dalla chiesa parrocchiale, davanti ai labari e ai gonfaloni, ha di nuovo rivissuto quel viaggio che lo portava lontano verso un destino ignoto, forse su un treno che lo conduceva lontano dagli affetti più cari per portarlo, armi e sofferenze alla mano, verso i destini di una guerra che come tutti i conflitti porta sofferenze e drammatiche conseguenze.
Era in piazza Cavour nel corteo quel reduce, aveva gli occhi lucidi; non ho osato chiedergli nulla anche se avrei voluto capire e sentire, ho rispettato ciò che i suoi occhi comunicavano. Il ricordo di tante sofferenze, il ricordo di tanti nomi, di tanti compagni d’armi periti in battaglia sotto i suoi occhi attoniti, nomi che sono scritti in modo indelebile sui tanti monumenti ai Caduti.
W quel reduce che nella vita quotidiana, giorno dopo giorno, proprio come oggi, non ha mai cancellalo dalla sua mente gli orrori che ha vissuto al fronte, ricordi talmente drammatici e profondi che il tempo e la vecchia non cancellano.
A te caro reduce il mio pensiero più profondo in questa data e un grazie anche se neppure ci conosciamo perché i tuoi occhi mi hanno permesso di capire.
Ivan Bormolini
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