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venerdì 29 aprile 2011

"LE NOSTRE VIE": LA VIA FELICIANO NIGUARDA

Feliciano Niguarda nacque a Morbegno nel 1518, entrò nell’ordine domenicano e dopo gli studi venne nominato vicario generale per i paesi di lingua tedesca nell’anno 1554... (Di Ivan Bormolini)

Divenne docente di teologia all’Università di Vienna e prese parte attivamente all’ultima sessione del Concilio di Trento(1561-1563) nelle vesti di Procuratore dell’Arcivescovo di Salisburgo.
Sia Pio X che Gregorio XIII si avvalsero della sua opera per i difficili inizi dell’azione anti-riformistica nei paesi tedeschi, in Austria e in Boemia, dapprima come visitatore dei conventi di tutti gli ordini e successivamente come nunzio apostolico.

Dopo quest’ampia parentesi, che portò il Niguarda alla conoscenza del mondo protestante e dei suoi mezzi di diffusione, divenne Vescovo di Scala e poi di S. Agata dei Goti; fu nunzio nei paesi elvetici,finche fu nominato vescovo di Como nel 1558.
L’importanza che il Vescovo morbegnese ebbe per Tirano fu storica in quanto, dopo diverse diatribe con la Pieve di Villa di Tirano, fu lui a dirimere le aspre questioni di ordine religioso venutesi a creare tra gli abitanti di Villa e quelli di Tirano.

Fino a quel momento, infatti, la chiesa di S. Martino in Tirano era soggetta alla giurisdizione ecclesiastica della chiesa di Villa che storicamente, oltre ad essere una delle parrocchie più antiche della Valtellina, aveva sotto la sua guida l’ampia zona del tiranese e parte della Valposchiavo.

Come già prima accennato, i rapporti tra villaschi e tiranesi non erano buoni, questi ultimi, infatti, ritenevano che Tirano andava acquistando sempre più prestigio e perciò era giunta l’ora di ottenere anche l’indipendenza ecclesiastica dalla pieve di Villa gridando a gran voce la volontà che S.Martino venisse eretta parrocchia di Tirano.

Dagli “Atti” della visita pastorale di Felicitano Niguarda del 1589 si capisce chiaramente qual’era il clima di aspra tensione tra i due abitati:
“A due miglia dall’Arcipretura di Villa, risalendo la Valtellina, c’è l’illustre borgo di Tirano; in altri tempi era fortificato da mura e da un munito castello che attualmente è stato smantellato dai signori Grigioni; tuttavia il borgo è ancora ornato da magnifici edifici e abitato da nobili e ricche famiglie; vi tiene residenza il pretore di tutto il terziere superiore e conta con diverse frazioni e villaggi circa novecento famiglie. Vi è la chiesa dedicata a San Martino vescovo il cui rettore prima della presente visita fungeva vicario dell’Arciprete di Villa, benché ricusasse di ottemperare agli ordini dell’Arciprete stesso e affermasse di non essere vicario,ma pretendesse di essere parroco di Tirano con piena autonomia.
Per questo vi era permanente discordia non solo tra l’Arciprete di Villa ed il rettore di Tirano, ma anche fra le due popolazioni; pareva infatti, una cosa vergognosa al rettore e alla comunità di Tirano il dover sottostare all’Arcipretura di Villa, località che, rispetto a Tirano, appare un semplice villaggio”.

E’ evidente che Simone Cabasso, si trovava in perfetto accordo con le richieste dei tiranesi e lui stesso mal sopportava l’idea di dover sottostare all’Arciprete di Villa; la diatriba tra i due prelati iniziò nel 1586, quando lo stesso Cabasso, cominciò la sua opera tra le anime dei tiranesi senza essere stato nominato dall’Arciprete e sopratuto senza versare alcun tributo.
Già qui sorgeva un caso di grande disobbedienza che oltre a scaldare gli animi tra il Cabasso e l’Arciprete Landriani,fomentava ancor di più gli animi già fin troppo accesi delle due popolazioni confinanti.

Dal canto suo il Landriani, non riuscendo ad ottenere l’obbedienza del sacerdote tiranese decise, come si direbbe oggi, di andar per vie legali citando davanti al Podestà di Tirano il curato; si intuisce che dinnanzi ad un simile atto il Niguarda non potesse rimanere indifferente e quindi decise nell’ottobre del 1589 di dover porre un rimedio definitivo alla scottante e scomoda questione eleggendo parrocchia la chiesa di S.Martino in Tirano con un atto vescovile che così narra:

“Anno 1589, terza indizione, undici ottobre secondo il vecchio calendario e ventun ottobre secondo quello gregoriano.
Noi siamo dell’opinione che con l’aiuto di Dio si faccia ciò che può essere fatto per la salute delle anime; durante la visita ci siamo perfettamente resi conto della distanza della chiesa di S.Martino dalla chiesa matrice,abbiamo constatato quanto sia numerosa la popolazione di Tirano e insigne la nobiltà locale e,infine,abbiamo rilevato che qui risiede e amministra la giustizia l illustrissimo podestà del Signore delle Tre Leghe.
A Tirano un parroco può provvedere alla necessità e alla cura delle anime……”

L’atto vescovile prosegue poi mettendo in luce le caratteristiche della chiesa, tratta di argomenti organizzativi e cita che solo in questa occasione il vescovo provvederà all’elezione del parroco nella persona di Simone Cabasso ma che in futuro ,quando questo posto rimarrà vacante, sarà compito dell’Università di Tirano e dei suoi abitanti provvedere alla nuova elezione.

Anche il Landriani dovette accettare la soluzione, perché i diritti della Pieve in un certo senso vennero rispettati; per una completa e totale indipendenza dalla Pieve, infatti, occorreva compiere un altro storico e importante passo ovvero la nomina della parrocchia di Tirano a Collegiata cosa che avvenne nel 1629 per volontà del vescovo di Como Carafino.

Ivan Bormolini

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