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martedì 14 giugno 2011

GLI HYPNOSIS E LA GENERAZIONE IN CRISI

14 giugno 2011 - [VIDEOCLIP E INTERVISTA] E' uscito da poco il primo videoclip del gruppo tiranese degli Hypnosis. Abbiamo intervistato il batterista, Luca Cometti.

Dopo la conquista del loro nuovo progetto musicale, a gennaio gli Hypnosis hanno debuttato con il loro primo disco, "Riavvio del Sistema". Da qualche giorno è stato lanciato su Facebook il loro primo videoclip con la canzone "In crisi". Abbiamo cercato di capire, insieme al batterista Luca Cometti, a che punto sono con il loro progetto artistico.

Parlaci del videoclip, come lo avete realizzato?

Il primo videoclip è interamente girato e pensato da noi con l'aiuto del fotografo Andrea del Simone e Simone Bacchini, fotografo e regista tiranese alla prima esperienza di videoclip. Insomma, un vero e proprio team che parte dal basso, dall'essere amici e collaborare per la realizzazione di qualcosa in cui si crede; collaborare per riuscire a mandare un messaggio, che è appunto quello sotteso dal testo della canzone.

Perché avete scelto questo brano?

Abbiamo scelto questo pezzo perchè è quello che meglio sintetizza tutto il filo conduttore dell'intero disco, parla della nostra generazione in crisi, con un appannamento dei grandi ideali corrotti da una quotidianità sempre più vuota. Ovviamente è una provocazione perchè se non credessimo possibile un cambiamento non avremmo nemmeno scritto il pezzo. Ed ora alcuni risultati si vedono, sta iniziando forse la primavera della popolazione italiana che si riattiva e partecipa, al di là delle appartenenze politiche, per riappropriarsi delle scelte che riguardano il suo futuro e quello delle generazioni successive.

Quali sono le tematiche che vengono trattate?

Nel ritornello oltre alla nostra disincantata poetica, sono riattualizzate le parole di Montaigne il quale, criticando la società francese del suo tempo, diceva che essa, attraverso gli usurai, mangiava gli uomini vivi mentre poi si perdeva tanto tempo nello scandalizzarsi per i cannibali che comunque almeno gli uomini li mangiavano da morti.
Insomma, attraverso la provocazione la canzone vuole essere una ribellione a questo culto della crisi in cui siamo immersi da quando siamo nati. Noi apparteniamo alla generazione di fine anni '80 e fin da quando siamo nati, per un motivo o per l'altro, c'è sempre stata una crisi, ci han sempre detto che siamo in crisi, chiudendoci nel nostalgico ricordo di un passato che noi manco abbiamo mai visto, nè vissuto. Ma sappiamo per certo che grazie a quelli prima di noi non arriveremo nemmeno alla pensione. E' un pezzo che parla di tutte le crisi, da quella economica, a quella sociale, degli stati, delle banche dei valori, crisi amorosa, nell'intento di abbattere l'immobilismo e l'abbandono ai luoghi comuni. Gli unici luoghi comuni dovrebbero essere quelli che metteno a disposizione di tutti una democrazia ritrovata.

Cosa cercate di rappresentare nel videoclip?

Il video è giocato sull'alternanza di bianco e nero, cioè le due stanze, come lo yin e lo yang, equilibrio. Ma un equilibrio che si rompe perchè mentre noi nella stanza bianca decidiamo di rimboccarci le maniche e liberarla dai rifiuti riprendendo in mano la situazione, i sacchi vengono semplicemente spostati nella stanza nera in cui noi suoniamo e progressivamente andiamo sempre più "in crisi" appunto fino a diventare quasi dei barboni. Non è bello spiegare la mia visione del video perchè è bello lasciare che ognuno ci veda quello che vuole, ma io intendo questo spostamento della spazzatura come la necessità di giungere a risposte collettive e superiori che risolvano il problema alla radice. La via migliore è il risveglio di tutte la coscienze e l'attivazione della propria coscienza civile.

E' il primo videoclip del primosingolo. La canzone è "In crisi" estratta dal primo disco del progetto hypnosis, "Riavvio del sistema" uscito a gennaio 2011.

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