L'archivio del portale di informazione e commercio INTORNO TIRANO (www.intornotirano.it)

Etichette

giovedì 25 agosto 2011

LA GRANDE EVACUAZIONE: LA GRANDE PAURA

25 agosto 1987 - Quel lago e quello sbarramento? Cosa ne sarebbe stato della nostra valle in caso di cedimento? (Di Ivan Bormolini)

La frana e il lago di Val Pola destavano grosse preoccupazioni, lo sbarramento di quaranta milioni di detriti, terra, alberi, fango avrebbe retto le grandi quantità d’acqua che si accumulavano in quell’invaso?

Era questa la domanda più frequente che la gente preoccupata si faceva!Ad ogni edizione dei tg o dei radio giornali si era lì all’ascolto, si osservavano o si immaginavano le ferite di quel terribile monte e di quel lago che si riempiva, c’era chi temeva il peggio e chi era più ottimista ma il sentimento di paura era vivo soprattutto quando vennero annunciate nuove abbondanti piogge.

Fu così, che visto l’evolversi negativo della situazione, il Prefetto di Sondrio decise di dar vita ad una colossale evacuazione, l’imponente macchina organizzativa si mise in moto nei giorni 25 e 26 agosto, vennero fatte allontanare dalle proprie abitazioni ben 20.000 persone, diciotto i comuni interessati dal provvedimento ed alla fine dei due giorni gli evacuati aumentarono ancora, la valle era deserta, nessuno poteva tornare nelle proprie case fino a nuovo ordine.

L’EVACUAZIONE A TIRANO: in riferimento a quelle ore concitate il piano di evacuazione a Tirano ebbe inizio con un’ordinanza datata 25 agosto 1987 denominata “ Evacuazione zone a rischio in comune di Tirano” che così recitava:

Il Sindaco:

visto il telegramma in data odierna del Prefetto di Sondrio con il quale si conferma la necessità che vengano evacuate quelle località della città di Tirano situate ad un altezza inferiore ai dieci metri sull’alveo del fiume Adda; visto l’unito elenco predisposto dall’ufficio tecnico comunale , contenente le zone a rischio da evacuare; visto l’art. 153 del T.U.L.C.P. 4-2 1915, N 148; Ordina l’immediata evacuazione dei fabbricati situati lungo le vie e le piazze riportate nell’unito elenco.

La presente ordinanza verrà resa nota la pubblico mediante affissione all’albo pretorio e comunicazione da parte della forza pubblica.

E’ fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e farla osservare.

Dalla residenza municipale, li 25 agosto 1987.

Per il Sindaco

Federico Oberti

L’elenco che era allegato alla storica ordinanza comprendeva la maggior parte delle vie e delle piazze cittadine, in quelle ore Tirano si svuotava, ma il 27 agosto, con una seconda ordinanza, il limite di evacuazione venne portato a venticinque metri sull’alveo del fiume Adda, per cui altri abitanti dovettero lasciare le proprie case, in partica solo gli abitanti che potevano rimanere nelle loro abitazioni furono quelli della parte alta di via Trivigno e Santa Maria, la via Dosso con il tratto finale di via Dei Castelli, il Campone, una parte di via Andres e la zona di San Rocco.

In poche ore coloro che potevano recarsi nelle frazioni o nelle case di montagna oppure in zone sicure ospiti di parenti ed amici lasciarono Tirano, coloro che non ebbero questa possibilità vennero ospitati nelle strutture alberghiere dell’Aprica in quei giorni ribattezzata “La Tirano 2”

NELLA TABELLA SEGUENTE VENGONO RIPORTATE LE LOCALITA’ CHE ACCOLSERO I TIRANESI DURANTE L’EVACIAZIONE DELL’87:

COLOGNA 320, BARUFFINI 280, RONCAIOLA 172, PIANI CABRELLA,CASTAMOSCIA FASOLIN 229, PISCINA 157, CANALI FORTE 83, CANALI ( Scala, Gobetti) 88, CANALI BASSE 190, PRA’ ALESSI, POMO 35, PRA PIANO 38, PRA FONTANA 18, PRA BARUZ 35, PARA ZARE’ 37, PRA CAMPO 19, SASSO DEL GALLO 15, SANTA PERPETUA 20.

( FONTE: “Il Tiranese” settimanale di domenica 20 settembre 1987)

Abbandonare la propria città, lasciare le proprie case con il pensiero sempre a quel lago e a quella frana, che ne sarebbe stato della nostra bella città? Sensazioni, emozioni, paure legittime che non trovano altre parole se non quelle che scrisse in quell’occasione lo storico giornalista tiranese Giancarlo Berandi:

Ci dava, il percorrere piazza Cavour vuota un senso di smarrimento, quasi di vertigine, dando un’ultima occhiata a tutto ciò che da sempre ci sembrava famigliare, con il pensiero angoscioso, che forse, tutto quanto ancora vedevamo potesse essere distrutto dalla furia devastante delle acque.

Era un’angoscia che si acuiva man mano che salivamo verso la strada di Roncaiola e, spesso, lo sguardo indugiava alla ricerca della nostra casa, della nostra chiesa, del nostro cimitero dove riposavano i nostri cari.

Ero un distacco che ti lacerava, ti segnava, quasi ti stordiva per quel senso irreale che portava in se.

Sembrava un sogno, un incubo, mentre invece era tutto vero; tremendamente vero”.

Giancarlo Berandi

DUE GROSSI CENTRI DA EVACUARE: L’OSPEDALE E LA CASA DI RIPOSO:

Ovviamente non si potevano lasciare al loro posto i malati dell’ospedale di Tirano e gli anziani della Casa di riposo cittadina, tutta la città doveva essere evacuata e certamente portare in altre strutture malati e anziani in un ridotto limite di tempo non si rivelò cosa facile.

Pioveva a dirotto in quella sera del 25 agosto, alle 20.30 arrivò l’ordine di evacuazione, le due ambulanze a disposizione della struttura non erano certo sufficienti per trasportare i circa duecento pazienti ricoverati, giunsero da altre destinazioni ed in numero considerevole molte altre ambulanze.

Erano momenti concitati e frenetici, alla giuda dell’operazione vi era Carlo Della Vedova, allora responsabile della struttura ospedaliera cittadina e il Professor Anatolio Casagrande, primario di chirurgia.

Tutto il personale medico ed infermieristico si mise a completa disposizione, il Professor Casagrande valutò uno ad uno tutti i casi, i malati che necessitavano di una continuazione del periodo di ricovero e assistenza in ospedale vennero trasferiti a Sondrio e vennero curati dal personale dell’ospedale del capoluogo, altri pazienti, in condizioni migliori, furono ospitati in un albergo dell’Aprica e affidati alle cure del personale medico ed infermieristico che si impegnò in questa impegnativa e duratura trasferta.

In poche ore anche l’ospedale di Tirano era vuoto, un grande attento e premuroso lavoro svolto in condizioni non facili.

Per quanto concerne la Casa di riposo occorreva trasferire all’Aprica gli ottanta ospiti e le reverende suore, a dare viva testimonianza di quei momenti sono le “Cronache” una sorta di diario che le Suore Salesiane hanno da sempre e premurosamente compilato sin dagli inizi del loro mandato a Tirano che risale all’anno 1897.

All’una circa una telefonata: sono le autorità civili che ordinano di evacuare anche noi con tutti i pensionati. Le scene di questo risveglio notturno con quello che segue si possono immaginare.

Sul viale sono a disposizione autoambulanze venute da Varese, Mantova e Brescia nelle quali prendono posto i nostri anziani seminfermi….Le dodici suore vengono trasportate in pullman.

Tutti siamo ospitati insieme all’Aprica m 1200, all’hotel S. Marco. Ad accoglierci ci sono i numerosi volontari della Croce Rossa, le forze dell’ordine, il personale medico e infermieristico. C’è agitazione, paura, angoscia………

FONTE: Cento anni di vita a Tirano di Carla Soltoggio Moretta.

Nessun commento:

Posta un commento