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giovedì 25 agosto 2011

VANGELO VIA MAIL: "DIETRO A ME"

25 agosto 2011 - “Dietro a me” - Matteo 16,21-27 - XXII Domenica del Tempo Ordinario... (Di don Roberto Seregni)

In quel tempo Gesù cominciò a dire apertamente ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei sommi sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risuscitare il terzo giorno. Ma Pietro lo trasse in disparte e cominciņ a protestare dicendo: “Dio te ne scampi, Signore; questo non ti accadrą mai”. Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: “Dietro a me, satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini! ”.
Allora Gesł disse ai suoi discepoli: “Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrą salvare la propria vita, la perderą; ma chi perderą la propria vita per causa mia, la troverą. Qual vantaggio infatti avrą l’uomo se guadagnerą il mondo intero, e poi perderą la propria anima? O che cosa l’uomo potrą dare in cambio della propria anima? Poiché il Figlio dell’uomo verrą nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e renderą a ciascuno secondo le sue azioni. In veritą vi dico: vi sono alcuni tra i presenti che non morranno finché non vedranno il Figlio dell’uomo venire nel suo regno”.
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Con il dono della Spirito, Pietro aveva trovato in sé il coraggio e l’audacia per professare forte la sua fede: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”. Ma ora le parole del maestro lo disorientano.

Andare a Gerusalemme e soffrire? Essere ucciso e risuscitare il terzo giorno?
Ma che sta dicendo? Che sia impazzito?

Per la prima volta Gesù parla a viso scoperto del suo dono totale d’amore e i discepoli non capiscono. Nel loro cuore si è stampata la certezza granitica che Gesù è il Messia, ma ancora non hanno capito quale Messia è Gesù. Davanti al cammino della Croce, i sogni patriottici e trionfali che avevano affibbiato a Gesù, iniziano a traballare.
Già: si aspettavano un nuovo glorioso regno con capitale a Gerusalemme, una nuova libertà concessa al popolo oppresso dall’invasore romano, i loro nomi scritti a carattere cubitale accanto a quello del maestro e invece…
Gesù manda in frantumi le illusioni dei discepoli e inizia a far intravedere che la gloria verso cui è incamminato non è quella del potere, ma quella dell’amore; che la logica che guida le sue scelte non č quella del dominio, ma quella del dono totale della vita.

Pietro non accetta, non capisce e vuole dissuadere il maestro: “Dio te ne scampi, Signore; questo non ti accadrà mai”. L’ex-pescatore di Cafarnao si oppone, suggerisce una via diversa. Pietro non dubita che Gesù sia il Messia, ma non accetta il cammino che il Rabbì inizia a prefigurare.
Ma Gesù, il grande Gesù, lo rimette nella sua giusta posizione: “Dietro a me”. Questo è il discepolo: uno che cammina dietro al suo Signore.

Gesù è molto chiaro nell’indicare la via del discepolo, il suo cammino e il suo futuro. In tutto e per tutto il discepolo si pone in riferimento a Gesù. Seguirlo è rinnegare se stessi e prendere la Croce. Quella che Gesù propone è una via di leggerezza, di abbandono e di fiducia. Il cammino proposto dal Rabbì di Nazareth è una lotta contro la chiusura dell’autoaffermazione, è una terapia contro la tossina inquinante dell’egoismo.
Gesù è molto chiaro, è vero. La Sua è una proposta, un invito: “Se qualcuno vuole venire dietro a me…”. C’è una possibilità di vita nuova, la strada è aperta, Lui ti invita, ti aspetta. Ora tocca a te decidere che fare!

Buona settimana
don Roberto

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