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venerdì 2 settembre 2011

"LE NOSTRE VIE": LA VIA BEATO MARIO OMODEI

Lasciata la Via Polveriera ci si immette nel breve tratto di strada che doverosamente l’Amministrazione comunale ha voluto titolare al Beato Mario Omodei... (Di Ivan Bormolini)

Appena si entra in questa via basta alzare un poco lo sguardo per vedere ergersi maestoso il Santuario, una prima bella cartolina un po’ nascosta dalle abitazioni che contornano la piazza della Basilica, un’immagine che ci da già l’idea della sontuosità di questo straordinario luogo Sacro. Pare già da qui di percepire la pienezza del significato della parole “Bene Avrai”, semplicemente osservando ciò che la Vergine Maria chiese al Beato Mario.
Ma non indugio nel mio ammirare ciò che per devozione alla Madonna considero il luogo principale o centro nel quale si identifica la religiosità del popolo valtellinese, perché poco distante vi è la casa del Beato Mario Omodei. La sua casa: da quella porta è uscito in quel 29 settembre e, dopo pochi passi:

la casa del Beato Mario a Tirano

La casa del Beato Mario a Tirano

“Mario, figlio di Romerio degli Homodei, abitante a Tirano nella contrada sotto il ponte del Poschiavino, uomo giusto e timorato di Dio e della sua santa Madre, la mattina del giorno di San Michele arcangelo, la domenica 29 settembre 1504, mentre si recava ad una sua vigna, poco lontana dalla sua casa, fu sollevato da terra e fu portato in un luogo dove si trovava un piccolo orto, il quale è ora incorporato in questa fabbrica benedetta. Li fu lasciato. In questo orticello gli apparve una signora vestita di berrettino, con grandissimo splendore e profumo soavissimo, la quale gli disse queste parole: “ Mario, Mario!” Egli rispose: “ Bene signora”, con grande paura.
La signora così replicò: “Bene tu avrai. Sappi che io sono la gloriosa Vergine Maria, non aver paura. Tu sai che quest’anno ha avuto inizio una grande mortalità di uomini e di bestiame che ancora peggiorerà con maggiore mortalità, a meno che in questo luogo non si faccia una chiesa in mio onore. Tutte le persone che visiteranno questo santo e benedetto luogo con qualche bene e sante elemosine, a seconda della loro possibilità, saranno liberate e salvate da questa pestilenza e mortalità.

la scena dell'apparizione della Madonna di Tirano sopra il portale della basilica

La scena dell'apparizione della Madonna di Tirano sopra il portale della basilica

Mario subito si prostrò in orazione e la signora gli disse: “Và fin dove tu puoi andare e fa conoscere questa apparizione e questo miracolo”. Subito Mario se ne andò e si recò a Tirano e notificò l’Apparizione e l’evento prodigioso al magnifico e prestantissimo signor Luigi Quadrio di Ponte, abitante a Tirano, cavaliere e sperone d’oro, al decano e ai consiglieri e agli uomini della comunità.
Venuti a conoscenza, il magnifico signor cavaliere e gli uomini di Tirano di questa apparizione e di questo grandissimo evento miracoloso partirono da Tirano per recarsi in questo santo luogo assieme al reverendo prete Gregorio degli Homodei, curato di Tirano, per dar inizio a questa santa chiesa.
Scavando nel luogo sopra citato, quasi fino a sei braccia, fu trovata una “code”, la pietra che si usa per affilare le falci, quale segnale d’inizio della pestilenza, ma, non appena cominciata la costruzione della chiesa, la pestilenza cessò, tant’è che a partire da quel giorno di San Michele non vi fu più pestilenza”.

Come conferma il Professor Gianluigi Garbellini nella sua bella opera “La Madonna di Tirano” Monumento di fede, di arte e di storia, quanto appena riportato e tradotto nel testo stesso, è scritto nel “Il libro dei miracoli” incominciato il 28 luglio 1505; il libro risulta essere la fonte più antica e quella più vicina al racconto del veggente.

la lapide posta sulla casa del Bato Mario a Tirano

La lapide posta sulla casa del Bato Mario a Tirano

Eccolo dunque Mario Omodei, giovane discendente dell’omonima famiglia tiranese, un uomo animato da grande fede che si mette subito in cammino verso Tirano che dista all’incirca un chilometro dal luogo Sacro dell’Apparizione.
Per annunciare il messaggio affidatogli dalla Vergine Maria si dirige presso la chiesa di San Martino, a quei tempi la chiesa stessa non era ancora Parrocchia, ma dipendeva dalla Pieve di Villa di Tirano.
Lì, in quel luogo, annuncia ciò che ha visto e ciò che ha sentito. Dapprima non è creduto; tuttavia la guarigione inaspettata e miracolosa del morente fratello Benedetto placa la diffidenza dei tiranesi. Ed il resto è una straordinaria storia di fede, miracoli, devozione e arte.

Mario, da quel momento, pur non lasciando le sue attività tiranesi, iniziò ad espandere su un vasto territorio quello che era il progetto Mariano. Un documento parla di Omodei ancora vivente nel 1521, ed una seconda testimonianza del 1534 parla della sua morte avvenuta a Trento.

Ivan Bormolini

Apparizione Madonna di Tirano

Apparizione Madonna di Tirano (foto gentilemente concessa dal Prof Gianluigi Garbellini)

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