Questo cognome è originario di Musciano di Stazzona di Villa di Tirano, dove si afferma piuttosto tardivamente attorno al 1650... (Di Giac)
Nella prima metà del Seicento i Comolatti portavano un altro cognome, Romerioli che condividevano con i Manoni e i Ruffini, famiglia quest'ultima estintasi molto presto. Anche se questo non è ancora ufficiale, sembra che i Comolatti siano originari dalla valle Imagna (Bergamo), come gli Schiantarelli di Tirano, arrivati con un altro cognome, De Arrigonis, cioè Arrigoni, un'importante famiglia del Bergamasco che ha "esportato" interi nuclei famigliari in Valsassina e nel Lecchese e in parte anche in Valtellina.
Uno dei capostipite della prima famiglia dovrebbe essere Giacomo: questo appare anche dagli studi genealogici della signora australiana Jane Comolatti, il cui nonno Antonio è partito da Stazzona per il Queensland nel 1862. Il figlio di Giacomo, Giovanni è morto attorno al 1660. A quei tempi le parentele della famiglia rispondono al nome dei Morelli, casato che allora poteva vivere a Santa Cristina, ma che in seguito è diventato importante a Villa.
Le famiglie Comolatti si sono affermate e moltiplicate per lo più nella seconda metà del Settecento, imparentandosi molto raramente tra di loro. Verso la metà del secolo seguente erano già noti i scutum del casato: Barbée, Strangulaulscèj, Aradèj, Matucouen, Cumulatin. Tra i soprannomi più tardivi ci sono Guss e Bernoeurt, due rami che dovrebbero essere imparentati con gli Aradej. Bernardo Comolatti, nato nel 1861, sposato con Maddalena Scilini, era l'ultimo fratello di Abbondio Comolatti detto Aradèl. Guss è invece in origine il soprannome di una famiglia Merlo, ereditato attraverso la moglie di Giacomo Comolatti, una Merlo appunto, madre di un unico figlio Remigio.
Almeno due soprannomi mostrano come i Comolatti fossero attivi in varie attività integrative della loro professione principale, che era naturalmente l'agricoltura. Barbée potrebbe significare barbiere, Strangulaulscèj deriva dal fatto che la famiglia gestiva due roccoli per la cattura degli uccelli: uno a Musciano e l'altro a Bianzone. Non è escluso che anche Aradèl abbia a che fare con un'attività legata all'agricoltura: qualcuno della famiglia che aiutava nei lavori di aratura dei campi dietro compenso.
I Comolatti oggi dicono spesso: "Non siamo parenti tra di noi ". In realtà lo sono stati fino agli inizi dell'Ottocento, poi hanno "perso la parentela", "i è andacc foeu da parentela" come si dice in dialetto. Questo casato, nel scegliere le future mogli per i figli, nei secoli passati le mogli erano scelte dai genitori, hanno sempre guardato alla montagna di santa Cristina e Marto o San Rocco. Dunque le famiglie imparentate coi Comolatti sono i Biancotti, i Bona, i De Giovanni, i Darico, gli Svanosio, i Togno, i Tognela, i Tognini. Ugualmente da ricordare le parentele con Motta: come Franceschini, Lera e altre.
Più "spregiudicate" le scelte matrimoniali dei Comolatti-Barbée orientate spesso su Villa: I Bassi-Fer, i Morelli, i Poletti, i Baragiola, una famiglia originaria però del comasco. Tra le loro antenate spicca il nome anche di due donne grosine: Giovanna Pini, sposata a Grosio da Domenico nel 1688 e Apollonia Quetti, nonna di Maria Caterina Bassi-Fer, moglie di Paolo Comolatti.
Anche la mia famiglia è, come le altre di Stazzona, compromessa con i Comolatti: le mie antenate venute da questo casato sono Agostina, Domenica, Margherita e Maria Caterina. A partire dal Seicento fino al secolo scorso, in pratica, una Comolatti per secolo.
Come curiosità: si può aggiungere che l'emigrazione dei Comolatti oltre oceano non è significativa. In effetti è diventata definitiva per non più di quattro o cinque emigranti. Tuttavia uno degli emigranti valtellinesi più noti è proprio un Comolatti, Evaristo, diventato ricchissimo in Brasile. Anche lui come tutti i Comolatti, non ha mai dimenticato Stazzona: ci tornava regolarmente ogni anno.
Giac
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