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domenica 2 ottobre 2011

"LE NOSTRE VIE": LA VIA ANGELO ANDRES

La via Angelo Andres inizia nell’incrocio tra le vie S.Giacomo e Massuccio nelle vicinanze del nuovo complesso della Casa di riposo; da lì prosegue per qualche centinaio di metri con un tratto pianeggiante. All’altezza dell’imbocco con via Visoli, la via Andres prende la salita terminando tra i primi terrazzamenti vitati; da quel punto la strada prosegue per le frazioni di Roncaiola e Baruffini... (Ivan Bormolini)

Angelo Andres nacque a Tirano il 24 marzo 1851, fu allievo del Collegio Borromeo a Pavia città nella quale si laureò e visse per qualche tempo lavorando presso il Laboratorio Crittogamico dell’ateneo.
Successivamente, decise di continuare il suo perfezionamento all’estero frequentando per tre anni il Laboratorio del Leuckarts di Lipsia e quello di Huxlei a Londra; infine fu al Laboratorio Ranvier a Parigi.

Tornato in Italia approdò a Napoli dove divenne assistente presso la Stazione Zoologica del capoluogo partenopeo; nel 1884 vinse il concorso per ordinario all’Università di Modena dove insegnò alla cattedra di Zoologia e Anatomia comparata.
Continuò la sua carriera di docente universitario presso il Consorzio degli Istituti Superiori di Milano dove,dopo alcuni anni,venne nominato Direttore di Sezione al Museo Civico di storia naturale.

A Milano l’Andres portò quello che venne definito un soffio di nuova cultura: infatti, grazie alla sua grandissima preparazione ottenuta dall’insegnamento di sommi maestri e dalle continue frequentazioni di Laboratori di grande prestigio internazionale, il professore seppe farsi notare in ambienti scientifici e culturali.
In quel periodo gli Istituti Superiori milanesi stavano vivendo un periodo di grandi e intensi lavori di sistemazione ed il curatore dalla mano ferrea di queste operazioni era il Professor Brioschi che immediatamente riconobbe il valore culturale e professionale dell’Andres.
Il Brioschi affidò al tiranese tutta la gestione dei laboratori e tutti gli insegnamenti di biologia animale sia alla scuola veterinaria che a quella di agraria. Ma l’avventura del nostro illustre concittadino fu molto ardua: infatti, i mezzi per l’insegnamento e la ricerca scientifica erano pochi e soprattutto il personale addetto a queste funzioni non rifletteva capacità tali da poter realizzare progetti di grande valenza. Andres però non si scoraggiò e, con carattere e determinazione, cercò di portare a compimento il ruolo affidatogli dimostrando a tutti il suo immenso patrimonio culturale e la sua professionalità sia nei momenti di insegnamento sia nella ricerca quest’ultima ostacolata proprio dai suoi doveri di insegnante.

Per Angelo Andres la ricerca scientifica era divenuta una delle ragioni principali della sua vita; anzi talvolta divenne un chiodo fisso. Ma purtroppo Milano non seppe dargli quanto avrebbe voluto e così alla prima occasione tentò di andare in altre sedi dove pensava di poter far convivere insegnamento e ricerca scientifica.
Ebbe l’offerta di insegnare presso una Cattedra dell’Università di Genova e si mostrò molto interessato alla proposta poiché vedeva che la città ligure come la “salvezza”; purtroppo la potente figura del Brioschi gli impose la rinuncia e così Andres rimase a Milano.

Nel 1899 però riuscì a lasciare Milano e quel periodo che lui stesso definì come “un solco oscuro che si era inciso nel suo spirito”; approdò a Parma dove presso l’Università creò il laboratorio ed i musei, fece un attento e minuzioso lavoro di riordino e catalogazione del materiale di studio esistente dando un notevole impulso alla collezione Del Prato. Nello stesso tempo ordinò assai decorosamente e dette veste scientifica al materiale africano del Museo Bottego, che riuscì ad aggregare all’Istituto Universitario.

L’Università di Parma fu l’ultimo Ateneo che ebbe l’onore di annoverare nell’albo degli insegnanti il nostro grande concittadino; nel 1926 infatti Andres dovette lasciare l’insegnamento per raggiunti limiti di età.
La fine della sua carriera scolastica non segnò certo anche il tramonto del grande uomo di scienza: infatti, Andres tenne conferenze pubbliche su argomenti di biologia e filosofia biologica. Più tardi divenne uno tra i più autorevoli iniziatori della somatometria e in questo campo diede vita al millisoma inteso come unità di misura che andava a misurare la millesima parte della misura totale dell’organismo; a questa innovazione accompagnò anche l’invenzione di uno strumento ovvero il somatometro a compasso che permetteva la misurazione assoluta e millisomi.

Oltre a questo compì studi approfonditi sul fango delle Terme di Bormio, stabilendo che detto fango non era una miscuglio di terra fango come usualmente si era portati a credere ma bensì un prodotto organico di un microrganismo, un tiobacterio che esce in masse con l’acqua termale dalle viscere della terra.

Angelo Andres morì a Milano il 16 luglio 1934, ma la sua carriera di professore e di scienziato va ricordata anche per i numerosi scritti che ha lasciato: già nel primo periodo di permanenza a Pavia pubblicò la Prima nota sulle Diatomee; durante il suo soggiorno tra i Laboratori esteri merita particolare attenzione una breve ma intensa monografia sull’apparato riproduttore femminile di "Echinorhynchus gigas", ma quella che gli studiosi giudicarono una pietra miliare nel settore fu la grande monografia intitolata “Le Attinie”; per quest’opera anche la rivista inglese “Nature”, che già allora veniva pubblicata e diffusa in molte nazioni, ne diede ampio risalto usando toni di elogio versi l’Andres.
A queste opere se ne aggiungono poi altre di grande rilevanza scientifica ma dobbiamo dire che al di là dei suoi studi Andres ebbe il culto anche per le bellezze storiche ed artistiche della sua valle.

Ivan Bormolini

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