4 ottobre 2011 - Emergono nuovi dettagli dell'inchiesta che ha portato all'arresto di tre persone accusate di usura, estorsione e riciclaggio.
Ieri sono state scattate le misure restrittive nei confronti di tre persone, più la denuncia per una quarta. I reati contestati a tutti sono di usura, estorsione e riciclaggio continuati e in concorso tra loro.
L’indagine è iniziata nel gennaio 2011 a seguito della denuncia sporta da un libero professionista di Sondrio che ha raccontato di essere sotto usura ormai da più di 10 anni e, a fronte di un prestito iniziale di 100 milioni delle vecchie lire, di aver già consegnato all’usuraio circa 600.000 euro, vedendosi costretto anche a vendere 2 case di sua proprietà per far fronte alle richieste di pagamento dell’uomo.
L’usuraio si presentava come amico e salvatore per persone che non riuscivano ad ottenere prestiti dalle banche e attuava un tipo di usura pressante ma non violenta. In un solo caso ha dato uno schiaffo al denunciante. Per intimorire le vittime e costringerle a pagare, faceva invece intendere di aver a sua volta richiesto il denaro prestato ad una pericolosa organizzazione criminale.
Nel corso delle indagini sono state accertate altre 7 vittime (oltre al denunciante iniziale), 4 delle quali, già sentite dai Carabinieri, hanno deciso di collaborare, raccontando tutto e fornendo riscontri a quanto denunciato dalla prima vittima.
L’usuraio, a garanzia dei prestiti forniti, si faceva consegnare dalle vittime assegni firmati in bianco che minacciava di mandare all’incasso, qualora non saldassero i loro debiti.
Gli interessi erano così alti che le vittime riuscivano a malapena a pagarli, senza riuscire mai a saldare il debito iniziale e dovendo ricorrere poi ad altri prestiti per coprire i primi debiti, per cui entravano in un circolo vizioso dal quale era impossibile uscire.
Tognola Alessandro fungeva da cassiere del gruppo, teneva le scadenze e collaborava nel riciclaggio del denaro. Rondini Luciana, proprietaria di negozi di abbigliamento nella provincia di Brescia, era la procacciatrice di vittime per l’usuraio.
Talvolta il gruppo cercava di camuffare la propria illecita attività parlando di “magliette” “pantaloni” e “giubbini” anziché di assegni e migliaia di euro.
La quarta persona denunciata concorreva nel riciclaggio, in quanto fungeva da prestanome per intestarsi beni immobili frutto dell’illecita attività.
Il patrimonio del gruppo, posto sotto sequestro preventivo consiste in 14 immobili e 4 conti corrente per un valore complessivo stimato in circa 1 milione di euro (valore catastale).
Nonostante l’ingente patrimonio accumulato negli anni, il Faglia era completamente sconosciuto al Fisco: si dichiarava nullatenente, percepiva una pensione minima ed anche un assegno sociale dall’Inps di circa 630 euro mensili per cui dovrà rispondere anche di truffa aggravata ai danni dello Stato.
Durante le perquisizioni domiciliari a carico delle persone interessate dal provvedimento, sono stati rinvenuti più di 10.000 euro in contanti e numerosi assegni oltre a quaderni e agendine con nomi, date e cifre attinenti all’attività usuraia.
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