5 novembre 2011 - Non bastava il pangasio del Vietnam (dal fiume Mekong, il piu’ inquinato al mondo) a breve anche il pesce siluro sulle nostre tavole... (Di Attilio Scotti)
“Silurus Glanis“ è il nome scientifico di questo pesce onnivoro; predatore formidabile, originario dell’Europa centrale ed oggi presente nei fiumi e laghi italiani, Vorace, prolifico, velocissimo, danneggia tutto ed è in grado di alterare completamente l’ambiente che lo ospita: un esemplare catturato nel lago di Varese misurava un metro e 90 di lunghezza e pesava 65 chilogrammi.
Con un contributo privato (Cariplo: Cassa Risparmio Provincie Lombarde) e
l’opera della Provincia di Varese ed il Parco Ticino si sta cercando di salvare
quattro bacini da questo flagello (lago di Varese, Comabbio, palude Brabbia,
fiume Ticino): eliminati quasi 6 tonnellate di pesce siluro ed è in corso una serie
di iniziative atte a bloccare questo flagello.
Il signor Ivano Polledrotti assessore alla pesca della Provincia di Como, esce con
un progetto Interreg nel quale si dice testualmente: stiamo cercando di capire se i mercati ittici sono interessati a proporre questo tipo di prodotto (il pesce siluro) perchè pensiamo che anche i pesci di “basso pregio” rappresentano una
interessante risorsa alimentare che non deve essere assolutamente sprecata ed in prospettiva - perché no- conquistare anche la nostra cucina.
E quindi a breve solo pangasio e pesce siluro sulle nostre tavole; addio persico,
agone, luccio, cavedani, alborelle. Un consiglio, ho assaggiato le carni di questo
pesce siluro: consiglio di girare al largo; in tempi di crisi ed autarchia meglio
una polenta, la castagnaccia o la farinata.
Attilio Scotti
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