L'archivio del portale di informazione e commercio INTORNO TIRANO (www.intornotirano.it)

Etichette

domenica 20 novembre 2011

"IO LI HO VISTI": BENITO MUSSOLINI

Prima della guerra, per un romano, vedere Benito Mussolini, Duce del Fascismo e Fondatore dell’Impero, non era difficile... (Di Franco Clementi)

Non occorreva partecipare alle adunate “oceaniche” nelle quali lo si sarebbe osservato da lontano tra stuoli di sfegatati fanatici. Non era neppure consigliabile aspettare di vederlo passare lungo il percorso che il dittatore abitualmente faceva, quasi ogni giorno, da Villa Torlonia, dove abitava, a Palazzo Venezia, dove lavorava ; difatti questa regolarità gli era costata l’attentato che un tale aveva compiuto, lanciando contro la sua macchina una bomba a mano, rimasta inesplosa. Da allora, se uno si fosse soffermato troppo, lungo il tragitto, dopo un po’ si sarebbe visto avvicinare da un signore (di solito vestito con un impermeabile) che sotto voce gli avrebbe sussurrato con cadenze meridionali: “Circolare, prego, circolare ...”.

Al contrario, vedere Mussolini poteva capitare per caso in una delle tante inaugurazioni di opere pubbliche, cui egli sovente partecipava.
Roma doveva essere ed apparire una città superba del suo passato e degna dei suoi gloriosi destini (Bossi non era ancora nato... ). Quindi sventramenti dei quartieri più dimessi, con apertura di nuove prospettive: fa da esempio l’odierna Via della Conciliazione.

In una di tali circostanze ci imbattemmo, mio padre ed io, mentre ce ne andavamo a spasso vicino a casa nostra. Dietro la Basilica di S. Giovanni veniva quel giorno inaugurata la nuova Via Amba Aradam, costruita al posto di una vecchia e malfamata Via della Ferratella: essa avrebbe congiunto la Piazza San Giovanni con la zona delle Terme di Caracalla.
Oggi sulla strada si affaccia, tra le altre, la bella villa di Alberto Sordi.
Noi quel giorno ci fermammo a vedere la cerimonia. E difatti, poco dopo, ecco arrivare Mussolini, scendere dalla macchina, soffermarsi col Governatore di Roma (la città non aveva Podestà o Sindaco, ma Governatore), e quindi tagliare il nastro della nuova via.

Mio padre, per far veder meglio la cerimonia a me bambino, mi sollevò e mi mise a sedere sopra la transenna. A un tratto il Duce si staccò dal gruppo delle autorità e venne verso la folla assiepata sul marciapiede, salutando, sorridendo, dando buffetti sulla guancia a qualche bambino: arrivato alla mia altezza mi fece un accenno di carezza e passò oltre.
Ricordo che durante il ritorno a casa, mio padre, cui la curiosità non aveva oscurato un radicato antifascismo, continuava a ripetere : “... quel buffone ... quel pagliaccio... “.
Ma io, allora, non riuscivo a capire...

Franco Clementi

Nessun commento:

Posta un commento