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venerdì 2 dicembre 2011

LO SCHERZO GIOCATO ALL'ONOREVOLE GIANCARLO PAIETTA

Una storiella dell'ing. Fausto Sidoli; a cura di Ezio Maifrè.

Era un'epoca molto importante, quella dopo la fine della guerra. Ed era un periodo molto bello, piacevolissimo, perché cosa strana, la piazza Cavour dove venivano tenuti i comizi elettorali era sempre abbastanza piena di gente perché l’oratore che veniva saliva poi sulla sala Consigliare: c’era il balcone sul quale faceva la sua prolusione. Veniva gente preparata, gente che sapeva parlare che sapeva...

Quel giorno, quella domenica, era prevista la conferenza dell’onorevole Paietta del Partito Comunista. Oratore brillantissimo, focoso. Si ricorda il suo calamaio scaraventato in Parlamento contro gli avversari, ma brillante oratore e quindi la gente andava volentieri a sentirlo.
Poi c’erano i commenti successivi perché l’oratore finiva di parlare, la gente rimaneva lì e si commentava.
Si passava una sera parlando di politica, dei commenti e via dicendo…

Arrivava sempre con la macchina del partito, che si fermava allora nella zona dell’albergo Posta, dove ci sono i platani, appena passato il ponte , sulla destra ci sono i platani e lì era l’albergo Posta.
E si fermava lì. L’autista evidentemente restava in macchina. Un gruppo di studenti o ex studenti , che poi divennero personaggi importanti per Tirano, quella sera decisero di riuscire a trascinare dentro l’albergo Posta l’autista dell’onorevole Giancarlo Piaetta. Infatti, quando l’onorevole Giancarlo Paietta è arrivato a Tirano c’erano i compagni del partito Comunista, che erano pronti a riceverlo in gruppo.

Lo accompagnarono verso la piazza Cavour, ma l’autista rimase sulla macchina. Ora, questo gruppo di ragazzotti disse : “ Uéila ciàu, cùma vàla? Ciàu cumpàgnu... ciàu chi… ciàu lì... ànca nòi… ‘n va a séntì l’unurévul Paièta.
Però vèn che té cüntét sü tì chèl che l’è la stòria, te dìset ti chèl che l’è …”

L’autista: “ no, non posso venire, io devo stare qui in macchina, ma, no… no... “.
Tira e molla , tira e molla, riescono a convincere questo povero autista ad entrare a bere qualcosa. Un caffè, poiché era dopo cena che di solito si facevano questi comizi, quindi piuttosto già buio, evidentemente.

Come l’autista ha lasciato la macchina ed è entrato, c’era un altro gruppetto di ragazzi che avevano preparato lo stemma della Democrazia Cristiana ( tutto traforato, quello con lo scudo crociato e LIBERTAS ), hanno incominciato ad applicarlo sul cofano e con la vernice spray l’hanno spruzzato anche sulle fiancate, poi sul bauletto, poi sul tetto.
Praticamente la macchina del Partito Comunista era stata tappezzata da scudi crociati.

La scena era brillante e immaginate poi quando il brillante oratore torna dalla piazza che si trova la macchina tappezzata dallo scudo crociato, che vi deve salire, viaggiare e fare propaganda allo scudo crociato.
Questo è lo scherzo organizzato all’onorevole Giancarlo Paietta.

Fausto Sidoli
(a cura di Ezio Maifrè)

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