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sabato 31 dicembre 2011

"LO STATUS DI TERRITORIO MONTANO E' UNA QUESTIONE PIU' COMPLESSA"

30 dicembre 2011 - La dichiarazione di voto di "Tirano per tutti" sul terzo punto all'ordine del giorno del Conisiglio Comunale di Tirano di oggi: "Approvazione iniziativa del Presidente della Provincia riguardante il riconoscimento dello status di territorio interamente montano della Provincia di Sondrio".

E’ noto a tutti che il dibattito sull’autonomia della nostra Provincia ha tenuto banco sui tavoli della politica locale e sui media del territorio da diversi anni. Nel susseguirsi del tempo sono state proposte diversi soluzioni nelle quali si individuavano forme e caratteri di architettura istituzionale come la semplice autonomia amministrativa fino ad arrivare recentemente, con carattere di folcloristica estremizzazione politica, a forme di “simil annessione” ai vicini Canton Grigioni.

Ad onor di causa si può dire che i primi a individuare una qualche forma di soluzione politica siano stati i Popolari Retici (vedi anche la recente proposta di autonomia territoriale). Al di là di ogni paternità politica credo sia necessario individuare un breve percorso storico degli atti legislativi e normativi che stanno caratterizzando alcune scelte politiche ed in particolare questa ultima iniziativa da parte del Consiglio Provinciale. Molti scenari si stanno schiudendo e tanti altri si stanno amaramente concludendo.

Come individuato nella delibera C.P. del 19-10-2011, l’Accordo Quadro sui Servizi Territoriali (AQST) aveva cominciato a segnare il passo per un’iniziale individuazione di alcuni riconoscimenti economici e amministrativi determinati con la D.G.R. 1138 del 23-11-2005 in cui venivano attribuiti trasferimenti economici in capo alla Provincia di Sondrio derivanti dalla gestione del “demanio idrico L.R. 33 del 28-12-2007”.
In seguito a questo accordo, e in particolare con l’art.6 di quest’ultima Legge, si veniva a determinare nel concreto il trasferimento di proventi derivanti da tale gestione che, per il biennio 2009/2010, aveva visto in aggiunta a tale base una quota pari a 1.000.000 di Euro anno.

Con parità di intenti, ma con maggiore attribuzione di competenze è stata prodotta la L.R 19 del 23-12-2010 che all’art. 14 commi 2 e 4 modificando l’art. 49 della L.R. 26 del 12-12-2003 offriva alla Provincia di Sondrio la possibilità di gestione “diretta” delle concessioni idriche. Quest’ultima, come è noto dalle cronache degli ultimi giorni, è stata bocciata dalla Corte Costituzionale con sentenza n° 320 del 25-11-2011 perché in contrasto con i dettati Costituzionali (art. 117).

Se dovessimo offrire un giudizio, anche se ciò non è di nostra competenza, possiamo vedere come la questione del Demanio Idrico sia stata gestita più seguendo un ordine di pura e “urlata” propaganda politica da parte della Lega che da un disegno organico, certo, politico e di legittimità degli obiettivi.

Volendo analizzare ogni aspetto non si può non fare a meno di denunciare la complessità e la confusione di un quadro normativo che sta portando alla rimodulazione delle competenze dei piccoli Comuni. In particolare la Legge n° 42 del 05-05-2009 cosiddetta “Legge sul federalismo fiscale” individua, al fine di determinarne le economie, con gli art. 21 comma 3 (per i Comuni) e al comma 4 (per le Province) funzioni già dettagliate dagli artt.13 e 19 del TUEL (Legge 267 del 18-08-2000). Per merito o demerito di questo impulso legislativo sono state richiamate tali funzioni degli Enti Locali nei testi delle legge 122 del 30-07-2010 (Legge di conversione del D.L. 78 del 31-05-2010) e nella legge 148 del 14-09-2011 ( Legge di conversione del D.L. 138 del 13-08-2011) al fine di ridurre gli oneri finanziari a carico dello Stato e per concretizzare l’intento di una maggiore razionalizzazione del funzionamento degli enti locali minori e intermedi.

In sintesi, sperando di fare maggiore chiarezza, anche alla luce della scure calata dall’alto con la Legge 214 del 23-12-2011 cosiddetta “Salva-Italia” è stato previsto che:

  1. Ogni Comune al di sotto di 1000 ab. deleghi la totalità delle funzioni a organi associativi comunali e per quelli tra 1000 e 5000 ab. è prevista l’alienazione di quasi tutte le funzioni. Con questa norma, per quanto riguarda i Comuni al di sotto di 1000 ab., si palesa de facto la loro abolizione anche nelle more di quanto previsto dall’art. 20 comma 17 D.L. 138/2011;
  2. Che in tutti i Comuni al di sotto dei 10.000 ab. sia prevista, al prossimo rinnovo delle amministrazioni, una riduzione del numeri dei Consiglieri in seno al Consiglio e degli Assessori in seno alla Giunta.
  3. Che ogni emolumento per incarichi attribuiti o gettoni di presenza per lo svolgimento delle proprie funzione venga rimodulato o annulato.

Anche se con formula diversa ma, negli intenti con la stessa sostanza, è stata addirittura prevista con quest’ultima Legge la spoliazione di tutte le funzioni in capo alla Provincia di Sondrio attribuendo così la mera delega di ente con funzione di indirizzo e controllo. Per comodità e per sintesi si tralascia volutamente la descrizione delle conseguenze derivanti dalla dismissione obbligatoria di tutte le partecipazioni azionarie e non in società collegate per vari motivi agli Enti Locali.

Alla luce di quanto premesso, ritengo che la votazione che ci accingiamo a effettuare sia priva di ogni valore per gli effetti che potrà produrre sul legislatore regionale e nazionale; vuoi perché ancora tutto in itinere e, vuoi perché quanto sottoposto a questo consiglio è orfano della valutazione cogente che l’ultimo “Decreto Monti” impone di fare. In linea di principio si può indubbiamente condividere ma, nella sostanza, riteniamo insufficiente perché questo argomento ha bisogno di ulteriori approfondimenti.

Infatti riteniamo che il contenuto della delibera del Consiglio Provinciale manchi di alcune valutazioni che non possono essere omesse per chi ha una visione organica del problema. Pertanto:

  1. non si può prevedere il rafforzamento dell’Ente Provincia di Sondrio, attraverso il riconoscimento di status montano, se non si richiede la contestuale abolizione delle Comunità Montane e del BIM. In particolare, le costituende unioni dei Comuni, andrebbero inevitabilmente a sovrapporsi ad alcuni compiti che attualmente sono già in capo, per delega, alle Comunità Montane; senza contare il fatto che tale organi non sono eletti;
  2. non si può non considerare che nel nostro territorio provinciale i Comuni capi di mandamento, (Tirano in primis per la demografia dei Comuni al di là del conoide di Cologna), diverranno di fatto, i collettori di tutte funzioni dei comuni al di sotto dei 1000 ab;
  3. non si può prevedere l’abolizione della nostra Provincia se al contempo non si rimette mano allo Statuto Regionale nel quale non è previsto alcun richiamo al riconoscimento di una minima rappresentanza garantita in seno al Consiglio Regionale;
  4. non si può prevedere l’abolizione della Provincia se non si definisce con chiarezza, data la frammentarietà del territorio, quali e quante attribuzioni di competenze e di organico verranno assegnate ai comuni capi di mandamento. Personalmente ritengo che in deroga ai dettami delle norme del Patto di Stabilità interno debba essere prevista una qualche previsione che permetta ai Comuni di assumere personale per sopperire alle nuove funzioni;
  5. non si può richiedere di riconoscere un’autonomia amministrativa se allo stesso tempo in fase di determinazione di necessità del territorio ci si prostra ai regolamenti tecnici regionali ed europei abdicando così alle proprie responsabilità (vedi questione Coaster-Trivigno e impianti-alta valle con il PTRd’A Media-Alta Valle). Ricordo inoltre che la debolezza di tale delibera nasce anche dal fatto che essa è stata votata in Consiglio Provinciale con l’astensione delle minoranze facendo mancare una unanimità che da sola offre già un cattivo segnale sul futuro esito di questa iniziativa.

Dichiarazione di voto:
Per tutto quanto descritto credo che tale votazione non sia meritevole del nostro consenso e pertanto come dichiarazione di voto ci esprimiamo in modo contrario. Ci auguriamo altresì che questa amministrazione possa condividere quanto ora detto e si faccia proponente presso l’amministrazione provinciale di quanto emerso da questa discussione.

Domenico Barbalace (Tirano per Tutti)

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