L'affresco dell'Apparizione della Madonna di Caravaggio a Giannetta de' Vacchi tra San Pietro Apostolo e San Giacomo Maggiore situato nel Vicolo Leonardo da Vinci N°12 in Tirano. (Di Michele Falciani)
Lasciando a sinistra la santella di porta Milanese e avanzando per alcune decine di metri si entra a destra nel Vicolo Leonardo Da Vinci (attualmente senza uscita). Dopo aver calpestato un acciottolato rifatto a regola d’arte, alcuni anni fa, si arriva in fondo, e sulla destra appare un grande dipinto.
L’affresco è stato realizzato sulla facciata di un fienile-abitazione molto vicino alle antiche mura della città. La composizione rettangolare è racchiusa da una cornice scura ( verde-blu-nera ) a decorazioni che richiamano alla mente fogliame. L’impianto con la sua divisione in tre specchi a forma rettangolare fa pensare a una pala d’altare. Al centro, nel riquadro più grande, la scena principale con la Madonna incoronata da regina con aureola bianca, come il velo e il suo mantello appena azzurrato. La veste ha una tonalità rossiccia. Il viso e lo sguardo della Vergine sono rivolti verso la giovane donna in basso, una contadina con la falce e un fascio di legna ai suoi piedi, dalla cintura pendono delle forbici e un sacchettino di cuoio. L’autore è dotato di una figurazione semplice ma efficace, e sa scrivere. Le mani molto grandi sottolineano il potere e l’importanza del messaggio che Maria consegna alla donna, in ginocchio e in atto di preghiera. Al centro da un cippo simbolico in pietra nasce un arbusto e sgorga l’acqua che salva dai mali dell’esistenza. Nello sfondo dal centro alla destra campeggia il Santuario realizzato con pennellate decise nelle tonalità rosa, ossido e marrone scuro. Il cielo leggermente celeste con due strane nuvole bianche e grigie. Come si può osservare (immagine-santino) il dipinto rispecchia l’iconografia ufficiale. La scelta dei colori è ridotta, sembrerebbe che l’artista avesse con sé poca terra verde e pochissimo blu di lapislazzulo.
In basso un cartiglio dal sapore settecentesco, rosato riporta la scritta AVE MARI, la (A) è poco leggibile. Le altre lettere probabilmente riportavano le iniziali del committente (GIO PC o G e F.F. (Fece Fare). Trovandoci in una zona abitata dai Pergola, anche nel 1700, si potrebbe fare una congettura perché i committenti facevano riprodurre i Santi che avevano il loro nome, pertanto Pietro era il padre di Giacomo Pergola.
Il dipinto è arrivato in buone condizioni perché riparato dalle piogge, ma necessita di un urgente intervento di consolidamento del film pittorico.
A sinistra troviamo San Pietro Apostolo, come riportato dalla scritta in basso appena leggibile: S. PIETRO A.
L’autore riporta con precisione il tomo e le chiavi, chiari attributi del Santo. Lo sfondo è rosato. La tunica con semplici pieghe ha le tonalità del grigio. Il mantello ha colori ocra con scuri in terra rossa. La figura è dinamica, sembra accennare un passo. I piedi sono nudi. Il volto, aureolato di bianco illuminato dal giallo, è vissuto e ricoperto di barba. A destra San Giacomo M (maggiore o martire), lo sfondo è sempre rosato, ha il bastone del pellegrino nella mano sinistra e il tomo nella destra. Il mantello questa volta è rosato con ombre in terra rossa e la tunica nelle tonalità dell’ocra gialla con chiari e scuri. Anche Giacomo ha i piedi nudi. I due Santi sono racchiusi in una nicchia arcuata, che ricorda le nicchie laterali della santella di porta Milanese e il loro sguardo è rivolto uno verso destra e l’altro verso sinistra, quasi a cogliere lo sguardo di chi arriva e di chi va.
Riporto di seguito la cronaca dell’Apparizione Mariana.
“Alle ore 17 di lunedì 26 maggio 1432, sarebbe avvenuta la prima apparizione a Caravaggio di Maria, madre di Gesù, di fronte a una giovane contadina del luogo, Giannetta de' Vacchi, la donna, di 32 anni, era attanagliata dai problemi di alcolismo che affliggevano il marito, Francesco Varoli, un ex uomo d'armi dal carattere violento e per le percosse sulla moglie. In un momento di grande umiliazione, la donna si era ritirata nelle campagne a sud-ovest del borgo di Caravaggio, nel campo di Mazzolengo, a 2 km dal centro cittadino. Fra le lacrime, la Vacchi riferì di aver visto una giovane donna, simile ad una regina, fonte di bontà. La donna si sarebbe presentata come la Madonna raccomandando alla contadina di non avere paura, e preannunciandole l'imminente ricezione di un grande messaggio:« Mi è stato concesso di salvare i Cristiani dalle imminenti e meritate punizioni della Giustizia Divina, e di venire ad annunciare la Pace. »
La Madonna avrebbe chiesto che gli uomini facessero ammenda per i propri peccati, digiunassero il venerdì successivo e si recassero a pregare il sabato pomeriggio, come forma di gratitudine per la salvezza ottenuta; che una cappella venisse eretta sul posto. La leggenda devozionale attribuisce alla sorgente tuttora attiva all'interno del santuario un'origine divina.
Sebbene la sua azione di diffusione del messaggio mariano avesse finalmente portato alla pace nella terra d'origine, Giannetta de' Vacchi fu gradualmente dimenticata; la stessa abitazione in cui aveva vissuto, che per anni fu meta di visite e pellegrinaggi, venne progressivamente dimenticata, e la giovane scomparve nell'anonimato.”
Nel 1708 arrivò da Roma la notizia che il capitolo della Basilica di San Pietro, esecutore delle volontà testamentarie di Alessandro Sforza, aveva destinato una corona d’oro al Santuario di Santa Maria del Fonte di Caravaggio. Il culto si era nel frattempo diffuso in tutta la lombardia.
Nella contrada Madonnina a Montagna si trova una chiesa del XVIII secolo dedicata alla Madonna di Caravaggio. A Villa di Tirano è stato restaurato recentemente un affresco, su una casa, di fine settecento di ottima e diversa fattura, con lo stesso tema.
Michele Falciani
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