4 gennaio 2012 - Papa Benedetto XVI ha deciso che Nicolò Rusca, arciprete di Sondrio durante il "Sacro Macello", potrà essere proclamato beato.
Dopo aver salutato, lo scorso 23 ottobre, la canonizzazione di san Luigi Guanella, la Diocesi di Como e i Cristiani della Provincia di Sondrio stanno accogliendo con gioia il nuovo riconoscimento che porterà alla beatificazione di Nicola Rusca. Egli fu ordinato sacerdote il 23 maggio del 1587 dal vescovo della diocesi di Como Gianantonio Volpi; fu nominato, dopo un breve periodo di ministero pastorale nel borgo di Sessa (in Canton Ticino, all’epoca ricadente sotto la diocesi di Como), Arciprete di Sondrio. Nicolò Rusca fu protagonista delle tormentate vicende religiose nella Valtellina del 1600 che si conclusero con il “Sacro Macello”. Si oppose con vigore all’affermarsi della Riforma protestante in terra valtellinese, tanto che fu definito “pastore buono” dai cattolici e “martello degli eretici” dai protestanti.
E fino a qua tutti d'accordo; ma se la Chiesa Cattolica lo dipinge come un perseguitato, accusato ingiustamente del tentato omicidio del pastore riformato Scipione Calandrini; altri fonti storiche lo considerano il mandante. Che fosse colpevole o no, il Rusca fu arrestato e processato a Thusis nel 1618 e morì per le atroci torture dell'interrogatorio.
Ma le ombre sul Brusca si fanno più pesanti quando si parla del suo ruolo nel Sacro Macello della Valtellina. Il sito www.eresie.it (sito indipendente sulla storia dei pensatori, dei dissidenti religiosi e delle dottrine cristiane, che non si sono riconosciuti come aderenti ai dogmi e ai precetti della Chiesa Cattolica Apostolica Romana o della Chiesa Cristiana Ortodossa) lo descrive come "il fomentatore principale" e "fanatico", "vero agitatore delle folle cattoliche e sprezzante delle leggi che cercavano di mantenere un pur delicato equilibrio tra le due comunità (cattolica e protestante, Ndr)".
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