2 marzo 2012 - Il Comitato direttivo della Camera del Lavoro Territoriale di Sondrio sostiene la raccolta firme per salvare la Provincia di Sondrio, ma, come molti stanno facendo, chiede un confronto per il riassetto amministrativo
In queste settimane è in corso una raccolta di firme, promossa da un vasto fronte composto dall’Amministrazione Provinciale, dai Comuni e dalle forze sociali, che ha come obiettivo la salvaguardia della Provincia di Sondrio come istituzione necessaria per rappresentare gli interessi del territorio e farne sintesi.
A questa iniziativa la CGIL ha partecipato e partecipa attivamente e con piena convinzione, nella consapevolezza che in gioco non vi è tanto e solo la salvezza della provincia intesa come ente, ma il rischio di diventare, forse definitivamente, un’area marginale della Regione Lombardia.
La nostra partecipazione assume anche un significato di contrasto al dilagare della demagogia e dell’antipolitica che rischia di mettere tutti sullo stesso piano e travolgere anche i livelli istituzionali più vicini ali cittadini. La raccolta di firme mira a salvaguardare un livello istituzionale come la provincia di Sondrio periferica, di confine e interamente montana, indispensabile come livello di mediazione con la Regione ed è un forte atto di sensibilità civica e di attenzione al territorio per evitare di diventare una periferia buona per una vacanza o sfruttarne le acque.
E’ un rischio, questo, che vogliamo sottolineare e che sfugge a quanti, in questi ultimi giorni, hanno polemizzato con la raccolta di firme bollandola come una battaglia parziale, di retroguardia e puramente conservatrice, mentre la reale necessità è quella di ripensare il sistema delle autonomie locali.
Noi riteniamo invece che la difesa della provincia debba essere strettamente intrecciata ad una riflessione ed a un progetto complessivo sul riordino del sistema degli enti, e lo abbiamo chiarito con grande nettezza sin dal primo momento con un documento del direttivo della Cgil poi nel documento delle Segreterie territoriali di CISL e UIL.
Nel documento unitario si afferma la necessità di affrontare seriamente il problema della riorganizzazione della Pubblica Amministrazione nella direzione di una maggiore efficienza e capacità di fornire servizi ai cittadini ed al tessuto economico del territorio, di una semplificazione delle procedure, di una riduzione dei costi della politica ad ogni livello. Nella nostra realtà montana questa riorganizzazione è praticabile da subito attraverso una gestione accorpata dei servizi da parte dei comuni, una gestione che consentirebbe un notevole risparmio e servizi più efficienti.
Partendo da questa consapevolezza, noi siamo convinti che la provincia possa e debba essere il punto di snodo di questa riorganizzazione, un ente capace di esercitare quel ruolo di regia che è assolutamente necessario per affrontare un processo di riorganizzazione così impegnativo.
Per fare questo, la Provincia deve individuare i modi e coordinare gli enti interessati, a partire dai Comuni, per poi essere in grado, in tempi brevi, di avanzare un progetto di “riforma dal basso” che sia il frutto di scelte del territorio e non di imposizioni calate dall’alto. Un progetto che per noi deve prevedere le unioni dei piccoli Comuni per aree di omogeneità territoriale per poi giungere alla loro fusione, il superamento delle Comunità Montane e la redistribuzione delle loro competenze ai Comuni e alla stessa provincia, l’abolizione del BIM dopo essersi garantiti come territorio le risorse oggi in capo all’ente.
Questo serve oggi per dare più forza alla battaglia per la difesa della Provincia, come serve, subito, la convocazione del Comitato istituzionale sulle acque per decidere come affrontare su basi diverse le questioni aperte dopo le sentenze della Corte Costituzionale che hanno affossato la legge della Regione Lombardia che prevedeva la compartecipazione della Provincia nella gestione degli impianti alla scadenza delle concessioni.
Riteniamo invece sia da respingere, anche per le esperienze precedenti che hanno riguardato il nostro territorio, la nuova proposta che sembra essere in discussione alla commissione affari costituzionali della camera dei deputati, che prevede la trasformazione della provincia in un ente di secondo livello con un numero limitato di consiglieri eletti dai consigli comunali. Questa sarebbe di fatto non una novità ma la riproposizione di una grande Comunità Montana che sarebbe inevitabilmente prigioniera delle alleanze fra i vari comuni, con le conseguenze nefaste già vissute nel passato.
Nel confermare tutto il proprio impegno nella prosecuzione della raccolta delle firme e nella difesa della provincia, il Comitato Direttivo impegna la Segreteria a chiedere a tutti i soggetti che appoggiano l’iniziativa di proseguire nello sforzo e al termine della raccolta firme di proporre l’apertura di un confronto, con un ruolo di regia della Provincia, per giungere ad una ipotesi condivisa di riorganizzazione del sistema territoriale degli enti, e di richiedere all’Amministrazione Provinciale di convocare il Comitato istituzionale acque e il tavolo per la gestione delle situazioni di crisi sul territorio.
CGIL Sondrio
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