Nel cuore del centro commerciale di Tirano la via Ido Pedrotti parte dal semaforo di viale Italia e prosegue fino ad incrociarsi con la via Andres e l’imbocco di via Visoli nella zona sopra l’ex ospedale di Tirano. (Di Ivan Bormolini )
Ido Pedrotti, nato nel 1871 è stato una delle figure più significative del mondo cattolico tiranese dei primi anno del 900; era fratello di don Ottorino che per circa dieci anni resse le sorti della parrocchia di Cologna e poi scelse la via delle missioni operando in India. Ido Pedrotti era fratello anche di un’altra figura di spicco: Don Egidio Pedrotti, parroco a Roncaiola e a Tovo, presidente della Società Storica Valtellinese, e ispettore onorario ai monumenti.
Il padre, per non rimanere sotto il dominio austriaco dopo le campagne del 1866, si trasferì dalla terra natale trentina nella nostra città dove si sposò nel 1868 e morì nel 1880.
Il padre del Pedrotti, scomparso quando Ido aveva soli nove anni, aveva una piccola fabbrica di cappelli in feltro nella casa di piazza Cavour e produceva copricapi soprattutto per i contadini.
Ido Pedrotti lavorò per un ventennio presso la filiale tiranese della Banca Popolare di Sondrio, istituto che lasciò nel 1909 con la qualifica di cassiere-contabile.
Passò a lavorare per l’allora Banca Piccolo Credito Valtellinese ad appena un anno dalla sua fondazione divenendo direttore della filiale di Tirano.
Oltre alle vicende professionali di Ido Pedrotti dobbiamo doverosamente ricordare che questa figura fu importantissima per l’Ente Morale “Giardino d’Infanzia” e della Casa di Riposo “Città di Tirano”.
Oltre che far parte dell’amministrazione, il Pedrotti fu presidente dell’ente Tiranese per ben due mandati, successe al Conte Filippo Salis (presidente dal 1897 al 1903), nell’anno 1904 e rimase in carica fino al 1911; successivamente ricoprì di nuovo l’incarico, succedendo a Galli Bernardo, dal 1916 sino al luglio del 1920 quando una malattia portò alla morte questo illustre concittadino.
La malattia sembra avesse colpito Ido Pedrotti verso gli ultimi dieci giorni di giugno: Le Cronache delle Reverende Suore riportano infatti che il 21 giugno il Presidente non si può recare presso gli edifici dell’Ente perché costretto a letto.
Sempre dalle Cronache delle Figlie di Maria Ausiliatrice si apprende che nei giorni successivi la malattia che ha colpito il presidente si è aggravata tanto da incominciare una fervorosa Novena a Maria.
La mattina del 3 luglio, durante la messa il celebrante don Egidio, ebbe modo di comunicare che le condizioni del fratello Ido erano peggiorate e che il presidente era molto grave: la sera di quello stesso giorno il Pedrotti a soli 49 anni spirò.
Sempre dalle Cronache cogliamo una bella descrizione di Ido Pedrotti:
Uomo profondamente e sentitamente ardente non faceva mistero della sua fede. In mezzo alle molteplici sue occupazioni non ha mai trascurato una funzione religiosa; la sua vita era per tutti un esempio di fede e di pietà sincera e dal Banchetto eucaristico attinse quella fiamma di carità che lo spinse a prodigarsi tutto ai poveri, agli infermi, e specialmente ai bambini abbandonati.
La sua morte fu un rimpianto generale. Il nostro dolore superò certo tutti gli altri perché il Signor Presidente era per noi un padre, un fratello, un amico. Speriamo che dal Cielo, come ci ha promesso, continui a proteggerci come ha sempre fatto in vita.
I suoi saldi principi morali e religiosi lo portarono ad impegnarsi anche in altri frangenti della vita della comunità tiranese; fu consigliere e presidente in varie amministrazioni: dalla scuola professionale, all’ospedale civile ( fu presidente dell’ospedale dal 1916 sino al giorno della morte ), alla Congregazione della carità ed opere annesse.
Fu promotore nella Fondazione Ente Consumi Alta Valtellina e nella Pro Infanzia, abbandonata nel 1909, assunse un diretto impegno nell’Amministrazione comunale entrando a far parte della Giunta con il ruolo di Assessore all’Istruzione.
Durante la presidenza dell’Istituto di carità ( 1904-1911) e dietro suo impulso furono realizzati gli edifici dell’asilo e del ricovero, strutture inaugurate nell’anno 1907.
In sua memoria venne fatto realizzare dallo scultore Egidio Guanella un busto in bronzo, oggi conservato nell’atrio dell’asilo di viale Garibaldi; vi era anche una lapide purtroppo ora andata distrutta che recava la seguente epigrafe:
La carità
Lo trasse a studiare viaggiando
e a elaborare
questi modelli di asili e ricovero
La carità aperse a lui
gli animi dei ricchi fidenti in esso
La carità
raccolse nelle mani di lui
tutti i suoi istituti
Ma poi
la carità
rapì al cielo
il suo più generoso alunno
Ido Pedrotti
N. 1871-M.1920
Il funerale fu un vero e proprio plebiscito di riconoscenza cittadina, con la rappresentanza di tutti gli Enti di cui era stato amministratore, molte le corone, le bandiere della associazioni locali e la Banda Cittadina.
Il feretro, in conformità alle sue volontà, era portato dai soci della Società Operaia Cattolica, di cui fu presidente e socio.
Ivan Bormolini
FONTE: la Casa di Riposo compie cent’anni Tirano 1897-1997
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