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venerdì 2 marzo 2012

VANGELO VIA MAIL: "SUL TABOR"

1 marzo 2012 - “Sul Tabor” - Marco 9,2-10 - Seconda Domenica di Quaresima. (Di don Roberto Seregni)

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli.
Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro.
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Per farci pregustare la meta verso la quale siamo incamminati, la liturgia ci fa balzare dal deserto della scorsa settimana al monte della Trasfigurazione. Questo “salto spirituale” ci mette davanti agli occhi un Vangelo che scardina quell’immagine grigia e cupa della Quaresima che si è sedimentata nel nostro immaginario spirituale. L’autentica mortificazione quaresimale è per la vivificazione e non per la tristezza! Se mi mortifico è per far crescere la vita dello Spirito, per immettere vita evangelica nelle arterie della mia esistenza.
Pietro, Giacomo e Giovanni sono condotti dal Rabbì in cima al Tabor. Mentre salgono in silenzio il loro smarrimento cresce nel cuore. La Parola di Gesù che anticipa passione, morte e resurrezione è rimasta davvero indigesta. Non capiscono, ma si fidano del Maestro e camminano sui suoi passi. Mentre salgono il respiro corto della salita batte il ritmo dei mille pensieri e all’improvviso un bagliore di bellezza squarcia la loro confusione. I discepoli ricevono il dono di poter assistere ad un anticipo della gloria della Resurrezione. Gesù svela l’altra faccia del suo mistero: non solo la Croce, ma anche la Gloria. O meglio: in quella Croce, che ancora non comprendono, è nascosto il seme della Gloria.
La trasfigurazione di Gesù anticipa e prepara la nostra. Anche noi siamo chiamati a trasfigurare la nostra vita a immagine del Risorto e questo brano ci svela il principio attivo di questa metamorfosi: “Questi è il mio figlio, l’amato: ascoltatelo!”.
La trasfigurazione parte dall’ascolto di Gesù, Parola del Padre che come seme fecondo fa esplodere il cuore e rigenerare vita.
Lasciamo che la Parola ci trasfiguri e non vivremo più da schiavi, ma da figli a immagine del Figlio.


buona settimana
don Roberto
www.sullatuaparola.wordpress.com

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