27 giugno 2012 - – I costi dell’energia sono diventati un fardello sempre più insopportabile per le imprese italiane. In provincia di Sondrio il problema è ancora più pesante perché si somma alle carenze infrastrutturali che ci penalizzano.
“Nel 2012 abbiamo dovuto digerire forti aumenti dei costi energetici: un vero handicap competitivo per le nostre aziende. Per le imprese energivore siamo arrivati al 15% di incremento. Paghiamo le conseguenze di decenni di inerzia e mancate decisioni sulla politica energetica nazionale: un conto salatissimo che arriva nel momento peggiore per il nostro settore manifatturiero. Poi non dobbiamo meravigliarci se le aziende vanno da un’altra parte” – dichiara Paolo Mainetti, Presidente di Confindustria Sondrio.
Il sodalizio degli Industriali opera da 12 anni sul libero mercato elettrico attraverso il Consorzio Valtel, un’iniziativa che, nel tempo, ha permesso alle imprese locali di realizzare risparmi in bolletta per svariati milioni di Euro. “Ora la situazione si è fatta più difficile. Volatilità dei mercati, tassi di cambio, mix energetico nazionale sono fattori fuori dal nostro controllo e spesso penalizzanti per le tariffe elettriche” – aggiunge Raffaele De Peverelli, Presidente di Valtel. “Il nostro impegno rimane molto forte. Monitoriamo costantemente il mercato e, proprio in questo periodo, intravediamo prospettive interessanti per il 2013 e 2014. Ci stiamo muovendo di concerto con i nostri consorziati, in momenti come questi c’è bisogno di stare molto uniti”.
Intanto la crisi economica continua a mordere e all’orizzonte non si vedono segnali di svolta. In provincia di Sondrio il problema è ancora più sentito perché la produzione di energia elettrica rappresenta una parte importante del nostro passato e del nostro presente. “Canoni e sovracanoni sono importanti ma non risolutivi. Serve fare di più ma solo con un progetto condiviso: abbiamo già pagato abbastanza, in passato, per le nostre divisioni sulla politica delle acque. Un progetto forte, non estemporaneo, focalizzato sulle esigenze della competitività ma rispettoso delle leggi vigenti e del ruolo delle istituzioni. E soprattutto fattibile, anche perché la normativa è in continua evoluzione, come dimostrato dal recente Decreto Sviluppo che ha nuovamente modificato il regime concessorio delle grandi derivazioni. Noi, come sempre, siamo a disposizione per discutere proposte e portare ai tavoli il nostro contributo di idee. Ma si faccia presto: le imprese non possono più aspettare”. – conclude Mainetti.
Nessun commento:
Posta un commento