1 novembre 2012 - La politica locale ha accolto con
soddisfazione la decisione del governo di salvaguardare l'unicità della
Provincia di Sondrio.
La decisione era nell’aria, seppure sottaciuta per
tatticismi, oltre che per scaramanzia, palesare un’eccessiva sicurezza
sarebbe stato inopportuno e avrebbe potuto scatenare le reazioni di
altre Province che si stavano battendo per sopravvivere. Queste
circostanze e la richiesta esplicita del ministro Filippo Patroni
Griffi, incontrato l’8 ottobre scorso, avevano indotto il parlamentare
leghista Jonny Crosio a non andare oltre l’ottimismo. Ma ora è venuto il momento di gioire. “Il ministro è stato di parola – sottolinea mentre sta lasciando Montecitorio per raggiungere l’aeroporto –: il dato del territorio interamente montano è stato considerato oggettivo, e questo ha fatto la differenza.
Oggi è un grande giorno per il nostro territorio che continuerà ad
essere governato e gestito dalla Provincia, seppure in una forma
diversa. Tutti siamo vincitori perché il Governo ha riconosciuto la
nostra specificità: sono state le nostre montagne a convincere chi
propendeva per una decisione basata soltanto sui numeri”.Grande soddisfazione anche per il Popolo delle Libertà e per il Partito Democratico : "La provincia di Sondrio non è stata accorpata. Il Governo ha condiviso le ragioni e le motivazioni che il territorio aveva saputo rappresentare in questi mesi. Da questo punto di partenza occorre proseguire sulla strada delle riforme.
Deliberata la riforma che ha ridotto il numero delle Province Italiane, auspichiamo - continuano dalla sede del PD - ora che si riapra il tema della Provincia come Ente ad elezione diretta dei cittadini e non come Ente di secondo Livello, con nomina da parte dei Consigli Comunali. L'elezione diretta da parte dei cittadini appare l'unico strumento in grado di garantire gli irrinunciabili requisiti di governabilità, efficienza e trasparenza all'amministrazione di area vasta".
Licenziato dal Consiglio dei ministri, il decreto legge è atteso dal passaggio in Parlamento, e forse il Governo, per evitare un dibattito fiume, porrà la fiducia
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