Lo scrittore, che fu in Valtellina con i Cacciatori delle
Alpi di Garibaldi accorsi alla difesa dello Stelvio, transitò da Tirano e
passò accanto al santuario durante la campagna del 1859.
In una lettera dell’8 ottobre 1859 a Luisa Sassi De
Lavizzari scrive da Rodrigo, nel Mantovano, dove si è trasferito: «Che
differenza fra i bei monti della Valtellina e queste stupide ed uniformi
pianure! Subirei ancora volentieri la tirannia del signor Minghetti e
delle mosche, nonché le manovre prima dell’alba, per riavere un paio di
quelle giornate. Invece mi tocca qui andar a zonzo col fucile in ispalla
per ispaventare le passere del vicinato.” Più avanti ci rivela di avere
ripreso, a scrivere versi grazie alla nostra valle: “Così va ora
fruttificando un buon seme che deggio al pari alla Valtellina, e il seme
è diventato a quest'ora un covone di versi che, battuto, ventilato e
vagliato, sarà offerto al pubblico sullo scorcio dell'anno col titolo
Gli Amori Garibaldini».
bcl
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