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mercoledì 30 gennaio 2013

SPREAD E ANTI-SPREAD: UN SOGNO DI FANTAECONOMIA

29 gennaio 2013 - La parola spread può indicare molte cose. In finanza lo si cita, molte volte, per esprimere una differenza tra due tassi di interesse, ossia quelli sui titoli pubblici. In particolare è noto in questi ultimi tempi per la differenza tra il rendimento dei Bund tedeschi e i nostri Btp decennali, ovvero i Buoni del Tesoro Pluriennali. (Di Ezio Maifrè)
Dallo spread sembra dipendere, da quel che si legge, si vede, si sente sui mass-media, tutto il nostro avvenire. Sembra proprio che il nostro debito pubblico sia la nostra rovina e noi anziani pensionati forse ne siamo i responsabili per le nostre male scelte. Forse molti di noi sentono questo rimorso nel loro subconscio e un’ inquietudine ci assale quando guardiamo le nuove generazioni. Cosa possiamo fare noi anziani e pensionati per risolvere il problema dello spread e del debito pubblico ?
Gira e rigira nel letto, questa notte ho sognato l’antispread. E’ un sogno e i sogni vanno presi con riserva, e m’è sembrato il toccasana che potrebbe distruggere in un baleno lo spread elevato che ci assilla ogni giorno. L’antispread è simile all’antimateria che se riesce a combinarsi con la materia, il tutto si trasforma in pura energia annullandosi a vicenda.
Il mio sogno è pura fantaeconomia, leggete e giudicate voi.
In teoria per creare l’antispread occorre l’aiuto di tutti i pensionati d’Italia e d’Europa. Senza il loro intervento si può fare poco o nulla. Il pensionato, dopo aver lavorato una vita intera e versato buona parte del suo stipendio nel fondo pensioni e, dopo aver ottemperato le normative vigenti, si quieta in pensione godendosi la sua rendita. Ecco la teoria del mio sogno fantaeconomico.
Il pensionato con lo Stato ha fatto un patto sulla sua speranza di vita che oggi si ritiene possa aggirarsi sulla media degli 84 anni. Se campa di meno lo Stato ci guadagna, se campa di più lo Stato ci perde. Se muore a 84 anni va alla pari. L’ideale sarebbe di morire al momento della cessazione del rapporto di lavoro per il pensionamento. Adesso che siamo in piena crisi economica, con il debito pubblico alle stelle, il pensionato di cuore e caritatevole verso lo Stato potrebbe pensare di decedere proprio nel momento dell’ acquisizione del suo diritto alla pensione.
In tal caso si innesca la reazione dell’antispread. Lo spread e il debito pubblico potrebbero calare fino a scomparire e ci sarebbero le risorse per rilanciare l’economia, per la costruzione di importanti strutture, quali autostrade, ferrovie, ponti, scuole. Ma come fare a convincere o meglio a impartire quel sentimento di “ mea culpa “ a tutti i pensionati che si godono la loro meritata rendita per un gesto così altruistico? Occorrerebbe forse dire ai pensionati: “non vedete gli affanni dei politici e degli amministratori che ogni giorno inventano una soluzione e tagliano i diritti acquisiti, gli stipendi, le spese delle amministrazioni statali ? Guardate i giovani che non hanno lavoro, Guardate le innumerevoli società che chiudono per mancanza di investimenti, mirate i posti di lavoro persi ogni minuto. I soldi pubblici sono al lumicino. La vostra pensione pesa come un macigno allo Stato. Senza quel macigno tutto sarebbe più facile. Lo spread si ridurrebbe allo zero distrutto dall’antispread scaturito dal sacrificio di voi pensionati che volontariamente decidete di lasciare questa valle di tribolazioni e di lacrime, dopo aver dato una vita di lavoro. Pensionati d’Italia, pensionati d’Europa unitevi, decedete in massa!!! L’antispread è la vostra forza. Lo spread sarà distrutto con un botto d’energia che darà l’impulso all’intera Europa comunitaria” .
In confidenza, dopo questo sogno di fantaeconomia, mi sono svegliato sudato. Ho fatto colazione, ho acceso la televisione. Ho visto il telegiornale con una miriade di politici ben vestiti, curati, persino “ truccati “ con l’andirivieni di macchine blu, guardie del corpo e grappoli di portaborse osannanti. Ho subito pensato che il mio sogno fosse fasullo e che l’antispread poteva scaturire da altre economie con buona pace dei pensionati e augurando loro lunga vita.
Ezio Maifrè

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